Mese: febbraio 2013

Alessandro Miano

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Comunicato stampa

Alessandro Miano, l’esercizio ascetico della scrittura:
poeta siciliano della cosiddetta “quarta generazione”

A quasi un ventennio dalla morte, il critico Gualtiero De Santi racconta le tappe significative della vita del poeta siciliano, protagonista della cosiddetta quarta generazione del Novecento poetico
Canzoniere dell’anima: questi i termini con i quali si è inteso definire le liriche di Alessandro Miano, un’impegnativa definizione utilizzata tra gli altri da Bruno Maier, dall’ispanista Gaetano Chiappini e da Franco Lanza durante un Convegno di Studi svoltasi a Milano nel 1995 presso il Centro Culturale San Fedele. Una scelta che si ripresenta nel titolo di una ideale minima antologia del nostro (Canzoniere dell’anima, appunto), pubblicata a Milano per i tipi di Guido Miano Editore – Milano, con una rigorosa introduzione di Maurizio Cucchi, il quale segnala le genealogie (ad es. Rebora) e le contiguità dello scomparso poeta Alessandro Miano siciliano (con Betocchi, con Nelo Risi o Luciano Erba) e la sua sostanziale appartenenza alla cosiddetta “quarta generazione” del nostro Novecento poetico.Nato nel 1920 a Noto (Sr), “urbs ingeniosa”, Alessandro Miano è stato a suo tempo animatore e direttore di una rivista catanese degli anni ‘50 alla quale appose il nome “Davide,rivista sociale di lettere e arti”. Una rivista interdisciplinare, dunque moderna, nelle cui pagine si vennero alternando saggisti del calibro di Enzo Paci, Carlo Bo, Angelo Romano, Giorgio La Pira, Cornelio Fabro, Giuseppe Dosseti, Mario Apollonio e anche gli allora relativamente giovani Pier Paolo Pasolini (con la lirica Crocefissione) e Leonardo Sciascia (Favole della dittatura). “Davide”, era una di quelle pubblicazioni in atto di esprimere adesione ai valori dell’intelligenza e alla forza della cultura, capace dunque di arricchire la nostra vicenda e la crescita nazionale con apporti provenienti dalla periferia, dalla pasoliniana “umile Italia”. Uno degli articoli pubblicati da Miano si intitolava significativamente Coscienza ed arte. Archiviata nullameno per esigenze di forza maggiore l’esperienza di “Davide” (tutto inizia infatti per poi terminare), il giovane intellettuale si volse alla poesia dedicandole la totalità del proprio tempo e conferendo accenti e ritmo coi suoi versi al mondo, agli uomini e alle cose, ma altrettanto alla memoria e allo spirito. “Chi ha voce / a domandare…. / e chi sa / più ricordare. … / fondo fosso, rotto mare / il mio cielo è rattrappito / spalle curve, curve d’uomo”, recita una delle sue liriche. Quegli che ha voce per domandare è evidentemente il poeta; e appunto la sua voce, quando “riemersa” dal profondo, sa rimemorare le immagini labili e fuggitive che camminano sull’asse del tempo. Abbandonandosi felicemente a una metodicità espansa, in cui si rievocano i secoli antichi della nostra letteratura e dove si recuperano accenti di spiritualità dei quali Gaetano Chiappini ha ritenuto di poter indicare le fonti nella mistica ispanica. E in effetti ciò che oggi continua a colpirci di Alessandro Miano è un’intramatura musicale che fa tutt’uno con la forza del linguaggio; che sa far discendere la propria abilità pluritmica sino alle note intime, sino alle radici delle parole e poi trasportarsi da quelle scaglie terrene verso una intensa luce cosmica. “O trame di rami rapidamente / o ridda rissosa di foglie”. C’è in lui la levità della lirica mediterranea nostrana (Gatto e Quasimodo: ed è questa una linea sulla quale si dovrebbe lavorare) ma anche una straordinaria agevolezza melica, tant’è che alcune sue composizioni sono riuscite a entrare con assoluto agio nella lingua musicale di Bruno Bettinelli, Silvia Bianchera e Luciano Chailly. Alessandro Miano, poeta “davidico” (in ideale raccordo con quella rivista da cui ha preso i primi passi la sua vocazione letteraria), appartiene a quella famiglia di autori per i quali scrivere anche laicamente del mondo è un esercizio ascetico.
Alessandro Miano, Canzoniere dell’anima Prefazione di Maurizio Cucchi Guido Miano Editore, , Milano 2011- 108 pp.

Uno dei tanti comunicati stampa usciti ai tempi:

DECEDUTO LO SCRITTORE ALESSANDRO MIANO (1920-1994)
Milano, 25 nov 1994 (Adnkronos) – E’ deceduto la notte scorsa a Milano lo studioso di giornalismo, oltreche’ poeta, Alessandro Miano. Nato nel 1920 in provincia di Siracusa, a Noto, risiedeva a Milano dal 1956, ove ha insegnato per trent’annni (’57-’87) storia del giornalismo presso il ‘Centro sperimentale italiano di giornalismo’ di Milano istituito assieme al fratello, l’editore Guido Miano. Operatore culturale, ha diretto tra l’altro una collana di studi sul giornalismo, pubblicati sempre dalle edizioni Miano di Milano ove sono apparse opere di Gianfranco Carmignani, Arturo Colombo, Mauro Magni, Giorgio Mottana, Emilio Radius, Glauco Licata, Walter Alberti, ecc.. Negli anni ’50 ha fondato e diretto (prima a Catania, poi a Milano) la rivista di lettere e varia umanita’ ”Davide ,rivista sociale di lettere e arti” che pubblicava monografie e vari testi di scrittori autorevoli, tra i quali Maritain, Daniel-Rops, Mauriac, Sciascia, Pasolini, La Pira, Turoldo, Stefanini, Cornelio Fabro, Giuseppe Dossetti e giovani artisti allora sconosciuti quali Liliana Cavani (regista) e Leandro Castellani (regista). Dall’attività culturale si sviluppò la casa editrice Miano fondata nel 1955 a Catania e poi trasferita in Milano- Negli ultimi giorni di vita, Alessandro Miano correggeva le bozze della sua raccolta di poesie ”Canzoniere dell’anima” con un saggio introduttivo di Maurizio Cucchi. Stava anche ultimando le ricerche sulla “Storia del giornalismo italiano: dalle origini al giornale manoscritto” .
Infine, il nipote di Alessandro, Michele Miano, figlio di Guido ne ha raccolto la difficile eredità culturale. Per il 2014, a vent’anni dalla morte del poeta si prevedono importanti eventi culturali a livello nazionale –

INFOLINE
Dott Michele Miano
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L’inedito di New York

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inedito NY Paolo Volponi, L’inedito di New York – Conversazione con Luigi Fontanella, Nino Aragno Editore, Torino, 2012
Recensione di Ivano Mugnaini

È un libro multiforme, L’inedito di New York. Lo si dice spesso, di molti volumi, non di rado in senso generico. In questo caso la definizione è esatta, specifica. La prima ripartizione è rilevabile fin dalla copertina: il libro racchiude una conversazione di Paolo Volponi con Luigi Fontanella, un’intervista registrata e diligentemente trascritta. In calce, nella postfazione, un accurato saggio critico su Volponi scritto da Giorgio Mobili. Fin qui la superficie, già di per sé ampia e suggestiva, in virtù del personaggio oggetto del dialogo e dello studio. Ma, aprendo il libro, si scopre, pagina dopo pagina, un mondo più ampio e ricco, variegato, in qualche modo inatteso all’interno di un’opera la cui collocazione è negli scaffali delle librerie riservati alla saggistica. Sono questi territori di confine, queste scoperte e queste sorprese, a fornire al lettore un valore aggiunto di assoluto rilievo, rendendo l’esplorazione di questo fertile ibrido del tutto coinvolgente.
Nell’introduzione Luigi Fontanella propone un suo personale ricordo di Paolo Volponi. Fin qui tutto normale e prevedibile. Ma, per fortuna, ci si accorge ben presto che è del tutto sui generis il modo di raccontare l’incontro ed il dialogo decennale, così come autentica, non formale o di maniera, è l’amicizia che lega l’intervistatore all’intervistato. Fontanella definisce Volponi “un grande scrittore-amico”. Il lettore smaliziato abituato ai vari teatrini della letteratura si aspetterebbe di scoprire, qualche pagina oltre, che l’amicizia è tale solo di nome, che la stima è stata in realtà un mero scambio di favori e di mielosi complimenti reciproci. Non è così. In virtù del carattere di Volponi e di quello di Fontanella, il dialogo è fatto di genuina, ruvida, dolce, disincantata e tenace schiettezza.
È grazie a questa spontaneità che l’intervista cattura, uscendo con una virata brusca dalle rotte già segnate e prevedibili, ed invadendo, a tratti, ambiti di ulteriori generi e suggestioni. Fontanella ha conosciuto Volponi prima come autore che come persona. A trentacinque anni gli scrisse una lettera esprimendo la sua ammirazione per il romanzo Corporale. La risposta di Volponi generò il primo incontro di persona, a Roma, nel 1979. La conoscenza con Volponi accompagna gli studi e l’esistenza di Fontanella per una vita intera. Contribuisce a rafforzare il binomio tra scrittura e vita, non in modo astratto ma concreto, rintracciabile passo passo nelle coordinate dei libri, dei dialoghi, dei viaggi, delle parole condivise. In questo senso non è forse eccessivo considerare questo Inedito di New York anche un lavoro narrativo, un romanzo di formazione. In senso ampio, certo, e, in virtù di questo, generoso di simboli, allegorie, cangianti morali della favola.
Il libro contiene una moltitudine di luoghi, date, tragitti, percorsi, metropoli trafficatissime e cittadine sconosciute, una per tutte Provo nello Utah, collocazione ideale per una vicenda apocalittica o per la scena di un road movie. I personaggi della vicenda sono un poeta-scrittore-critico che incontra uno scrittore che ammira da sempre. La sfida è un atto di affetto incondizionato. L’arma è la parola, quella per cui entrambi i personaggi hanno vissuto, quella per cui sono disposti a morire.
I due personaggi però sono troppo brillanti e astuti per incontrarsi per il duello-intervista in mezzo alla polvere. Il luogo ideale per lo scambio di frasi è una Caffetteria di Manhattan. Locale che piacerebbe anche a Woody Allen. Un posto in cui parlare di cose serie e cose lievi con il sottofondo di risa, voci, urla, traffico di macchine e di gente. Il luogo ideale per dire cose serie senza prendersi troppo sul serio. Sapendo che chi crede di possedere verità assolute distrugge la vita e la letteratura. Sapendo che, per i due amici dialoganti, letteratura e vita sono, nel profondo, la stessa cosa.
In questo contesto, lontano dall’Italia e da tutti i salotti ingessati e ingessanti, i due personaggi possono essere se stessi. Può venire fuori il caratteraccio di Volponi (proprio del resto di tutti coloro che un carattere lo possiedono), la sua forza immaginativa, la capacità di restare fedele alle proprie idee, letterarie e sociali, anche a costo di inimicarsi una parte della cosiddetta intellighenzia. Le domande che Fontanella pone al suo interlocutore sono precise, spesso asciutte, mirate. Non vuole mai Fontanella fare sfoggio di cultura e non desidera imporre traiettorie a lui gradite alle risposte. Questa lunga intervista mette in evidenza una dote rara, il desiderio reale di nutrirsi dei fonemi e delle sillabe, accumulandole, confrontandole in silenzio con il proprio punto di vista, la propria visione del mondo. Si tratta di un ruvido abbraccio, l’invito a guardare nella stessa direzione. Non a caso Fontanella utilizza, per definire la forza della frasi di Volponi, l’aggettivo prensile. Si crea, anzi si rinsalda, domanda dopo domanda, una fratellanza ideale, anche sulla base di un’amicizia condivisa complessa e travolgente, quella con Pasolini.
La sincerità delle risposte di Volponi è tanto spiazzante quanto arricchente. Tra le righe di questo libro si cela e si svela un panorama scomodo, quello del mondo letterario autentico, tra rivalità, invidie, frustrazioni, grandezze, miserie, fallimenti e nuove ricerche. La “presa diretta” è l’elemento propulsore di maggior vigore di questa intervista: Volponi non interpreta il ruolo di se stesso; vive la sua esistenza vera, mentre risponde sia a Fontanella che alla cameriera della caffetteria, si inebria e si imbestialisce al ricordo di libri felici o meno riusciti e critici che non ha mai sopportato. Mano a mano, con tatto ma anche con avida curiosità, Fontanella elenca una moltitudine di autori ed opere, soprattutto del Novecento, sollecitando il parere di Volponi. Le repliche sono asciutte, il più delle volte, e sempre prive di calcolo e di secondi fini, con un rispetto sobrio ma anche con il coraggio di dichiarare differenti schieramenti e cammini divergenti. La lista è lunghissima e gustosa. Citare tutti gli autori chiamati in causa è impossibile qui ed ora. Un’eccezione si può fare per Elsa Morante, ed in particolare per il suo La storia, romanzo il cui successo ebbe un effetto negativo per Volponi, imponendogli una preoccupata pausa di riflessione. Non nasconde e non nega tali rivalità, lo scrittore urbinate, con determinazione aperta, mai con atteggiamenti subdolamente velenosi. Con la foga di un’intelligenza aliena a facili compromessi, espressa tramite “il senso aspro, viscerale del suo sarcasmo”, come annota Fontanella, con il contrappunto, in imprevedibili frangenti, di “momenti di acuta dolcezza”. Il tutto però sempre con sobrietà nitida. Emerge, anche da questo libro-intervista, la capacità di Volponi di lottare, il suo agonismo coerente, tenace, sia sul piano letterario che su quello sociale e politico. La parola “impegno”, in quest’ottica, tra le pieghe delle frasi rese gesti concreti, riacquista una sua dimensione autentica. Ritrovano una dimensione ben precisa anche alcune delle parole chiave della vicenda biografica di Volponi: società, industria, operai, lavoro, e, non ultima, collegata da un nodo stretto a tutte le altre precedentemente citate, cultura. I discorsi di Volponi, sia quelli preparati per le aule magne universitarie sia quelli scambiati con un amico e collega scrittore sulle sedie di un bar newyorkese, sono un gesto, un’azione, materiale fatto di memoria su cui costruire nuovi edifici di pensiero. E le parole che oggi vengono vilipese, o, peggio, ignorate o irrise, operaio, diritto, lavoro, giustizia sociale, escono dalla naftalina degli armadi in cui qualcuno ha voluto riporle e confermano la loro stringente, necessaria, vitale attualità.
Nel maggio del 1989 Volponi regalò a Fontanella una copia con dedica del Le mosche del capitale. Di quell’incontro resta una foto, uno scatto ancora sereno, prima delle tragedie personali che avrebbero condotto alla morte prematura dello scrittore. Resta anche questo libro-intervista, ugualmente nitido e bene a fuoco, privo di effetti speciali e di ricerche di pose artefatte e innaturali. Rimane questo libro documentato, preciso, ricco di dati preziosi, ma anche di verve, di fantasia, di onestà intellettuale e umana. Tra le righe del volume si legge la storia quotidiana e vera, non imbellettata, sia della letteratura degli ultimi decenni sia della società italiana, tra crisi e anelito di rinascita, oppressioni abilmente celate e resistenze quotidiane. Le risposte di Volponi donano al lettore “l’indagine di una verità”, citando le sue stesse parole. Una verità, la sola possibile, visto che le verità assolute non sussistono, se non nella mente degli oppressori di ogni epoca e di ogni ambito. Un libro non facile dedicato ad un personaggio non facile, questo Inedito di New York. Proprio per questo vale assolutamente la pena leggerlo, strappando lo scrittore e l’uomo Volponi, come auspica Fontanella, ad uno strano, immeritato oblio. Il frutto di questa lettura è una riscoperta, la cui mappa è puntualmente tracciata dalle parole dello stesso Volponi: “Il progetto, la confidenza, l’esplorazione addolorata sono sempre modi di dare allarme a chi legge, di metterlo nella condizione di capire, di recepire, di mettersi più attentamente di fronte a se stesso e ai propri problemi. Quindi tutto questo è una crescita, morale e politica. […] Rinnovare le parole, rinnovare proprio i termini della produzione letteraria come stimolo all’attività politica. Che porti via i politici dal loro mondo simulato, li porti a scoprire la verità. Siamo nel mondo della simulazione, della televisione: qui non c’è niente”. Questo libro-intervista risale agli anni Ottanta. Le parole che contiene, le idee che esprime, appartengono al nostro presente, e, come tali, vanno lette e assimilate.

Ivano Mugnaini

Scarpe rosse

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GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2013
L’ARCHIVIO DELLA VOCE DEI POETI presenta
“Poesia contro la violenza sulle donne”
a cura di Alessandra Borsetti Venier
giovedì 21 marzo 2013 Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour 1, Firenze

Ore 11 – 19,30
– Installazione d’arte pubblica “Zapatos Rojos – Scarpe Rosse” ispirata all’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet. Il progetto prevede la raccolta di scarpe femminili (rosse o tinte di rosso) che verranno raccolte con l’aiuto di Associazioni, scuole, biblioteche, eccetera, che sono state invitate a prendere parte attiva all’installazione. Durante il giorno dell’esposizione, ogni visitatore è invitato a portare un paio di scarpe da donna rosse o di altri colori che verranno tinte sul posto. L’installazione resterà esposta dal 21 al 31 marzo.

Ore 16 – 19,30
– Numerosi poeti daranno voce a una staffetta di letture relative al tema della giornata:
Sauro Albisani, Paola Ballerini, Ahmed Ben Dhiab, Mariella Bettarini, Elisa Biagini, Michele Brancale, Martha Canfield, Rino Cavasino, Simona Cerri Spinelli, Caterina Davinio, Annamaria Ferramosca, Kiki Franceschi, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Vincenzo Lauria, Giorgio Linguaglossa, Dante Maffia, Hilde March, Massimo Mori, Maria Pia Moschini, Roberto Mosi, Marco Onofrio, Massimo Pacetti, Marco Palladini, Eleonora Pinzuti, Brenda Porster, Giada Primavera, Luisa Puttini Hall, Ana Paula Tavares, Liliana Ugolini, Annarita Zacchi, Sergio Zavoli

– “AlullebiL” performance di Alessandra Borsetti Venier con musiche live di Davide Valecchi
– “DARCI UN TAGLIO” parole e gesti di Simonetta Filippi e Clara Rota

– Interverranno: Vittoria Franco senatrice, Andrea Barducci presidente Provincia Firenze, Dario Nardella vicesindaco Firenze, Ernestina Pellegrini docente Letterature comparate Università di Firenze, Luca Toschi direttore del Communication Strategies Lab dell’Università di Firenze, Mara Baronti presidente Giardino dei Ciliegi

Con il patrocinio di: UNESCO – REGIONE TOSCANA – PROVINCIA DI FIRENZE – COMUNE DI FIRENZE – Associazione culturale MULTIMEDIA91 in collaborazione con: Area N.O. (FI), Laboratorio Nuova Buonarroti (FI), Associazione Nazionale Scrittori (Roma), Centro Ejelson (FI), Società delle Belle Arti Circolo degli artisti “Casa di Dante” (FI), Associazione Salone delle Arti Castano Primo (MI), Associazione “… chiamiamola Annina” (LI), Giardino dei Ciliegi (Fi) Premio Ceppo (PT), Communication Strategies Lab (FI)

Segr. organizzativa: Pontassieve (Fi) 335 6676218 morgana.ed@tin.it Uff. stampa: MultiMedia91 055 8398747 multimedia91@alice.it http://www.multimedia91.it

Dialoghi con Pavese

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DIALOGHI CON PAVESE
a cura di Milo De Angelis

Cesare Pavese

Casa della Poesia – Largo Marinai d’Italia 1 – Milano

Giovedì 7 marzo ore 21

Milo De Angelis Presentazione

Giancarlo Pontiggia La belva

Angelo Lumelli L’orizzonte nel sacco o la teoria della calza rovesciata in Paesi tuoi

Viviana Nicodemo Piccola antologia pavesiana

Giovedì 18 aprile ore 21

Milo De Angelis Presentazione

Giovanni Tesio Pavese e la gloria: uso e consumo di un mito

Gianfranco Lauretano Letture pavesiane del mito

Dario Capello La valigia di Leucò (letto da Viviana Nicodemo)

Concorso di poesia e narrativa “Guido Gozzano”

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XIV° CONCORSO NAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA
“GUIDO GOZZANO”, IN TERZO (AL) – EDIZIONE 2013 –

L’Associazione “Terzo Musica e Poesia” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, indice la XIV° edizione del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.

REGOLAMENTO:

Il concorso “Guido Gozzano” si divide in quattro sezioni:

sezione A : libro edito di poesie in italiano o in dialetto con traduzione (pubblicato a partire dal 2007) .
Può essere inviato un solo libro di poesie per Autore in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono email e la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno.

sezione B : poesia inedita in italiano o in dialetto con traduzione senza preclusione di genere (massimo tre poesie).
I concorrenti devono inviare quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono email e la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno.

sezione C : silloge inedita in italiano o in dialetto senza preclusione di genere. Si possono inviare da un minimo di 7 a un massimo di 12 poesie in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono email e la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno.

sezione D : racconto inedito in italiano a tema libero (massimo di estensione 5 fogli con spaziatura normale e carattere 12 Times new Roman). I partecipanti potranno inviare un solo racconto in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono email e la dichiarazione che l’opera è frutto del proprio ingegno.

Le opere dovranno essere inviate, entro il 3 Agosto 2013 (fa fede il timbro postale) a: CONCORSO NAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA “GUIDO GOZZANO”, PRESSO (C/O) COMUNE DI TERZO (ALESSANDRIA), VIA GALLARETTO , N. 11, C.A.P.: 15010 TERZO (AL).
Solo per le sezioni inedite è possibile inviare le opere via e-mail a concorsogozzano@virgilio.it

Sulla busta contenente tutto il materiale, oltre all’indirizzo sopraindicato, dovrà essere segnalata la sezione alla quale l’Autore intende partecipare.

LA PREMIAZIONE SI TERRÀ PRESSO LA SALA BENZI DI TERZO (VIA BROFFERIO, N. 15), DOMENICA 6 OTTOBRE 2013

Il giudizio della Giuria si intende come insindacabile ed inappellabile.

Tasse di lettura:

Sezione A, B, C, D: 15 euro
La tassa di lettura di 15 euro permette di partecipare a tutte le sezioni

Per le case editrici la tassa di lettura è di 15 euro per ogni pacco inviato

Il versamento delle tasse di lettura potrà essere eseguito sul conto corrente postale numero 36507762 intestato ad “Associazione Terzo Musica e Poesia”, oppure con bonifico bancario a favore dell’Associazione Terzo Musica e Poesia – coordinate bancarie ABI 07601 – CAB 10400 – c/c 36507762. IBAN IT85V0760110400000036507762

PREMI:
SEZIONI A, B, C, D:
PRIMO CLASSIFICATO: 500 EURO, ED ATTESTATO DI MERITO;
SECONDO CLASSIFICATO: 300 EURO ED ATTESTATO DI MERITO;
TERZO CLASSIFICATO: FARFALLA IN FILIGRANA ED ATTESTATO DI MERITO;
SEZIONE A – PREMIO AUTORE GIOVANE (FINO A 35 ANNI ) : FARFALLA IN FILIGRANA ED ATTESTATO DI MERITO

La Giuria ha la facoltà di attribuire Segnalazioni o Premi Speciali.

I risultati della XIV edizione saranno resi noti a partire dal 16/09/ 2013 con la pubblicazione sul BLOG http://concorsoguidogozzano.wordpress.com/ del Concorso Guido Gozzano; i concorrenti potranno inoltre informarsi, sempre da tale data, telefonando alla segreteria del Concorso al n° 0144/594221 o al 3474996094.
I vincitori dovranno essere presenti alla cerimonia di premiazione; in caso di indisponibilità potranno delegare altri a partecipare, in loro vece, alla premiazione.
A tutti i partecipanti presenti alla cerimonia di premiazione verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Ogni autore con la sua partecipazione e firma accetta il contenuto del presente bando e concede il trattamento dei dati secondo le disposizioni della legge sulla privacy 675/96 Questi dati saranno in futuro utilizzati unicamente per comunicazioni riguardanti il concorso e per comunicati a carattere culturale.