Alfonso Gatto
Tempo innocente
L’idea dell’innocenza abbinata al concetto di tempo è a dir poco inusuale. Nel corso dei secoli e nelle pagine di innumerevoli libri il tempo è stato descritto come tiranno, assassino, spietato divoratore di membra, padre feroce che si nutre dei propri figli. Rosa Salvia, in questo suo libro, giocato con estrema cura e consapevolezza sul discrimine sottile tra emozione e riflessione, ha voluto, al contrario, dichiararne l’innocenza.
Una mia recensione al libro. Buona lettura, IM
Rosa Salvia, Tempo innocente
Lietocolle, Collana Erato, 2019.
recensione di Ivano Mugnaini
L’idea dell’innocenza abbinata al concetto di tempo è a dir poco inusuale. Nel corso dei secoli e nelle pagine di innumerevoli libri il tempo è stato descritto come tiranno, assassino, spietato divoratore di membra, padre feroce che si nutre dei propri figli. Rosa Salvia, in questo suo libro, giocato con estrema cura e consapevolezza sul discrimine sottile tra emozione e riflessione, ha voluto, al contrario, dichiararne l’innocenza. L’autrice è troppo scrupolosa e conscia per aver semplicemente voluto divertirsi a stupire con un titolo ad effetto. Il libro è un invito alla ricerca, al pensiero critico, ad una visione attenta, divergente, laddove è necessario. È una lunga e appassionata “caccia al tesoro” per giungere a scoprire un frammento di verità, sia essa pietra salda o fiato impalpabile di un’ipotesi condivisa. Più esattamente, è una specie di gioco dei mimi in cui si tratta di indovinare chi è il personaggio, cosa fa, quale azioni compie, e, soprattutto, cosa siamo noi in rapporto a lui. Forse, in ultima istanza, si tratta di scoprire se quel personaggio che cerchiamo di indovinare, quello che viene definito innocente ma ci atterrisce, quello che ci terrorizza ma in realtà non ha colpa, in fondo, siamo noi. L’immagine di noi, l’essenza di noi.
“Oggi il sole è uno splendore!” Il primissimo verso della raccolta è questo. Sembra una pura descrizione, un’esclamazione di gioia estatica, lineare, incondizionata. Invece, per fortuna dell’autrice e del lettore, in questo libro di semplice c’è poco o niente e di puro c’è solo il desiderio di scoprire ambivalenze, coesistenze di realtà e sensazioni, in poche parole “impurità”. Solo ciò che è spurio, in grado di leggere allo stesso tempo le righe e lo spazio misterioso che le separa e le unisce, ci avvicina di qualche passo, senza annichilirci, allo splendore di quel sole da cui siamo partiti. Non è un caso che un passo oltre, nei versi successivi della lirica d’esordio, faccia la sua comparsa un “immenso occhio curioso” che gioca “fra i ghirigori della tenda”.
e come potevamo noi cantare ?
Il Consiglio di Zona 2
in collaborazione con
ANPI Crescenzago
presentano
“Casa della Poesia” al Trotter
mercoledi 24 Aprile 2013
Auditorium ex Chiesetta
“E COME POTEVAMO NOI CANTARE?”
1^ parte – dalle ore 18.00 alle ore 19.30
Lettura scenica
di lettere di martiri della libertà e di poesie di
Paul Eluard, Alfonso Gatto, Teresio Olivelli,
Salvatore Quasimodo, Sergio Solmi, David Maria Turoldo
interpretate da:
Alessia, Aurora, Camilla, Carla, Christian, Cristian, Daniela,
Emma Evelyn, Gioele, Giorgia, Giorgio, Judith, Kimberley, Marco, Simone
Scuola Media “CASA DEL SOLE”
2^ parte – dalle ore 20.00
“Libertà vo cercando”
i Malapizzica
in concerto:
I Canti della Resistenza
e
“Li canti de l’autra vita”
La poesia salentina di Giuseppe De Dominicis
Recital di
Rocco Garrapa e Cosimo Angiano
Introduce Michelangelo Coviello
Chiusura ore 23.00 circa
ingresso libero
Giusi Busceti
Associazione Culturale
“Casa della Poesia”
al Parco Trotter, Via Giacosa, 46
20127 Milano