Mese: marzo 2021

Verso un altrove – recensione con intervista

Postato il

Verso un Altrove

Cristina Lastri Verso un Altrove, Le Mezzalane, 2019

Recensione di Ivano Mugnaini

 
“In sana sommossa / verso l’isola che forse c’è”, scrive Cristina Lastri in una delle liriche di questo suo recente libro. I versi ci indicano una strada fatta di rettilinei e di curve oltre cui bisogna trovare il coraggio di andare. La sommossa, innanzitutto, è un momento di svolta, un deliberato scarto; ma il vocabolo si integra con quell’aggettivo “sana” fino a costituire un binomio inscindibile, un tutt’uno. La natura dell’aggettivo non modifica la forza e la schiettezza della rivolta. Anzi, semmai la rafforza. Una vera sommossa nasce da radici salde, dall’esperienza delle cose viste e percepite, perfino dagli errori, dagli sbagli di valutazione. Solo con quel bagaglio di esperienze si può intraprendere il viaggio verso la meta auspicata, quell’isola che, ribaltando un noto riferimento letterario, in questo caso c’è, esiste. Il libro è la sintesi dettagliata di un viaggio, un tragitto che, come ci indica il titolo, ci porta lontano.
Come ha sottolineato Cristina Lastri nell’intervista per la rubrica A TU PER TU, il timone idealmente è rivolto verso “un altrove”, non verso l’Altrove indistinto e assoluto.  Il cammino personale dell’autrice si estrinseca in varie “tappe” all’interno di questo libro.  Si può rilevare una prima forma di “evoluzione”, un mutamento di prospettiva, sia cronologico che “visivo”, per così dire, un differente punto di vista: “La sete di conoscenza mi ha permesso di emergere da una sorta di eremitaggio introspettivo e di rivolgere lo sguardo oltre, verso un fuori da sé”.  

Leggi il seguito di questo post »

L’arte di Santiago Ribeiro e i nostri tempi

Postato il

Su segnalazione di Annalina Grasso, curatrice del sito “900letterario”, pubblico l’articolo riguardante il video che promuove l’arte di Santiago Ribeiro invitandoci a riflettere sul senso (e sul ruolo dei sensi) di questo periodo complesso e tormentato.

Il link dell’articolo uscito su 90letterario è questo:

https://www.900letterario.it/altri-mondi/quando-larte-fa-riflettere-su-noi-e-il-covid-un-video-originale-per-celebrare-lartista-internazionale-santiago-ribeiro/

https://www.youtube.com/watch?v=c9Omtq7YheU&t=2s

L’Arte può essere divulgata in modo originale e divertente soprattutto in questo periodo così complicato. La tecnologia è fondamentale e in tal senso, tre italiani hanno deciso di promuovere l’arte surrealista di Santiago Ribeiro attraverso un video che spinge a guardare in modo diverso quello che sta accadendo riflettendo su tematiche fondamentali quali il significato dell’inconscio e il ruolo delle pulsioni quando ci trova private della propria libertà e delle proprie abitudini.

(da YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=c9Omtq7YheU&t=2s )

Omaggio all’artista internazionale Santiago Ribeiro, grazie alla pertecipazione speciale dell’attore Maurizio Bianucci interprete di film come Suburra, Fuorigioco, L’amore a domicilio e di diverse pieces teatrali e fiction RAI. Grazie infine alla Dott.ssa Annalina Grasso, giornalista e collaboratrice del prestigioso magazine d’arte Juliet, per il quale ha intervistato l’artista Santiago Ribeiro. Poesia “ Profluvi” di Vincenzo Calì La poetica di Ribeiro non si discosta da quella già annunciata nel Manifesto del Surrealismo di Breton: “Si crea partendo dal sogno, dalla condizione onirica, una dimensione temporale neutra, priva di progettualità passata o futura, si crea in questo stato, abitando la ragione come la abitano i matti. Con regole proprie, con visioni che ostracizzano il reale”. Si evita il consueto insomma, e lo fa anche Ribeiro intensificando gli automatismi psichici mostrandoli come parte fondante della Storia, costituita in parte da ossessioni, all’interno della quale gli uomini si muovono nudi e ciechi. Ribeiro, mentre crea, osserva le vocazioni e l’inconscio degli uomini a cui dà forma e colore, è uno spettatore consapevole della pericolosità della liberazione del proprio inconscio, delle pulsioni, del lato oscuro di sé e trova pacificazione sulla tela, rappresentando un mondo parallelo fatto di materia nitida, ma anche di coscienza ironica e critica. In tal senso Ribeiro più che a Salvador Dalí, si rifà a Max Ernst per quanto riguarda il concetto di arte come liberazione e gioco, un terreno dove compiere incursioni psichiche temporali, mostrando cosa si vedrebbe se l’uomo si liberasse della morale, dell’autocontrollo e, al contempo, illustrando le preoccupazioni, le manie e i disagi più profondi della società moderna e del suo comportamento collettivo. Le opere del pittore portoghese sono state esposte anche sugli schermi multimediali di Thomson Reuters e Nasdaq OMX Group, a Times Square a New York, la piazza multimediale più famosa del mondo. Il lavoro di Ribeiro è stato presentato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Lisbona e su diverse importanti testate di arte e cultura. Critica di Annalina Grasso
“Profluvi” L’io si libra, inquieto è l’incanto, del certo è cieco, moralità annegate, lascio a vero impeto, conscio e inconscio fusi a metà. Onirica danza mi scuote, il derma vibrante dice se, la materia è eterea, spalanca i profluvi e al fine sento… Sottili linee d’echeggi ondulano, le ossessioni si affollano vive, spazio e tempo lascio a metà e il fine è certo… Vincenzo Calì
“Flows” The ego hovers restless is the charm, it is blind about certainty drowned morality, I leave a real impetus, conscious and unconscious merged in half. Dreamlike dance shakes me, the vibrating dermis says ‘if’, the matter is ethereal, it opens wide the floods and in the end I feel … Thin lines of echoes sway, obsessions crowd alive, space and time I leave in half and the end is certain too…
Vincenzo Calì

160637561_AG4

158890600_ AG1

160921248_AG3

159518660_AG2

Con tre mascherine (tempi e luoghi)

Postato il

Con tre mascherine-page0001

Un mio inedito su tempi e luoghi, reali e immaginari.

Su necessità e desideri.

IM

ROSSOMETILE – intervista e presentazione del disco “Desdemona”

Postato il

La rubrica A TU PER TU ospita oggi i ROSSOMETILE e il loro album “Desdemona”.

Nell’intervista ci parlano della loro musica,  ma anche del connubio tra realtà e dimensione onirica,  delle assonanze, etno, gothic, symphonic, di Poe e di  Hesse, di “Storie d’amore e di peste”, di “Narciso e Boccadoro” e di mille altre suggestioni rese musica e armonia.

Buona lettura e buon ascolto a tutte e a tutti, IM

A TU PER TU UNA RETE DI VOCI L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande, in parte “personalizzate” e in parte ricorrenti, permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica. IM

Intervista

ai

Rossometile

Con particolare riferimento al disco Desdemona

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

La prima domanda è “di prassi”: potete fornire un vostro breve “autoritratto” ai lettori di Dedalus?

La band nasce a Salerno nel 1996 per iniziativa mia e di Rosario Runes Reina. Da subito la nostra idea è quella di fare inediti dalle sonorità metal contaminando il sound con altri generi musicali. Negli anni abbiamo avuto vari cambi di formazione cosa che ha influenzato la nostra discografia e che ci ha portato a realizzare album stilisticamente diversi tra loro. Nel 2010 entra a far parte della band Pasquale Pat Murino al basso e nel 2019 Ilaria Hela Bernardini diventa la nuova voce della band con la quale abbiamo realizzato Desdemona.La band nasce a Salerno nel 1996 per iniziativa mia e di Rosario Runes Reina. Da subito la nostra idea è quella di fare inediti dalle sonorità metal contaminando il sound con altri generi musicali. Negli anni abbiamo avuto vari cambi di formazione cosa che ha influenzato la nostra discografia e che ci ha portato a realizzare album stilisticamente diversi tra loro. Nel 2010 entra a far parte della band Pasquale Pat Murino al basso e nel 2019 Ilaria Hela Bernardini diventa la nuova voce della band con la quale abbiamo realizzato Desdemona.

(ha risposto Gennaro Rino Balletta)

 

2 ) Il nome del vostro gruppo da cosa nasce? Lo avete scelto per le suggestioni e le assonanze o anche per i significati che racchiude?

Il rosso di metile è un composto chimico, un indicatore di acidità. A un certo valore di pH il rosso di metile determina l’immediata colorazione rossa di una soluzione incolore. Pensammo che sarebbe stato originale immaginare di trasporre in musica il fenomeno cromatico che avviene in chimica col rosso di metile. E così unimmo le parole “rosso” e “metile” creando il nostro “rossometile”. 

(ha risposto Rosario Runes Reina) Leggi il seguito di questo post »

Alice nel labirinto – intervista a Roberta De Tomi

Postato il

Spazia con curiosità e fantasia, Roberta De Tomi,  in vari ambiti e tra vari generi. Ha scritto libri diversi l’uno dell’altro ma con il comun denominatore di una passione vivida, a tratti “speziata”, che la porta a cercare storie e argomenti in grado di suscitare a loro volta la curiosità, l’interesse e la passione del lettore, conducendolo in ambiti in cui realtà e dimensione onirica si incontrano, giocando a creare nuovi spazi, mondi possibili.
L’intervista qui pubblicata ci offre l’opportunità di approfondire la conoscenza con questa autrice vivace che opera attivamente anche in rete. Ci conduce inoltre a esplorare territori del panorama letterario che hanno molti appassionati lettori.
IM

2021Alice nel labirinto

A TU PER TU UNA RETE DI VOCI
 L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica. IM

5 domande

a

Roberta De Tomi

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Un saluto ai lettori e alle lettrici e un grazie per l’attenzione che mi dedichi. Non sarà un “autoritratto”… alla Dorian Gray, anche se sarebbe bello immortalare un pizzico di bellezza in questo momento storico così difficile. A parte questo, ho dipinto di colori diverse pagine che sono diventati racconti e romanzi. Ho iniziato in sordina, dopo essermi laureata al DAMS di Bologna, partecipando ad alcuni concorsi letterari, all’interno dei quali ho ottenuto buoni esiti. In parallelo ho iniziato un percorso lavorativo nella comunicazione che ha toccato diversi ambiti in maniera trasversale: dal giornalismo ai blog, passando per la gestione di eventi e uffici stampa. Parallelamente mi sono occupata anche di altre mansioni, ma sempre tenendo stretta la passione per la scrittura; passione che, dopo le prime prove, mi ha portato alla pubblicazione.
Ho vissuto e vivo con un certo travaglio la precarietà della mia generazione, tanto che ai tempi, con un blog e articoli dedicati, ho cercato di parlarne; ma mi rendo conto che certi argomenti sono spine che bruciano, vasi di cristallo da maneggiare con cura. Viviamo tempi complessi, sospesi, forse stiamo aspettando Godot; sinceramente io non riesco a stare ferma, in attesa di un miracolo salvifico. Non è nella mia indole, ho bisogno di creare, di fare qualcosa e di incuriosirmi. Creare è vivere.

  Leggi il seguito di questo post »

Il sirtaki con le stelle

Postato il Aggiornato il

Il niente, l’annichilimento, sono le minacce, le Sirene che ci chiamano a sé. Ma se è vero l’assunto che il percorso individuale coincide su diversa scala al destino del mondo, la tenacia, il rifiuto della resa incondizionata, traggono linfa dalla stessa fonte: “sarà che la Terra è un posto dove / mi è toccato vivere, / non affretto la corsa / respiro e danzo il sirtaki / con le stelle”.
Una mia recensione a “Di albe e di occasi” di Grazia Procino e le sue risposte alla rubrica A TU PER TU. Buona lettura, IM

 

Copertina libro Procino

Grazia Procino, Di albe e di occasi

Macabor editore,

collana Quaderni di Macabor, 2021

 
Sarà che vivo in controluce / con le albe e i tramonti di un sole / che, anche / quando non splende, / sorge per tutti”, scrive Grazia Procino in una delle liriche di questo suo recente libro. Vi sono segnali disseminati in questi versi. Mai resi smaccatamente palesi. Allusi, piuttosto, o evidenziati tramite richiami interni, ricorrenze e sottolineature sottese, e per questo più efficaci. La vita, innanzitutto. Quella condizione che, l’autrice lo evidenzia a più riprese, non è scontata, oggi più che mai. La vita individuale e quella collettiva, condivisa, quell’essere parte di un insieme più grande e complesso, illuminato da un sole, che, almeno lui, non fa distinzioni. Altro ineludibile concetto, ente o idea, è il tempo. La sequenza di albe e di tramonti non è mai lineare successione di istanti ma complessa interazione di presente, memoria e ipotesi di futuro. Tenendo conto del titolo c’è, inoltre, nei versi citati in apertura, una variazione solo in apparenza di scarso rilievo. Nel titolo si parla di “occasi”, nelle poesie del libro più volte di fa ricorso al vocabolo “tramonti”. Occasi è un vocabolo che fa riferimento al mondo classico. E non sembra solo un omaggio a volumi tanto amati e a lungo studiati dall’autrice. Appare quasi come un traguardo, un punto elevato raggiunto passo dopo passo, gradualmente, con tenacia, senza mai scordare il contatto dei piedi con il terreno. La cultura in questo libro non è esposta in vetrina in teche fosforescenti e tra fiocchi dorati. È presente anch’essa “in controluce”, potremmo dire, come strumento privilegiato di osservazione di un mondo il cui senso, quando è possibile coglierlo, è individuabile nella coesistenza di presente e passato, concretezza, sogno e memoria, indagine del sé in rapporto agli altri, al bene e al male della vita che scorre, a dispetto di tutto, nell’alveo del tempo.

Leggi il seguito di questo post »

Tempo innocente

Postato il

L’idea dell’innocenza abbinata al concetto di tempo è a dir poco inusuale. Nel corso dei secoli e nelle pagine di innumerevoli libri il tempo è stato descritto come tiranno, assassino, spietato divoratore di membra, padre feroce che si nutre dei propri figli. Rosa Salvia, in questo suo libro, giocato con estrema cura e consapevolezza sul discrimine sottile tra emozione e riflessione, ha voluto, al contrario, dichiararne l’innocenza.
Una mia recensione al libro. Buona lettura, IM
rosa-salvia-tempo-innocente-copertinapiatta-1
 

Rosa Salvia, Tempo innocente

Lietocolle, Collana Erato, 2019.

 

recensione di Ivano Mugnaini

 
L’idea dell’innocenza abbinata al concetto di tempo è a dir poco inusuale. Nel corso dei secoli e nelle pagine di innumerevoli libri il tempo è stato descritto come tiranno, assassino, spietato divoratore di membra, padre feroce che si nutre dei propri figli. Rosa Salvia, in questo suo libro, giocato con estrema cura e consapevolezza sul discrimine sottile tra emozione e riflessione, ha voluto, al contrario, dichiararne l’innocenza. L’autrice è troppo scrupolosa e conscia per aver semplicemente voluto divertirsi a stupire con un titolo ad effetto. Il libro è un invito alla ricerca, al pensiero critico, ad una visione attenta, divergente, laddove è necessario. È una lunga e appassionata “caccia al tesoro” per giungere a scoprire un frammento di verità, sia essa pietra salda o fiato impalpabile di un’ipotesi condivisa. Più esattamente, è una specie di gioco dei mimi in cui si tratta di indovinare chi è il personaggio, cosa fa, quale azioni compie, e, soprattutto, cosa siamo noi in rapporto a lui. Forse, in ultima istanza, si tratta di scoprire se quel personaggio che cerchiamo di indovinare, quello che viene definito innocente ma ci atterrisce, quello che ci terrorizza ma in realtà non ha colpa, in fondo, siamo noi. L’immagine di noi, l’essenza di noi.
“Oggi il sole è uno splendore!” Il primissimo verso della raccolta è questo. Sembra una pura descrizione, un’esclamazione di gioia estatica, lineare, incondizionata. Invece, per fortuna dell’autrice e del lettore, in questo libro di semplice c’è poco o niente e di puro c’è solo il desiderio di scoprire ambivalenze, coesistenze di realtà e sensazioni, in poche parole “impurità”. Solo ciò che è spurio, in grado di leggere allo stesso tempo le righe e lo spazio misterioso che le separa e le unisce, ci avvicina di qualche passo, senza annichilirci, allo splendore di quel sole da cui siamo partiti. Non è un caso che un passo oltre, nei versi successivi della lirica d’esordio, faccia la sua comparsa un “immenso occhio curioso” che gioca “fra i ghirigori della tenda”.

Leggi il seguito di questo post »