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IL POLITICO

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IL POLITICO cop.fronteUn romanzo breve di Pierluigi Straneo, un autore giovane con varie esperienze di scrittura ed un suo personale progetto, idee, impronte, tracce espressive e contenutistiche. Un’opera di fantasia, ma, e aggiungerei purtroppo, molto realistica, con tratti, atmosfere ed episodi che sembrano ispirati dalla becera cronaca quotidiana.
Pubblico qui di seguito la sinossi, molto ben curata, inviatami dall’autore stesso.
Ancora, a tutti i “dedalonauti”, buona estate,
IM

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SINOSSI DI “IL POLITICO”

Si tratta di un romanzo breve, dalle connotazioni fortemente attuali, scritto con quello che tecnicamente si potrebbe definire uno stile blanche. Privo di inserti didascalici o pedanterie moralistiche, esso delinea la “fortunosa costituzione” di un campione possibile della politica odierna. Il protagonista (che, in quanto sprovvisto di una personalità e di una psicologia vere e proprie, verrà indicato lungo l’intero corso del romanzo col pron. pers. m. lui, o, tutt’al più, da due nomignoli che gli verranno affibbiati nello svolgersi della storia), viene seguito sin dalla più tenera età. Lo pediniamo alle prese con i suoi disturbi sociopatici e comportamentali.
Il romanzo, ad es., si apre sul protagonista che, alla più tenera età, strappa le ali ad una libellula per poi poterla osservare mentre viene divorata viva da un formicaio, senza che essa si possa più difendere in alcun modo. Su di lui graverà, pochi anni più tardi, anche il sospetto della morte, apparentemente accidentale, di un cuginetto, cascato giù da una rupe. Già più grande, lo seguiremo al suo ingresso in un movimento politico dalle forti tinte xenofobe, in cui si sbizzarrirà in risse gratuite e punizioni ad extracomunitari inermi. Compirà anche uno stupro, ai danni della moglie del proprio caposezione, ma nonostante tutto questo conoscerà un brillante quanto veloce inserimento nell’ambiente politico, che lo porterà, nella conclusione del racconto, all’elezione ad onorevole.
I suoi gesti, tuttavia, sono capaci di disturbarci, ma non si rivelano così tanto eclatanti da fare di lui un vero mostro. È una mediocrità anche nel male. È vuoto. È, in una parola, un borderline. Ma – cosa stupefacente – riuscirà comunque, e neppure volendolo, a fare una carriera strutturata all’interno della società, che si aprirà, verso il finale, niente meno che all’elezione a rappresentante democratico della società civile. Il che ci vorrebbe implicitamente porre più di un rilievo critico circa l’inefficiente stato politico in cui versiamo, seppure, come dicevo, senza alcun tipo di indulgenza verso la trattatistica morale o predicozzi di sorta: questo resta il racconto, nudo e senza orpelli, della formazione di uno pseudo-individuo e della promozione di esso ai più elevati ranghi sociali. Lo stile (che va di pari passo con la nullità – sia dal punto di vista emotivo che da quello intellettuale – che si vede chiamato a descrivere) è sorvegliato, ma appositamente deprivato di qualsivoglia belluria ed erudizione: tende cioè a farsi trasparente a servizio del suo contenuto. È uno stile minimalista, insomma, scevro di ogni tentazione pedagogica o affabulatoria. A tal punto che anche un’eventuale luce ironica che si dovesse riscontrare all’interno del testo, affiorerebbe, per così dire, da sé sola: senza, o quasi interventi da parte dell’autore.

Dopo il moderno

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Qui di seguito alcune notizie riguardanti il libro “Giuseppe Pedota
Dopo il moderno
Saggi sulla poesia contemporanea

A cura di Giorgio Linguaglossa

Edizioni CFR, 2012, pagg. 120, € 13,00

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Ho qui raccolto gli appunti critici di Giuseppe Pedota, composti dal 2005 al 2010, che dovevano far parte del rilancio della seconda serie della rivista «Poiesis» (che poi non vide mai la luce). Questi scritti postumi ci guidano, come con una torcia tascabile, dentro le antinomie e le ambiguità delle poetiche del Dopo il Moderno, che costituisce la categoria centrale con la quale il critico inquadra la poesia contemporanea. Pur nella forma del «frammento», ritengo questi scritti di capitale importanza per l’intelligenza delle questioni oggi connesse alla poesia. Un brillante diagramma dell’«attualità dell’anacronismo»: una analisi della poesia di Gellu Naum, Kikuo Takano, Enis Batur, Vito Riviello, Leopoldo Attolico, Franco Marcoaldi, Giovanni Giudici, Franco Fortini, Carlo Betocchi, Angelo Maria Ripellino, Giovanni Giudici, Helle Busacca, Aldo Nove, Patrizia Valduga, Elio Pecora, Elio Pagliarani, Luciano Erba, Luigi Manzi, Cesare Viviani, Dante Maffìa, Giorgio Linguaglossa, Roberto Bertoldo. Introduce il fondamentale saggio «la scomparsa dell’interlocutore» sulla poetica di Osip Mandel’štam e Wystan Auden. Completa il libro il saggio «la vocabologia post-sacrale della poesia del Dopo il Moderno» sulla poesia di Giovanna Sicari, Maria Rosaria Madonna, Maria Marchesi, Laura Canciani, Chiara Moimas, Giorgia Stecher ed il saggio «c’è una crisi della Ragione poetica?» sulla poesia di Umberto Piersanti, Eugenio De Signoribus, Biancamaria Frabotta, Valerio Magrelli, Giampiero Neri, Antonio Riccardi, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis.

Giorgio Linguaglossa

Giuseppe Pedota (Genzano di Lucania 1933-2010), esordisce negli anni Sessanta come pittore e scultore, frequenta Borges e Dino Buzzati. È un artista inquieto e anticonformista. Nel 1995 entra nella redazione del quadrimestrale di letteratura «Poiesis» che conta tra i suoi redattori Giorgio Linguaglossa, Lisa Stace, Maria Rosaria Madonna, Dante Maffìa e Laura Canciani con i quali redige e firma sul n. 7 della rivista nel 1995, il «Manifesto della Nuova Poesia Metafisica». Nel 1996 pubblica Equazione dell’infinito e, nel 1999, I vincoli dello spazio. Sul numero 22 di «Poiesis» appaiono gli inediti di Lucania lucis e, nel 2005, il numero speciale 32 di «Poiesis» raccoglie le sue poesie. È del 2007 il saggio La nuova poesia ontologica di Giorgio Linguaglossa.

Sommario

DOPO IL MODERNO? 5
a proposito del paradigma maggioritario 11
il problema della «rappresentazione poetica»
Gellu Naum, Kikuo Takano, Enis Batur 15
la scomparsa dell’interlocutore 20
Osip Mandel’stam, Wystan Auden
la vocabologia post-sacrale della poesia del Dopo il Moderno 25
Giovanna Sicari, Maria Rosaria Madonna, Maria Marchesi, Laura Canciani, Chiara Moimas, Giorgia Stecher
DOPO IL MODERNO 31
l’attualità dell’anacronismo 31
Vito Riviello, Leopoldo Attolico, Franco Marcoaldi, Giovanni Giudici, Franco Fortini, Carlo Betocchi, Angelo Maria Ripellino, Giovanni Giudici, Giorgia Stecher, Helle Busacca, Aldo Nove, Patrizia Valduga, Elio Pecora, Elio Pagliarani, Luciano Erba, Luigi Manzi, Cesare Viviani, Dante Maffìa, Giorgio Linguaglossa, Roberto Bertoldo
CRISI DEL MODELLO PROPOSIZIONALE DEL DISCORSO POETICO 76
quale linguaggio poetico? 76
Roberto Bertoldo, Maria Marchesi, Maria Rosaria Madonna, Laura Canciani
c’è una crisi della Ragione poetica? 90
Umberto Piersanti, Eugenio De Signoribus, Biancamaria Frabotta, Valerio Magrelli, Giampiero Neri, Antonio Riccardi, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis
LA POESIA DI DANTE MAFFIA 99
Sulla poesia in dialetto di Dante Maffìa 112
Sommario 117