Mese: novembre 2020

A TU PER TU – Alessandra Corbetta

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Risponde oggi alla domande di A TU PER TU Alessandra Corbetta, autrice giovane ma già in possesso di una personalità ben definita, capace di abbinare la passione e la creatività poetica ad un’accurata osservazione, quasi di impronta scientifica, della realtà, dei tempi, della società e degli individui che la compongono, la determinano e ne sono condizionati.
Anche in questo caso queste mie note fanno solo da “teaser” (giuro che non è una parolaccia), da stimolo ad una lettura accurata.
Sono molto interessanti gli spunti e i modi con cui Alessandra tratta argomenti complessi e di estrema attualità: la sexual objectification e le pratiche di body modification, l’esperienza del singolo, il frame sociologico e diversi altri temi.
Con grande sincerità e schiettezza ci parla anche del Covid, dei suoi effetti sul modo di vivere, di pensare e di scrivere.
Il consiglio è quello di sempre:
chi vuole e può, legga l’intervista nella sua interezza.
Io nell’ambito di questa rubrica sono solo un dispensatore di Spritz, di aperitivi.
IM

Corpo della gioventù - copertina

A TU PER TU
UNA RETE DI VOCI
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Saranno volta per volta le stesse domande.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.
IM
 

5 domande

a

Alessandra Corbetta

 

1) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

 

Ho sempre detestato il momento delle presentazioni, anche quando ero bambina; con la crescita, ancora di più. Per i boriosi diventano un’occasione per lo sfoggio, spesso iperbolico, di sedicenti qualità e mansioni, per i timidi attimi di imbarazzo, per quelli, come me, che mal sopportano le etichette, qualcosa di inutile.

Allora dico solo che sono Alessandra Corbetta e riporto due versi di Umberto Fiori che sento molto vicini: «Potessi io / essere il prato, / non il tremore / di questo filo d’erba.»

 

2) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?

Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.

Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).

Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.

 

La mia ultima pubblicazione in versi si intitola Corpo della Gioventù, ed è uscita il giugno dello scorso anno per Puntoacapo Editrice.

La raccolta parte da una riflessione di stampo sociologico, il mio ambito di afferenza accademica, sul corpo che, soprattutto negli ultimi anni, è diventato lo strumento attraverso il quale indagare e rappresentare molte questioni sociali. I discorsi sulla sexual objectification e le pratiche di body modification non sono che due delle dimostrazioni più evidenti di come la corporalità funga da capro espiatorio per dire di altro. Ad esempio, ed è quello su cui Corpo della gioventù prova a interrogarsi, la difficoltà, nella nostra società occidentale, di uscire dalla giovinezza per entrare nell’adultità; il corpo, nelle modificazioni che subisce e nella sua facile esposizione, diventa il paradigma della paura nell’affrontare questa transizione e suggella la tendenza del nostro tempo a procastinare oltre misura l’inizio dell’età adulta. L’opera, nelle sue cinque sezioni Fessure, Attraverso, Rintocchi, Battenti, Esplosione, interseca a questa cornice macro l’esperienza del singolo, e quindi la dimensione micro, nella quale l’elemento autobiografico compare solo in qualità di mezzo di congiunzione al frame sociologico. Il libro è introdotto da due note, una a cura di Tomaso Kemeny, l’altra di Lamberto Garzia che evidenziano il moto di resistenza posto in essere dall’io per non adattarsi a un diktat sociale che vorrebbe imporre una cronologia unificata al tempo personale del soggetto; la postfazione, invece, realizzata da Ivan Fedeli, si concentra sulla dimensione esistenziale del corpo; scrive, infatti, Fedeli: «Il corpo assume allora dimensione esistenziale: avvolta nei corpi di tutti / nessuno è barbaro / qualcuno resiste: avvolgente in sé, si copre di carne per nascondere, come una matrioska, le fratture interne, le smagliature di un essere che è solo in funzione di ciò che percepisce, abita. Pensare alla ricerca poetica della Corbetta è, quindi, condividere l’idea di una continua evoluzione, magmatica, dell’Io in funzione di una realtà sfuggente, che si dimostra talvolta insidiosa nella metafora di una casa vuota, di uno specchio che non riconosce, di posti che non attraversano, talvolta più rassicurante, nell’idea di un porto che accoglie in silenzio proprio mentre tutto tace e diventa possibile la quiete. In questa cornice accade la poesia: essa si addensa in una forza immaginativa mai scontata, in cui l’identità personale si consuma lasciando spazio alla matrice di un’esperienza comune di spaesamento, incredulità.»

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Inadeguato all’eterno: lettera in prosa e versi

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 Ho esitato a lungo prima di pubblicare questa “lettera in prosa e versi” di Roberta Pelachin.
Mi sembrava che pubblicarla potesse sembrare “autoreferenziale”, un atto in qualche modo narcisistico.
Poi l’ho riletta e mi sono reso conto che non pubblicarla sarebbe stato un errore. Per prima cosa perché è splendidamente scritta e contiene riferimenti e citazioni di notevole bellezza e valore simbolico, sulla letteratura e sulla vita: Baudelaire, Hölderlin, Leopardi, Orwell, Wordsworth, Yeats, riferimenti a Goya e al neuroscienziato Antonio Damasio e versi di cui la stessa Pelachin è autrice.
La ragione principale per cui la pubblico (dopo aver consultato Roberta) però è un’altra:
serve a confermare che “il canto genera canto” ossia che la parola ha il potere di dare vita ad altre parole, altre sensazioni, altri mondi possibili.
Il mio libro Inadeguato all’eterno è stata l’occasione, la scintilla.
In realtà Roberta Pelachin ha dato vita, partendo dalle pagine del libro, al suo fuoco e al gelo della solitudine dovuta alla perdita di suo marito, compagno di molti anni di vita, Giulio Giorello.
Il mio libro ha dato il la, ma il canto è suo, ed è condiviso.
Ognuno secondo i suoi contrappunti, le analogie e i contrasti, le tonalità e i movimenti interni.
Con l’armonia autentica che nasce dalla varietà e verità di suggestioni e situazioni che trovano in un accordo la sintesi, la chiave di un mistero fatto di buio e di sete di luce. 
IM

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Roberta Pelachin

(considerazioni e suggestioni in forma di epistola

ispirate dalla lettura del libro Inadeguato all’eterno)

Nel mio tempo lo scarto si è riempito di una lontananza che incombe. La morte di Giulio. Non un’icona dell’amore, ma un uomo inquieto, a volte dolce e appassionato, a volte scabro e tagliente. Mentre era ricoverato in ospedale per il Covid, due mesi sono lunghi, espresse un desiderio: sposarmi. Per ricambiare il mio affetto e condividere il tempo a venire. Un dono inaspettato, gratuito, forse… è questo l’amore. Negli ultimi giorni della sua vita dormivo a frammenti. Mi svegliavo all’improvviso e mettevo una mano sul petto per sentirne il movimento, il respiro. Poi, le nostre dita si annodavano calde sopra un corpo immobile e fiacco. “Aiutami!”, mi sussurrava. Ma io che altro potevo? Quando un affetto ha fine non c’è differenza tra abbandono o morte. Rimane solo l’assenza. La nuda, gelida assenza. Il letto troppo grande, le stanze mute, la scrivania assettata.

E i tuoi versi che scorrono davanti a me, caro Ivano, leniscono la pena. Mi accorgo che “la tempesta “[…] ti lascia solo l’attimo, / lo scarto, fessura breve / di silenzio afferrato in controtempo: / ascoltare, lontano, / l’eco, il suono, la speranza: / una vana, vitale tempesta.” Sono i versi finali dell’ultima lirica. E spero anch’io che questa bufera, che mi lascia spossata contro rocce artigliate dal vento, si acquieti poco alla volta. E, se pur vana, rimanga vitale.

Così il mio vagare di verso in verso nei tuoi Canti addolcisce le ore. Il tempo lento… inadeguato all’eterno? Sappiamo che non esiste un tempo assoluto, eterno metro e misura dell’Universo intero, ma esiste quello mio, quello tuo, quello di ogni essere vivo che cammina, esita incerto, prosegue a saltelli, si strascica lungo il sentiero. E si lascia andare, ogni tanto, a gioie inattese.

E altre voci suggeriscono gorgheggi, fatti di ali e di piume. Qualcuno li ascoltò…

Il tordo era al sole, loro erano all’ombra.

Aprì le ali poi le richiuse piano, piano, chinò la testa per un attimo,

come per una specie di tributo al sole, e poi mise fuori,

senz’altro indugio, un torrente di canti…

Per chi, per che cosa cantava quell’uccello?

Nessun compagno, nessun rivale gli stava accanto…

Che cosa gli faceva rovesciare quella musica prodigiosa dentro al nulla?…

Era come se si sentisse inondato d’un qualche cosa di liquido,

mescolato alla luce del sole…

Winston smise di pensare e si preoccupò solo di sentire.

George Orwell

Lo spazio bianco tra riga e riga calma lo sguardo. Ristora la mente. Socchiudo gli occhi per centellinare parole, suoni, immagini, un amalgama magico che solo la poesia svela con parsimonia, con garbo. A volte graffia. Leggo ad alta voce. Solo la mia tra echi di una stanza sola. Ogni Canto è canto, e va ascoltato per impregnarsi della sonorità, dell’armonia delle parole.

Ricordo quando scrissi di

Sirene celesti, platoniche, arcane visioni

che intonavano una nota, una sola, ruotando

nel moto di fusi che reggevano delle orbite il volo.

La sorte a ognuna un suono aveva elargito,

così il Cosmo tutto irradiava di eufonie

e consonanze in lieta armonia.

A volte, le Sirene scendono nel mondo dalle sfere scintillanti, abbigliate di acqua e di aria, e ci ispirano Canti. Piccole chiose, le mie, per cantare con te, di te.

     Inadeguato all’eterno Un frangibile istante, “fragile, sporco, inadeguato all’eterno” appare e dispare come di porcellana, se pure all’amore si aggrappa, come roccia che affiora da marosi irrequieti. L’amore dove “le braccia spalancate / della ragazza nuda / avranno la pietà del miele selvatico”? Come un bagliore fende della notte il buio freddo, così “il suo sorriso / enigmatico, sconosciuto e impuro / ti darà la certezza del corpo / e del cuore, senza cercare / niente di più?”

Ma allora: l’eternità è un filamento infinito di perle lungo la collana del tempo? Ma dove trovare quelle perdute, cercate, sperate? Quegli istanti feriti dal mattino che i sogni cancella? Fermarsi, ogni tanto, per godere degli istanti donati dal tempo… è questa la via?

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A TU PER TU – Laura Corraducci

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Le risposte di Laura Corraducci alla domande dell’intervista rivelano la capacità di abbinare il proprio percorso individuale ad una prospettiva ampia, estesa alla comunicazione e all’interazione, fattiva e fertile, con autrici e autori italiani e di altre nazioni.
L’iniziativa “Vaghe Stelle dell’Orsa”, curata dall’autrice, oltre ad avere un nome con bellissime assonanze letterarie e cinematografiche, è un punto di riferimento per la cultura pesarese e non solo.
L’attenzione al dialogo, lo sguardo rivolto a figure femminili di grande rilievo, alla Storia e all’importanza dell’ascolto, sono alcuni dei punti chiave di questa intervista, che, come sempre, vi invito a leggere con attenzione, così come il libro Il passo dell’obbedienza che raccoglie e rende verso e metafora gli stimoli e le fonti di ispirazione.
Buona lettura, IM

libro

5 domande

a

Laura Corraducci

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Grazie a te Ivano per avermi invitata e grazie del benvenuto.  Sono Laura Corraducci, sono di Pesaro, sono insegnante di inglese, poetessa e curatrice della rassegna “Vaghe stelle dell’Orsa” realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della mia città, quest’anno giunta alla sua settima edizione.

2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni? Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.

Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).

Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.

Il mio ultimo libro si chiama Il passo dell’obbedienza.  È uscito a metà settembre del 2020 per la casa editrice Moretti e Vitali con postfazione di Marco Vitale e nota critica di Giancarlo Pontiggia.

E’ un libro che raccoglie il lavoro di oltre cinque anni, è diviso in cinque sezioni, l’ultima, che è quella che dà il titolo al libro, presenta tre sequenze poetiche dedicate a tre figure femminili: Maria, Giovanna La Pazza e Simona Atzori, danzatrice nata senza le braccia. Leggi il seguito di questo post »

INCERTO CONFINE

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È uscita ieri su “Carteggi letterari”, portale di cui sono redattore assieme ad un gruppo affiatato di amici, una mia recensione al libro di Stefano Vitale illustrato da Albertina Bollati.
La ripropongo volentieri anche qui, nel mio sito e nel blog. Perché è un libro che si legge e si guarda volentieri. Perché parla del fatto che chi costruisce muri spesso si ritrova tra le mani (e tra i denti) un boomerang. Perché mi ha fatto pensare a Kant e all’Orchestra della RAI e mi ha fatto ripensare ad un mio anziano vicino che si arrabbiava perché a suo dire i passanti rubavano la musica del suo stereo. Perchè è un libro di impegno civile ma con il dono calviniano della leggerezza e della consistenza. IM

 

http://www.carteggiletterari.it/redazione/natalia-castaldi/contatti/

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Incerto Confine, Edizioni disegnodiverso, 2019
di Stefano Vitale, illustrazioni di Albertina Bollati
Viviamo un’epoca di incertezza. È sempre stato così. L’uomo è autolesionista per eccellenza, lassista verso se stesso e spietato nei confronti dei propri simili. “False–hearted judges dying in the webs that they spin / Only a matter of time ‘til night comes steppin‘ in”, canta Bob Dylan con un giro inesorabile di note. Sì, restiamo impigliati nelle ragnatele che noi stessi tessiamo. E la notte fa il suo ingresso, puntuale. Lo fa ora, lo ha sempre fatto, e lo farà. Oppure, meglio ancora, si può ricorrere alle parole di Einstein, alla sua osservazione oggettiva: “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”. Di bombe per far saltare in aria la terra che ci nutre e la convivenza civile ne abbiamo ideate e realizzate numerose, nel corso dei secoli. Siamo stati genialmente creativi nell’inventare espedienti per distruggere e annientare, generando occasioni di conflitto. Una di queste mirabili trovate sono i confini geografici. Tra stato e stato, spesso tra regione e regione, a volte tra villaggio e villaggio. Delimitazioni puramente fittizie, politiche, ideologiche, non giustificate da nessuna ripartizione effettiva, geografica o antropologica. Dall’incontro tra i due termini sopra citati, l’incertezza e il conflitto, ha origine il titolo del libro e la vasta gamma di risvolti, fertilmente complessi, che ne deriva.
​All’incertezza si può rispondere in vari modi. Alcuni tentano di farlo proponendo certezze grevi, strumentali o di maniera. Alla fine hanno effetti ancora più deleteri. Abbozzi di chiavi rafforzano ancora di più le mura della galera, parafrasando un noto verso di Eliot. Altri si affidano invece all’atteggiamento opposto: una leggerezza ricca di sostanza, di tenacia, di fiducia (al di là di tutto) in quello sprazzo di luce e di colore che contrasta l’acciaio e il piombo. Questi sprazzi possono anche essere tangibili. È possibile aprirli, guardarli, sfogliarli. Sono di carta, ma, ce lo insegnano gli orientali, con la carta si possono costruire oggetti estremamente solidi, in grado di resistere all’acqua, al vento, al tempo.
​Parlando di Incerto confine, una delle parole chiave non può che essere “oggetto”. Un vocabolo nobile. Grazie agli oggetti ci nutriamo, ci spostiamo, attraversiamo colli e pianure e compiamo mille altre azioni che fanno parte di noi, costituiscono ciò che davvero siamo, al di là di mille maschere, antiche e contemporanee. Il libro nato dal connubio tra Stefano Vitale e Albertina Bollati, è, prima di ogni altra considerazione, un bell’oggetto. Questa potrebbe sembrare una considerazione secondaria, avulsa dalle caratteristiche e dalle valutazioni letterarie eartistiche. Io credo invece che non sia così. Nel caso specifico di questo volume (e non solo) ritengo invece che l’aspetto “esteriore” si intersechi al contenuto, lo integri, lo determini, o meglio dia luogo ad un’interazione costante di segni e di suggestionisu cui si innesta un ulteriore livello, quello della “ricezione”, la cooperazione del lettore che legge, vede, osserva, agisce, a livello estetico e semantico, razionalmente o in chiave onirica e immaginifica.

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Corso di Scrittura Creativa Emozionale

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Scrittura – Creativa – Emozionale.
Tre belle parole, soprattutto se unite, rese un tutt’uno.
Questo “trinomio” si concretizza grazie alla bella iniziativa ideata e promossa da Manuela Minelli di Elisir Letterario con cui collaboro, anche come traduttore.
Vi copio qui si seguito le coordinate della serie di incontri on line.
Invitando chi vorrà a partecipare e con l’augurio, per tutti, di buone, anzi ottime Scritture, Creazioni ed Emozioni.   IM
Elisir letterario – Corredo grafico
Giovedì 17 dicembre 2020 alle ore 20:00 UTC+01
 
Tutti · Evento organizzato da Elisir Letterario
 

15 incontri on line della durata di due ore l’uno, tenuti dalla scrittrice e giornalista Manuela Minelli e quattro scrittori ospiti, in cui gli allievi lavoreranno su argomenti quali personaggio, ambientazione, incipit, climax, superare la paura del foglio bianco, dialoghi, narrativa poetica, favole e fiaba, romanzo storico, ecc. per poter acquisire tutti gli strumenti necessari, ovvero i primi ferri del mestiere, utili ad una prima creazione di storie, novelle, fiabe, romanzi, poesie e racconti. Dopo un accurato editing i lavori degli allievi costituiranno un libro edito da una casa editrice che provvederà anche alla vendita e alla distribuzione.

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A TU PER TU – Rossella Pretto

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A TU PER TU

UNA RETE DI VOCI

L’ospite di oggi della rubrica è Rossella Pretto.

Poeta, traduttrice, redattrice di riviste letterarie e impegnata in altre attività che scoprirete attraverso le risposte all’intervista.

Già l’approccio, il tono, la scelta di espressioni forti, taglienti come lame, a tratti, lontane dagli schemi consolidati, dicono molto. La parola come fine e come meta, come senso e ricerca di senso, strumento per provare ad esprimere, evitando le scorciatoie, sia le fragilità che gli slanci. La ferita e il volo. La parola, letta e scritta, si fa metodo privilegiato di scavo dell’insondabile, pur senza la speranza di giungere mai ad un punto di arrivo. Anzi, forse proprio in virtù di questa crudele e salvifica impossibilità.

Buona lettura, IM   

L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

 

Nerotonie - copertina

5 domande

a

Rossella Pretto

 

 

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Qualche anno fa feci un disegno con la mano sinistra, quella libera da automatismi e condizionamenti; ne venne fuori il ritratto di una donna che, al posto del braccio, aveva un ramo secco radicato nel cuore. Non è forse una buona maniera di presentarsi, lo so. Però sento di doverlo fare non tanto per descrivere me quanto per fornire un’immagine dei tempi nerissimi che stiamo attraversando. Quel bisogno di mani che non si toccano e non possono farlo, quell’asfissia che conduce all’aridità. Siamo così, impossibilitati ad avere sensi che però dobbiamo reiventare. Crearne di nuovi che sopperiscano a quelli perduti. Di me invece si potrebbero dare molte definizioni, scegliere dal mazzo delle possibilità: il mio volto è il ventaglio di chi sono stata e potrei essere. Basti dire che ora mi occupo di poesia, traduzione e critica.

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Premio Astrolabio – “La resilienza” – bando 2020 / 21

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Ricevo da AstrolabioCultura e dalla segreteria del Premio Astrolabio il bando di concorso dell’edizione 2020 / 2021 del concorso, a cui è stato aggiunto come “sottotitolo” la definizione, in parte apotropaica, “la resilienza”.

In effetti vedere che gli appuntamenti, anche letterari, proseguono e proseguiranno è sempre gratificante.

Pubblico qui di seguito il bando per le autrici e gli autori interessati .

Con l’auspicio che anche questa edizione del Premio pisano possa essere un’ulteriore occasione di dialogo, di lettura reciproca e di incontro, magari anche di persona, vis à vis.

Maggiori informazioni sul Premio possono essere eventualmente richieste  a: premioastrolabio7@gmail.com .

Buona partecipazione a chi vorrà.

Buona lettura e buona scrittura a tutti, IM

 

astro 1Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa

astro 2

Incontri letterari al Caffè Storico dell’Ussero

astro 3

Incontri letterari al Relais dell’Ussero di Villa di Corliano

astro 4

astro 5

 

ASTROLABIOCULTURA

Concorso Letterario “Astrolabio 2020”

LA RESILIENZA

 

Premio Internazionale di Poesia e Microracconti
(9a Edizione del Terzo Millennio)
dedicato alla memoria di Giorgio Bárberi Squarotti e Renata Giambene 

presieduto e diretto da Valeria Serofilli

Presidente fondatrice di AstrolabioCultura

 

                                    Bando di Concorso

 

AstrolabioCultura, in collaborazione con Ibiskos Ulivieri, Editrice di Empoli, con il Gruppo Internazionale di Lettura (Presidente fondatrice Renata Giambene), con la Libera Accademia Galileo Galilei di Pisa e con il patrocinio della Provincia di Pisa, istituisce la nona Edizione del Concorso Letterario Astrolabio allo scopo di promuovere la parola poetica e il componimento di fantasia e al fine di evidenziare nel panorama letterario attuale opere di autori degne di attenzione.

 

Oltre alle “classiche” quattro sezioni a tema libero, a cui si concorre con le modalità qui sotto specificate, gli autori potranno inviare lavori ispirati al tema “la resilienza” (argomento di stringente attualità che si è deciso di ricordare quest’anno in qualità di “titolo aggiuntivo” del Premio). Le autrici e gli autori che intendono concorrere a questa sezione dovranno specificarlo all’atto dell’invio dei loro componimenti.

 

SEZIONI A TEMA LIBERO

 

Prima sezione:

Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2010. Inviare due copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore, assieme ad un breve curriculum biobibliografico e ad un indirizzo di posta elettronica.

                                               

Seconda sezione:

Silloge inedita (minimo 10 poesie – massimo 20) in due copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l’indirizzo completo, comprensivo di indirizzo di posta elettronica dell’autore. È gradito un breve curriculum da allegare in busta chiusa.

                                                  

Terza sezione:

Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie edite o inedite. È consentito inviare anche poesia già premiate in altri concorsi.

Inviare le poesie in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.

 

Quarta sezione:

100 parole per un racconto, riservata a un microracconto edito o inedito.

Tema: libero.

Caratteristiche del testo: Word Times New Roman corpo 12, Lunghezza: non superiore a 100 parole.

La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.

Inviare il testo in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.

                                                  

Per inedito s’intende opera mai apparsa in volume individuale.

 

Giuria

 

Presidente Valeria Serofilli (Presidente fondatrice di AstrolabioCultura, poeta e critica letteraria).

I Membri di Giuria saranno resi noti in sede di premiazione.

 

Comitato d’Onore

Pier Paolo Magnani (Assessore alla Cultura del comune di Pisa), Paolo Ruffilli( poeta).

 

 

Regolamento

 

  • Le opere concorrenti, complete di copia del versamento, scheda di iscrizione (reperibile in calce al presente bando), curriculum dell’autore e breve sinossi dell’opera, vanno spedite (evitando l’invio tramite posta raccomandata) al seguente indirizzo:

Segreteria Premio Astrolabio, via Ciardi nr° 2F, 56017 Pontasserchio di San Giuliano Terme (PI) entro e non oltre il 30 aprile 2021 (farà fede il timbro postale).

Si richiede anche l’invio telematico dei testi al seguente indirizzo di posta elettronica: premioastrolabio7@gmail.com.

 

  • Per agevolare il lavoro della Giuria, si raccomanda ai concorrenti di inviare i propri lavori prima possibile, senza attendere il periodo a ridosso della scadenza.

 

  • Possono partecipare al concorso autori italiani e stranieri con elaborati dattiloscritti in lingua italiana redatti su foglio formato A4.

 

  • È ammessa la partecipazione a più sezioni versando per ciascuna sezione il relativo contributo.

 

     Gli elaborati partecipanti al Premio non saranno restituiti.

Per i libri editi è prevista la cessione, a cura della Segreteria del Premio, di una copia dei testi alla Biblioteca Comunale della città di Pisa.

L’esito del concorso verrà comunicato ai soli vincitori e segnalati e ai concorrenti che avranno indicato il proprio indirizzo di posta elettronica.

 

Per ciascuna sezione inviare € 20 per rimborso spese di segreteria, da versare in contanti in busta chiusa o tramite bonifico bancario sul seguente conto:

IBAN: IT03 T 05034 14026 000000201175 intestato a Valeria Serofilli specificando nella causale “Premio Nazionale di Poesia Astrolabio 2020”.

Si prega di allegare ai lavori concorrenti la scheda di partecipazione, la liberatoria e la fotocopia dell’avvenuto pagamento.

 

Premi

 

I primi tre autori classificati in ciascuna delle Sezioni del Premio entreranno di diritto nella Collana ASTROLABIO pubblicata da  Ibiskos Ulivieri Editrice .

Sul volume sarà apposta la dicitura “Vincitori del Premio Astrolabio 2020 /2021”.

Al primo  classificato di ogni sezione verrà consegnato l’ Astrolabio simbolo della Libera Accademia Galileo Galilei, opera dell’artista Vittorio Minghetti.

Sui lavori classificati al secondo posto della prima seconda e terza sezione, verrà realizzato uno storyboard con grafica a cura dall’attrice Francesca Stangoni.

I concorrenti premiati, inoltre, potranno essere inseriti nel Calendario degli incontri allo storico Caffè dell’Ussero, al Relais dell’Ussero della Villa di Corliano (http://www.villadicorliano.it/)e alla libreria Blu Book di Palazzo Blu di Pisa (https://www.turismo.pisa.it/luogo/palazzo-agostini-e-caffe-dell-ussero?context=3906) curati e promossi da Valeria Serofilli.

Le opere degli autori premiati o segnalati potranno essere presentate da esponenti dell’Associazione Astrolabiocultura o presso alcune scuole del comprensorio pisano.

 

 La Segreteria di AstrolabioCultura comunicherà, a seconda dell’esito dell’attuale pandemia, le disposizioni concernenti la parte conclusiva del Concorso, i cui risultati verranno resi noti i primi di giugno.

 

I premi dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori o in caso di impossibilità ritirati da un delegato.

 

La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.

 

La Giuria si riserva di apportare modifiche al presente bando qualora se ne presentasse la necessità.

 

I dati personali dei concorrenti saranno tutelati a norma della legge 675/96 sulla privacy.

 

Alcuni degli autori delle varie sezioni, i cui testi, indipendentemente dalla classifica finale del Premio, verranno ritenuti interessanti, originali e di pregio, saranno contattati dall’editrice Ibiskos Ulivieri e riceveranno ulteriori vantaggiose proposte di pubblicazione.

 

Per eventuali informazioni e comunicazioni rivolgersi al seguente indirizzo e-mail: premioastrolabio7@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MODULO A  

 

 

 

PREMIO ASTROLABIO 2020 / 2021

Concorso Letterario

 

MODULO DI ISCRIZIONE

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI LIBERATORIA PER L’UTILIZZO DELLE OPERE

 

 

Il/la sottoscritto/a (cognome e nome)                                                                       

 

Nato/a                                                             il                                                       

 

Residente a                                                     Provincia                                        

 

Via                                                                                                                          

 

Telefono                                         email                                                                 

 

chiede di iscriversi al concorso PREMIO ASTROLABIO

 

 

SEZIONE:

 

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con l’elaborato (specificare se si tratta di silloge, poesia o microracconto) dal titolo:

 

__________________________________________________________

 

 

Dichiara

 

  • di aver letto e accettato in ogni sua parte il contenuto del regolamento del concorso “PREMIO Astrolabio”
  • di aver letto e compreso l’informativa per il trattamento dei dati sensibili, la liberatoria per l’utilizzo delle opere che presenterà e la clausola di manleva, poste a seguito del presente modulo.

 

Luogo_                     , data                                                            

 

 

Firma

 

 

 

 

 

 

 

 

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI AI SENSI DEL D.Lgs. 196/2003

 

 

L’organizzazione del concorso si impegna all’utilizzo dei tuoi dati personali in conformità a quanto previsto dalla vigente normativa sulla privacy. In particolare l’organizzazione dichiara che:

  1. i tuoi dati personali, raccolti con il modulo di iscrizione, potranno essere registrati su database;
  2. la comunicazione dei tuoi dati personali è indispensabile per il corretto svolgimento e gestione del concorso (raccolta ed esame dei disegni, designazione dei vincitori, aggiudicazione dei premi ecc.);
  3. il consenso al trattamento dei tuoi dati è obbligatorio, pena l’impossibilità di procedere con l’iscrizione;
  4. in qualità di iscritto al concorso potrai in qualsiasi momento:
    1. avere conferma dell’esistenza di trattamenti di dati che ti riguardano;
    2. la cancellazione dei dati trattati in violazione della Legge;
    3. l’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati.

MANIFESTAZIONE DI CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

Il sottoscritto (nome e cognome)

 

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ha letto e compreso l’informativa resa ai sensi del D.Lgs. 196/2003 per quanto riguarda il trattamento dei propri dati personali e pertanto dichiara di:

 

NEGARE IL PROPRIO CONSENSO                   DARE IL PROPRIO CONSENSO

 

 

consapevole che in mancanza del proprio consenso l’organizzazione non potrà dar corso all’accettazione dell’iscrizione.

 

Luogo, ___________________ data ________________________

 

Firma

________________________________________

 

 

LIBERATORIA PER L’UTILIZZO DELLE OPERE INVIATE/PRESENTATE AL CONCORSO

 

Il sottoscritto (nome e cognome)

 

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consapevole che la partecipazione al concorso prevede la possibilità e/o necessità che le opere inviate vengano trattate, elaborate, stampate e/o diffuse con diversi mezzi e modalità, comunque al solo fine di gestione e promozione del concorso stesso, autorizza la pubblicazione, diffusione e riproduzione in qualsiasi forma, nonché la conservazione in appositi archivi informatici.

 

Luogo, ___________________ data _________________________

 

Firma

 

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CLAUSOLA DI MANLEVA

 

Il sottoscritto (nome e cognome)

 

_____________________________________________________________

 

dichiara di essere consapevole che le opere (inviate o consegnate a mano – originali e del tutto conformi al regolamento del concorso) sono affidate agli organizzatori con il solo fine di partecipare al concorso. Pertanto solleva le persone incaricate del trattamento delle proprie opere da ogni responsabilità derivante dal furto, sottrazione, distruzione, danneggiamento in tutto o in parte dei propri elaborati, dichiarando e accettando, pena l’inammissibilità al concorso, di non avanzare pretese risarcitorie per ogni eventuale danno che le opere possano subire.

 

 

Luogo, ___________________ data _________________________

 

 

Firma

 

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A TU PER TU – Brina Maurer

Postato il Aggiornato il

A TU PER TU

UNA RETE DI VOCI

A TU PER TU ospita oggi Claudia Manuela Turco alias Brina Maurer, poeta, romanziere e diarista, biografa e critico letterario.
Al di là delle qualifiche, sarà interessante, anche in questo caso, cogliere le peculiarità, le specifiche caratteristiche, le passioni, le lotte, le battaglie, le prese di posizioni, coraggiose, sincere, non solo in ambito letterario.
Quindi anche stavolta invito volentieri i “dedalonauti” alla lettura integrale dell’intervista da cui, in modo esplicito e tra le righe, emergono alcuni tratti intensamente rivelatori degli autori e delle loro opere, che poi sono un tutt’uno.
Buona lettura, IM

L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

VOCABOLARI E ALTRI VOCABOLARI_COP

5 domande

a

Brina Maurer

 

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

  • Ti ringrazio per l’invito e per l’ospitalità.

Mi chiamo Claudia Manuela Turco, ma da diversi anni ormai mi sono impossessata del nome di un personaggio da me inventato per un romanzo – Brina Maurer  -, dopo aver riflettuto a lungo su nomi di poeti, scrittori, attori, artisti e protagonisti di libri o film che mi piacevano. Adottando un nome d’arte, volevo prendere distacco dalla mia vita reale, o meglio, crearmi una seconda vita. C’erano pure problemi di omonimia, tra l’altro.

Il nome “Manuela” (senza la E iniziale) mi piaceva, ma non ero certa che fosse davvero mio. Infatti, da un certo momento in avanti sembrò che mio padre se ne fosse scordato al momento dell’iscrizione all’anagrafe. Il mio secondo nome ricomparve soltanto quando mi trasferii nel 2000 a Torino. “Claudia”, invece, non mi piaceva. Forse perché era stato scelto il nome “Claudio” nel caso fossi stata un maschio, e “Manuela”, se femmina. Alla fine, però, fu deciso che fossi “Manuela” ma soprattutto “Claudia”: nomen omen. Un nome importante nella nostra tradizione, penso alla gens Claudia, ma soprattutto alla parola “claudicante”. Scherzando, amo dire di essere “un autore Rizzoli”… essendo ortopedia una delle mie “passioni”!

La scelta del nome “Brina” è stata del tutto istintiva, soprattutto mi pareva sposarsi bene con

“Maurer”, un cognome abbastanza famigliare nella mia terra, il Friuli, e avendo sempre gradito come suona il cognome “Marler”, a un certo punto per me fu naturale ideare questo personaggio e, in un secondo momento, adottare questo pseudonimo. Inoltre, adoro la lettera erre (morde, mi ricorda il vetro che si infrange e taglia, è una lettera particolare, penso al rotacismo, alla sua importanza, per esempio, nella lingua latina… e un altro cerchio si chiude con Appio Claudio Cieco…) e “Brina Maurer” ne contiene ben tre.

Solo di recente ho scoperto che “Maurer” significa “muratore” in tedesco (proprio grazie a un tuo articolo, pubblicato sulla rivista “Il sarto di Ulm”). L’avevo sostituito al cognome “Turco” anche a causa del rapporto piuttosto conflittuale con mio padre. Ma alla fine mi sono ritrovata con un “cognome d’arte” che significa proprio quello che mio padre faceva per vivere!

Ho cercato a lungo di tenere separata la sfera creativa da quella privata e dal mio essere donna. Volevo scrivere opere che potessero far pensare a una voce maschile, come nel caso di Architetture Poesie Tridimensionali. E volevo una parola pura, pulita, che mi proteggesse dalla realtà. Per un certo periodo provai a destinare la poesia alla “bella parola” e la prosa allo squallore del mondo. Ma non funzionò a lungo.

Tra me e gli altri ho sempre avvertito la presenza di uno iato, come di una invisibile e sottile lastra di vetro. Per descrivermi brevemente, potrei usare parole di Luce d’Eramo: Io sono un’aliena.

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A TU PER TU – Giancarlo Baroni

Postato il

A TU PER TU

UNA RETE DI VOCI

L’ospite di oggi della rubrica A TU PER TU è Giancarlo Baroni.

Poeta (e anche valido fotografo) scrive, con intensità mai scevra da un filo di ironia, narrativa e poesia.

È stato per anni collaboratore delle pagine culturali della “Gazzetta di Parma”. Oggi registra le cose, gli eventi e i mutamenti, tramite i versi delle sue poesie e gli scatti fotografici. Con uno sguardo mai banale, mai scontato, ispirato dalla ricerca di bellezza e della residua umanità che è ancora possibile scorgere, a tratti, nelle nebbie di questo nostro tempo.

Due annotazioni:

queste mie note sono volutamente brevi perché il vero nucleo di interesse sono le risposte delle autrici e degli autori. La mia breve introduzione ha solo la funzione di incuriosire invitando ad approfondire, scoprendo di più dei vari scrittori, poeti ed artisti, del loro pensiero e dei loro lavori letterari ed artistici.

La seconda annotazione riguarda l’ottimo riscontro che sta avendo questo ciclo di interviste in termini di letture, visualizzazioni e più in generale a livello di interesse, curiosità, dialogo tra autori e lettori.

Se l’interesse si confermerà costante potrebbe nascere un’iniziativa editoriale legata a questa iniziativa. Se son rose…

Qui ed ora, buona lettura dell’intervista di Giancarlo Baroni e a presto, IM   

baroni cover

L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

 

5 domande

a

Giancarlo Baroni

 

  • Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Credo di essere una persona sobria, riservata, più inquieta di come appare. Preferisco stare sulla soglia anziché sotto i riflettori, ma non mi piace risultare invisibile.

  • Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore) indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni? Cita eventualmente qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale. Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica). Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.

La mia ultima raccolta di versi si intitola I nomi delle cose (puntoacapo edizioni, 2020). Parla dei nomi e delle cose della vita: la guerra, la violenza, la sopraffazione, la pietà e la sua assenza, la speranza, la bellezza, la morte. Un’ampia sezione è dedicata all’arte: pittori, scultori, quadri, statue…

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A TU PER TU – Eleonora Rimolo

Postato il Aggiornato il

A TU PER TU

UNA RETE DI VOCI

La rubrica A TU PER TU – Una rete di voci ospita oggi Eleonora Rimolo.

La giovane autrice salernitana ha saputo ritagliarsi uno spazio e ha ottenuto l’attenzione della critica e dei lettori in virtù di una ricerca personale e autentica, scevra da certi “giovanilismi” di maniera e da certe espressioni roboanti ma prive di sostanza.

Faccio ricorso, per chiarire quanto finora espresso, alle parole di Giancarlo Pontiggia: “La qualità che più sorprende nella giovanissima Eleonora Rimolo è la fermezza della tessitura stilistica: la precisione del suo andare a capo, l’equilibrio finissimo delle soluzioni metrico-sintattiche”.

Anche in questa occasione tuttavia non posso esimermi dal confermare l’invito a leggere l’intervista nella sua interezza.

Si avrà anche in questo caso la conferma della maturità della visione e del progetto e il legame profondo e appassionato con la parola poetica e letteraria.

Buona lettura, IM

 

L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

 

Eleonora Rimolo La terra originale copertina-001

5 domande

a

Eleonora Rimolo

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Non sarei capace di definirmi attraverso delle linee di confine o delle determinazioni, e se fossi un’artista non saprei mai dipingere un autoritratto; inoltre non mi piace ragionare sulla mia biografia: penso che il nostro tempo ci ponga di fronte all’esasperazione di un egocentrismo che permea la poesia soggettiva portando alla ribalta una serie di opere che propongono al pubblico esperienze personali inadeguate a costituire un’opera letteraria seria. Pertanto, cerco sempre di non dire di me nulla che non sia funzionale al discorso posto in essere.

2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?

Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.

Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).

Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.

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