Alice nel labirinto – intervista a Roberta De Tomi
Spazia con curiosità e fantasia, Roberta De Tomi, in vari ambiti e tra vari generi. Ha scritto libri diversi l’uno dell’altro ma con il comun denominatore di una passione vivida, a tratti “speziata”, che la porta a cercare storie e argomenti in grado di suscitare a loro volta la curiosità, l’interesse e la passione del lettore, conducendolo in ambiti in cui realtà e dimensione onirica si incontrano, giocando a creare nuovi spazi, mondi possibili.
L’intervista qui pubblicata ci offre l’opportunità di approfondire la conoscenza con questa autrice vivace che opera attivamente anche in rete. Ci conduce inoltre a esplorare territori del panorama letterario che hanno molti appassionati lettori.
IM
A TU PER TU UNA RETE DI VOCI
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica. IM
5 domande
a
Roberta De Tomi
1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Un saluto ai lettori e alle lettrici e un grazie per l’attenzione che mi dedichi. Non sarà un “autoritratto”… alla Dorian Gray, anche se sarebbe bello immortalare un pizzico di bellezza in questo momento storico così difficile. A parte questo, ho dipinto di colori diverse pagine che sono diventati racconti e romanzi. Ho iniziato in sordina, dopo essermi laureata al DAMS di Bologna, partecipando ad alcuni concorsi letterari, all’interno dei quali ho ottenuto buoni esiti. In parallelo ho iniziato un percorso lavorativo nella comunicazione che ha toccato diversi ambiti in maniera trasversale: dal giornalismo ai blog, passando per la gestione di eventi e uffici stampa. Parallelamente mi sono occupata anche di altre mansioni, ma sempre tenendo stretta la passione per la scrittura; passione che, dopo le prime prove, mi ha portato alla pubblicazione.
Ho vissuto e vivo con un certo travaglio la precarietà della mia generazione, tanto che ai tempi, con un blog e articoli dedicati, ho cercato di parlarne; ma mi rendo conto che certi argomenti sono spine che bruciano, vasi di cristallo da maneggiare con cura. Viviamo tempi complessi, sospesi, forse stiamo aspettando Godot; sinceramente io non riesco a stare ferma, in attesa di un miracolo salvifico. Non è nella mia indole, ho bisogno di creare, di fare qualcosa e di incuriosirmi. Creare è vivere.
2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?
Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.
Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).
Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.
“Alice nel labirinto” rappresenta l’anello di congiunzione tra due diversi momenti della mia vita di autrice. Uscito nel 2017 con DAE, che me l’ha richiesto a titolo di commissione, è stata l’opera che più di tutte mi ha portato a lavorare su un testo in maniera approfondita. Ho infatti studiato diversi aspetti di Carroll e del suo rapporto con la piccola Alice Pleasance Liddell, protagonista del libro. Il romanzo mi ha portato a lavorare sul linguaggio, cercando di recuperare il nonsense che pervade ogni pagina, a partire dagli accadimenti. Alice non è più la bambina che conosciamo, ma una giovane donna che di quella piccola recupera il sentire, a contatto con un Paese delle Meraviglie, diverso da quello che abbiamo conosciuto. Nella forma del librogame ho voluto portare alle estreme conseguenze il gioco che nel primo libro si presenta sotto forma di carte e nel secondo come una partita a scacchi. Il gioco “nel labirinto” – che è metaforico – si ritrova negli indovinelli, nei personaggi che ho voluto rendere stonati. Per me è stata una prova difficile, ma anche densa di momenti “folli”, espressi nella scrittura di scene da “trip”. È stato come immergersi nell’epoca vittoriana, per poi riemergere con una prospettiva nuova. In fase di scrittura, la fatica era alternata a momenti di immersione in cui, a ogni parola, mi sentivo di vivere come Alice. E quello che è risultato vive di quel desiderio di andare oltre agli schemi che era proprio di Carroll. Grazie a lui mi si è aperto un mondo.
Alice nel labirinto” è stato oggetto di alcune recensioni.
“Abbraccio la mia Alice, grata per il suo coraggio nell´aver riaperto le porte di quel paese delle meraviglie che tanto mi è mancato. Quello che la società cosiddetta civile tenterà sempre di strapparci.
Perché imbrigliare il diverso, il sogno, nascondere l’immaginazione sotto il tappeto e osteggiare la poesia e l’arte è il miglior modo per renderci addomesticabili. È privarci della libertà facendoci vivere come polli, ignari della nostra vera essenza di aquile. Un libro coraggioso, onirico e poetico, dotato di una forza evocativa rara, capace di spronare il pensiero con la sublime tecnica del libro game. Siete voi a crearvi la vostra storia di Alice. Sarete messi alla prova sfruttando il vostro terrore a rompere la rigida consuetudine persino di un libro, che è (e deve restare) sogno. Fuori dalle rigide, improbabili regole del realismo. Vi sfido.
Siete capaci di essere folli?”
(Alessandra Micheli – Les Fleurs du Mal
https://lesfleursdumal2016.wordpress.com/2018/09/07/alice-nel-labirinto-di/)
“Roberta De Tomi ricalca e riprende in maniera accattivante lo stile di Lewis Carroll, intercalando ad una prosa fluida e vivace nuovi giochi di parole, nonsense e poesie. L’effetto è straniante, e a volte persino un po’ angosciante, proprio come accade nella Alice di Carroll. Non occorre, tuttavia, essere esperti dell’opera originale, in quanto Roberta De Tomi desidera accompagnare e spingere i lettori in un viaggio interattivo alla ricerca di se stessi, della propria identità ma soprattutto della propria libertà individuale e personale. Attraverso la sua Alice, anche noi ci addentreremo in nuovi labirinti, affronteremo nuovi mostri e saremo padroni delle nostre scelte.”
(Caterina Franciosi – Il salotto letterario
http://salottoletterario20.blogspot.com/2020/05/le-recensioni-del-salotto-alice-nel.html)
“Un altro aspetto a mio avviso innovativo e dinamico è la possibilità di “saltare” da un capitolo all’altro. Alla fine di alcuni capitoli infatti il lettore di trova di fronte ad una scelta, può proseguire la lettura in modo tradizionale oppure saltare dei capitoli. Da questo punto di vista devo fare i complimenti all’autrice, ho provato a leggere in entrambe le modalità e devo dire che la storia “fila” anche saltando alcune parti e questo non è né semplice né scontato.”
(Ourfreetime – http://www.ourfreetime.it/recensione-alice-nel-labirinto-di-roberta-de-tomi/)
Il libro si è aggiudicato il secondo premio ex-aequo presso il “Trofeo Cittadella” nel 2019 e ha ispirato il clip musicale “I’m a prisoner” dei NovelToy, diretto dal regista Giulio Manicardi. Da esso si è creato un mondo di connessioni interdisciplinari e multimediali, ancora in fase di sviluppo. Vedremo cosa accadrà in futuro.
3 ) Fai parte degli autori cosiddetti “puristi”, coloro che scrivono solo poesia o solo prosa, o ti dedichi a entrambe?
In caso affermativo, come interagiscono in te queste due differenti forme espressive?
Prediligo la prosa in generale, ma leggo la poesia con curiosità, avendo avuto ottimi insegnanti al liceo che mi hanno fornito robuste basi di esegesi. Di fatto mi dedico a entrambe, credo si compenetrino a vicenda, soprattutto nella ricerca linguistica, nell’attenzione alla parola, nell’immettere tocchi lirici che scivolano nel narrato. Questo tenendo conto che mi lascio influenzare da letture e da ciò che mi incuriosisce. Che sia arte visiva, poesia, prosa, musica etc… resto aperta alle contaminazioni, credo siano la base per far crescere una vision e una penna.
4 ) Quale rapporto hai con gli altri autori? Prediligi un percorso “individuale” oppure gli scambi ti sono utili anche come stimolo per la tua attività artistica personale?
Hai dei punti di riferimento, sia tra gli autori classici che tra quelli contemporanei?
Cerco di imparare dagli altri autori, mi piace il confronto, trovo che sia fondamentale. Fatta questa premessa, ho una grande passione per tre “grandi” della letteratura tedesca: Goethe è un faro, ma anche Thomas Mann ed Hermann Hesse. Poi, i francesi: da Flaubert a Stendhal, passando per Zola. In Italia, Aldo Palazzeschi, Luigi Pirandello, gli Scapigliati. Inoltre le fiabe, che sono i miei primi amori, da cui quello per la narrativa Fantasy e quel caposaldo che per me è “La storia infinita”. Ende mi ha incantata anche con “Momo”. Avrei un elenco immenso, ma cito anche Amélie Nothomb per l’impianto dialogico; inoltre tanti autori e autrici contemporanei di genere che ho avuto la fortuna di conoscere anche personalmente e la cui scrittura mi accompagna in molti frangenti.
5 ) L’epidemia di Covid19 ha modificato abitudini, comportamenti e interazioni a livello globale.
Quali effetti ha avuto sul tuo modo di vivere, di pensare e di creare?
Ha limitato la tua produzione artistica o ha generato nuove forme espressive?
Il Covid19 mi ha portato a una produzione maggiore, dando impulso a nuove idee e proposte, soprattutto di tipo interdisciplinare. Il tutto sulla spinta di una revisione del mio scrivere e fare creativo, a partire dallo studio dei Social, delle serie televisive, accostate alle letture. L’isolamento obbligato mi ha portato a fare molta introspezione e al contempo, a riprendere progetti che avevo accantonato. È stato un cancellare per scrivere nuovi capitoli – anche esistenziali – che spero possano aprire a nuove speranze. In tal senso la creatività è stata un’ancora di salvezza.
Roberta De Tomi è nata a Mirandola (Modena) negli anni Ottanta. Dopo la laurea al Dams di Bologna, ha iniziato a collaborare con alcune testate giornalistiche. Parallelamente, negli anni ha svolto mansioni legate alla comunicazione e agli eventi culturali. Nel 2012 è co-curatrice della raccolta poetica benefica “La luce oltre le crepe” (Bernini), insieme al poeta modenese Luca Gilioli. Dal 2014 ha iniziato a pubblicare. Tra i titoli: Come sedurre le donne (How2 Edizioni, 2014). Nel 2016 è la volta di “Chick Girl – Azalee per Veridiana” (Delos Digital, 2016). Allieva di Bottega Finzioni nel 2019, anno in cui auto pubblica il racconto lungo thriller “Laura nella stanza”, Roberta tiene anche docenze di scrittura creativa, gestisce pagine Social per enti e cura il blog La penna sognante. Nel 2020 ha auto-pubblicato il racconto lungo urbanfantasy: Melody, la Vestale di Inventia, il mistery Erika e il mistero della Regina delle Fate. Infine, Trappola d’ardesia (Delos Crime, ebook), una storia a tinte forti che tratta il tema della violenza sulle donne in un thriller breve denso di misteri. 