La caratteristica di Annamaria Ferramosca che emerge, sia dalla lettura dei suoi libri sia dai dialoghi e dalle presentazioni, è la ricerca di un impegno non di maniera e la volontà di estendere il rapporto tra la parola e il mondo, generando fertili contaminazioni.
Il suo è uno sguardo aperto, non in modo retorico o formale. È caratterizzato da un aspetto tutt’altro che frequente, nel mondo letterario e non solo: un desiderio di condivisione fattivo. Il contrario dell’individualismo. Dettò così sembra poco e sembra scontato. In realtà coloro che davvero rinunciano a parte del proprio individualismo per andare oltre “i cerchi e i circoli” sono pochi. Annamaria Ferramosca ha un proprio universo espressivo. Ma ricerca anche, con sincera costanza, i lavori di gruppo, corali, gli spartiti per duetti o per strumenti che cercano accordi e concerti.
L’impegno a cui si è accennato si abbina anch’esso, senza stridore e senza forzature, alla descrizione di sentimenti assolutamente intimi. L’autrice sa rendere metafora sia la sua emozione e lo stupore per la crescita di sua nipote, sia lo smarrimento e il dolore per le ingiustizie del mondo, per gli squilibri e le sopraffazioni di cui il nostro tempo si rende complice.
Avrei voluto esimervi ed esimermi dal “mantra” dell’invito alla lettura dell’intervista completa. Non mi è possibile. Perché solo le risposte nel loro contesto danno senso e misura a quanto qui accennato in modo succinto, per cenni.
Buona lettura, quindi, a tutti i “dedalonauti”, IM
A TU PER TU
UNA RETE DI VOCI
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Saranno volta per volta le stesse domande.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.
IM
5 domande
a
Annamaria Ferramosca
1 )Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Mi autoritraggo: ho profilo di donna, ma da sempre mi sono percepita come “persona”, essere che, al di là della propria esperienza di genere, sente di avere un potenziale cognitivo e creativo espressione dell’umano, nella sua interezza e varietà. Il risultato è quello che forse emerge dalla mia scrittura, di una sempre inquieta scrivente, che ha amato e continua ad amare questo prodigiomistero che è la vita e che si lascia attraversare dalle alterne vicende cercando un punto di equilibrio almeno sulla carta, con l’aiuto delle parole. E la mia modalità di ricerca, intravista fin da bambina, è quella del crescere nel confronto continuo delle esperienze, attraverso lo scambio reale con gli altri, quotidiano e del vigile sguardo sul mondo. Ma tutto questo lungo un’intera vita davvero non basta, non basta –l’ho compreso presto– perché l’incontro con altri vissuti e visioni deve essere il più largo possibile e può avvenire soltanto attraverso la lettura, incessante, sterminata, che sento necessaria come il pane. Da qui l’esigenza poi di restituire almeno tracce dell’immenso immaginario percorso e del pensiero via via elaborato. Così fin dall’adolescenza scrivo, in poesia. Con tremore, sempre, per tutto ciò che inesorabilmente in poesia sfugge, ma anche con la felicità di dar corpo a qualcosa di estremamente volatile ma evocatore di senso, che preme per essere comunicato, e poterlo fare maneggiando la parola, piegandola alla necessità di grazia e ritmo del verso.
E sono grata alla vita che mi ha permesso di seguire questa forma privilegiata di conoscenza – del mondo e di me stessa – che è la poesia.
2 )Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?
Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.
Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).
Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.
Ogni mia raccolta poetica è il risultato di una mia esigenza –diciamo pure caratteriale– che è il mio voler mai fermarmi, cercare ogni giorno nuove scene, dimensioni, nuove voci e luoghi dove rinascere. Ogni testo nasce non da un progetto, ma da occasioni fortuite, inaspettate. Sono incontri dal quotidiano che s’intrecciano con scene dell’immaginario, o anche oniriche, con incursioni nel mio passato, nella storia, nel mito, fino a spingersi negli spazi inaccessibili dell’altrove. Solo alla fine di ogni periodo di scrittura, quando lo avverto compiuto, accade che il libro si organizzi quasi in automatico, ed è per me facile collegare i testi in sezioni secondo un contiguo respiro tematico.
E nei titoli dei miei libri resta la traccia delle varie tappe di una esplorazione ancora in moto, come in: Il versante vero; Porte/Doors; Curve di livello; Ciclica; Altri Segni, Altri Cerchi; Andare per salti.
Ecco, mi soffermo su quest’ultimo, pubblicato nel 2017 da ArcipelagoItaca come Premio per una Raccolta Inedita. Il libro riflette in pieno questa mia spinta a trascrivere una persistente inquietudine, divenuta più pressante per il rifiuto, credo ormai sentito da molti, della deriva del mondo fattosi sempre più estraneo – i suoi cardini spostati ormai sul profitto e sulla ipertecnologia– un mondo indifferente, non solidale, miope verso il futuro, che lentamente ci sottrae umanità, l’incontro vero, oltre che gli spazi naturali di vivibilità.
Il presente concorso si ispira al nome dell’Editrice Divinafollia, che pubblicherà in volume gli elaborati vincitori.
Se avete nel famoso cassetto (o anche altrove) uno scritto che avete sempre tenuto in disparte, quasi fosse radioattivo, tagliente o ustionante, se non avete mai osato farlo leggere a qualcuno, è il momento di recuperarlo, metterlo dentro un bel file ed inviarlo qui, a questo concorso.
Se non lo avete, prendete un foglio e una penna, oppure un computer e una tastiera, e date libero sfogo a ciò che più vi scalda, di amore o di rabbia, di sesso o di cervello, nella carne e nella mente, nella realtà e nell’immaginazione.
Cerchiamo testi da selezionare e li vogliamo sopra le righe, o attraverso le righe, asimmetrici, sghembi, di sbieco, insomma testi liberi per spunto, tema e forma espressiva. Ispirati da una sana, umanissima follia creativa.
Testi in versi o in prosa in cui la vostra vena ispiratrice è stata debordante, guidata da un’emozione febbrile, sincera e intensa, quella che non di rado consente di vedere oltre: gli stati d’animo, le pulsioni, i desideri, la gioia, la rabbia e mille altre sensazioni vibranti e prive di filtri protettivi.
La tematica è del tutto libera (il titolo del concorso non è vincolante e non indica un tema a a cui attenersi). Verranno accolti scritti di qualsiasi tenore espressivo. Verranno esclusi solamente gli elaborati con contenuti offensivi della dignità delle persone, denigratori o con discriminazioni razziali e sessuali.
Per il resto, il campo è libero; e la fantasia creativa sarà un ingrediente molto ricercato e apprezzato in fase di lettura e selezione.
NORME DI PARTECIPAZIONE
Il Concorso prevede la selezione di scritti poetici e narrativi.
Saranno accettati sia testi inediti che testi pubblicati on line o in antologie. Sono accettati inoltre poesie e brani di narrativa estratti da libri autopubblicati (self publishing).
Saranno invece esclusi testi precedentemente pubblicati in volume cartaceo dotato di codice ISBN.
In ogni caso è richiesto che, all’atto dell’invio, gli autori siano in possesso dei diritti relativi agli elaborati da loro inviati. L’invio corrisponde ad un dichiarazione in tal senso.
LETTURA E SELEZIONE
Mano a mano che perverranno, alcuni dei testi migliori potranno essere inseriti, indipendentemente da quella che sarà la classifica finale del Concorso, nella rivista telematica DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario, http://www.ivanomugnainidedalus.wordpress.com. L’inserimento dovrà essere concordato tra la redazione e del sito e l’autrice o l’autore dell’elaborato selezionato. Verrà richiesta agli autori una dichiarazione in cui specificano che i testi sono inediti, di loro proprietà e liberi da vincoli editoriali.
Nel sito DEDALUS sono presenti, preceduti da un commento introduttivo, liriche, prose e interventi critici di alcune delle voci più significative del panorama letterario contemporaneo e di alcuni autori giovani o emergenti dotati di personalità e talento.
Il Concorso si articola in due Sezioni: POESIA e NARRATIVA.
Si partecipa alla Sezione Poesia con liriche oppure con brevi prose poetiche.
Si può inviare da una ad un massimo di tre poesie. La lunghezza massima è di 50 versi ciascuna. Si potranno inviare, in alternativa, da una a tre prose liriche. Ciascuna di esse dovrà essere contenuta in una sola cartella standard.
La Sezione Narrativa è riservata a scritti in prosa di qualunque tipo e genere (racconti, lettere, considerazioni, divagazioni, brani di diario e qualsiasi altro testo creativo scritto nella forma narrativa).
Per la sezione Narrativa potranno essere inviati da uno a tre elaborati. Ciascuno dovrà avere una lunghezza massima di dieci cartelle (pagine) standard ( usando preferibilmente i font Arial o Times New Roman).
È ammessa in casi specifici la partecipazione con elaborati di lunghezza maggiore alle dieci cartelle, purché il superamento sia contenuto in termini ragionevoli. Il Premio è Elogio alla Follia ma non siamo pronti a ricevere romanzi fiume stile Guerra e pace. Siamo invece disposti ad accettare racconti o brani di romanzo che per poter essere presentati in modo organico necessitano alcune cartelle in più del limite indicato.
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Per entrambe le Sezioni del Premio è consentita agli autori la partecipazione con uno pseudonimo o con un nome d’arte.
In tal caso i concorrenti dovranno indicare se in caso di segnalazione o di vittoria vogliono essere indicati nel comunicato stampa con lo pseudonimo con cui hanno partecipato o con il loro nome anagrafico.
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È consentita la partecipazione ad autori ed autrici di qualsiasi nazionalità.
È consentita la partecipazione con testi in lingua straniera o con testi in una delle lingue o dei dialetti regionali italiani.
In entrambi i casi sarà necessario affiancare al testo un’accurata traduzionein lingua italiana.
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Gli scritti inviati saranno valutati da due Giurie specifiche, una per la Sezione Poesia e una per la Sezione Narrativa.
I componenti delleGiurie sono i seguenti.
Per la Sezione Poesia:
Maria Attanasio (poeta e narratora); Flaminia Cruciani (poeta e archeologa); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Anna Maria Ferramosca (poeta, biologa e critico letterario); Luigi Fontanella (scrittore, poeta, docente universitario, direttore della rivista Gradiva); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Carlo Pasi (docente universitario e saggista); Valeria Serofilli (insegnante, poeta e presidente di AstrolabioCultura); Antonio Spagnuolo (poeta e critico letterario).
Per la Sezione Narrativa:
Daniela Carmosino (critico letterario e saggista); Marco Ciaurro (filosofo e scrittore); Caterina Davinio (scrittrice, poeta e saggista); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Gianluca Garrapa (scrittore, operatore psicoanalitico e poeta); Francesca Mazzucato (scrittrice e traduttrice); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Caterina Verbaro (docente universitaria e saggista).
Le Giurie valuteranno tutti gli scritti pervenuti, ciascuna per la Sezione di pertinenza, e proporranno infine a Edizioni Divinafollia una rosa di Finalisti.
I lavori Vincitori (tre per ciascuna Sezione) saranno pubblicati gratuitamente da Divinafollia, con regolare contratto editoriale, in un volume che verrà adeguatamente pubblicizzato e distribuito nelle librerie e tramite i canali telematici.
Il volume sarà presentato con ampio risalto anche alla Fiere del Libro a cui l’Editrice partecipa, tra cui quella di Torino. Gli autori selezionati saranno invitati a presenziare alle presentazioni e incoraggiati ad organizzarne altre, nelle sedi a loro vicine, con il sostegno dell’Editrice. Il libro sarà inoltre pubblicizzato con la mailing-list dell’Editrice e tramite tutti i canali di informazione ritenuti utili ed efficaci.
Sia gli autori finalisti che altri autori i cui lavori saranno ritenuti dalla Giuria particolarmente interessanti e originali riceveranno dall’Editrice una proposta di pubblicazione a condizioni favorevoli.
MODALITÀ DI INVIO
Gli autori interessati devono inviare i loro testi entro il 30 aprile 2018 .
Ciascun elaborato o insieme di elaborati (con le caratteristiche sopra indicate a seconda della Sezione di appartenenza) dovrà essere inviato tramite un unico file in formato Word .doc oppure PDF, allegato ad un messaggio di posta elettronica indirizzato al seguente indirizzo:ivanomugnaini@gmail.com, indicando come oggetto del messaggio: “Concorso Elogio alla Follia 2018”.
Il file con cui vengono inviati gli elaborati deve essere nominato con la Sezione prescelta e con il titolo dell’elaborato o di uno degli elaborati inviati (esempio : Sezione-Poesia-Fantasie-.doc oppure .pdf).
I dati personali dell’autore (nome, recapito postale, telefono, cellulare e indirizzo di posta elettronica) dovranno essere riportati esclusivamente nel corpo del messaggio, non nel file degli elaborati che dovranno essere assolutamente anonimi e privi di qualsiasi segno atto a identificare l’autore.
Nel corpo del messaggio dovrà anche essere trascritta la seguentedichiarazione: “I testi sono di mia esclusiva creazione e proprietà. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del decreto numero 196/2003 nell’ambito del Concorso ELOGIO ALLA FOLLIA – Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia”.
È previsto un contributo spese di 15 € per la partecipazione a una delle due Sezioni previste (Poesia e Narrativa).
Nel caso in cui il concorrente desiderasse partecipare ad entrambe le Sezioni la quota è di €20.
La quota può essere pagata tramite ricarica della Carta Postepay numero5333 171039936733 intestata a Ivano Mugnaini (codice fiscale MGNVNI64H12L833T), oppure tramite bonifico bancario: IBAN : IT58T0103024800000063126022 intestato a Ivano Mugnaini. Indicare in entrambi i casi come causale del versamento: “Iscrizione Concorso Elogio alla Follia 2018”.
È richiesto l’invio di una copia scannerizzata o di una fotografia della ricevuta del versamento nella mail con cui vengono inviati i testi.
La partecipazione al Concorso implica l’accettazione del presente regolamento in tutti i suoi punti.
Il corretto ricevimento del messaggio e del file con i testi e la ricevuta di versamento, e la conseguente iscrizione al Concorso, saranno comunicati via e-mail a tutti i concorrenti.
Per agevolare il compito delle Giurie si consiglia di non attendere la data prossima alla scadenza del Concorso, ma di inviare gli elaborati appena si ritiene di averli conclusi e adeguatamente riletti.
Il nome dei Vincitori sarà comunicato sul sito Dedalus, su diversi altri siti, blog e portali letterari e sul sito di Edizioni Divinafollia.
Non è prevista una cerimonia di premiazione tradizionale, con consegna di targhe e diplomi. I nomi dei vincitori e dei finalisti e le loro opere saranno ampiamente pubblicizzati, in rete e tramite gli organi di informazione che diffonderanno la notizia. Potrà essere previsto, inoltre, in una data e una sede che saranno comunicati al termine del Concorso, un incontro informale tra alcuni componenti delle due Giurie e i concorrenti premiati, finalisti e segnalati per l’originalità delle loro opere. In quell’occasione gli autori presenti potranno dare in lettura alle Giurie anche altri loro testi, manoscritti o editi. Ad alcuni autori potrà essere proposta la presentazione dei loro lavori, editi o inediti, in Caffè letterari (tra cui il Caffè dell’Ussero di Pisa) o in biblioteche.
Per maggiori informazioni, o per qualsiasi altra richiesta riguardante il Concorso, scrivete all’indirizzo e-mail: ivanomugnaini@gmail.com
Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia
CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE
Prima edizione
scadenza: 31 marzo 2018
Il presente concorso si ispira al nome dell’Editrice Divinafollia, che pubblicherà in volume gli elaborati vincitori.
Se avete nel famoso cassetto (o anche altrove) uno scritto che avete sempre tenuto in disparte, quasi fosse radioattivo, tagliente o ustionante, se non avete mai osato farlo leggere a qualcuno, è il momento di recuperarlo, metterlo dentro un bel file ed inviarlo qui, a questo concorso.
Se non lo avete, prendete un foglio e una penna, oppure un computer e una tastiera, e date libero sfogo a ciò che più vi scalda, di amore o di rabbia, di sesso o di cervello, nella carne e nella mente, nella realtà e nell’immaginazione.
Cerchiamo testi da selezionare e li vogliamo sopra le righe, o attraverso le righe, asimmetrici, sghembi, di sbieco, insomma testi liberi per spunto, tema e forma espressiva. Ispirati da una sana, umanissima follia creativa.
Testi in versi o in prosa in cui la vostra vena ispiratrice è stata debordante, guidata da un’emozione febbrile, sincera e intensa, quella che non di rado consente di vedere oltre: gli stati d’animo, le pulsioni, i desideri, la gioia, la rabbia e mille altre sensazioni vibranti e prive di filtri protettivi.
La tematica è libera e verranno accolti scritti di qualsiasi tenore espressivo.Verranno esclusi solamente gli elaborati con contenuti offensivi della dignità delle persone, denigratori o con discriminazioni razziali e sessuali.
Per il resto, il campo è libero; e la follia creativa sarà un ingrediente molto ricercato e apprezzato in fase di lettura e selezione.
NORME DI PARTECIPAZIONE
Il Concorso prevede la selezione di scritti inerenti al tema oggetto del Concorso: ELOGIO ALLA FOLLIA – Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia.
Saranno accettati sia testi inediti che testi pubblicati on line.
Saranno invece esclusi testi precedentemente pubblicati in volume cartaceo dotato di codice ISBN.
In ogni caso è richiesto che, all’atto dell’invio, gli autori siano in possesso dei diritti relativi agli elaborati da loro inviati. L’invio corrisponde ad un dichiarazione in tal senso.
LETTURA E SELEZIONE
Mano a mano che perverranno, alcuni dei testi migliori potranno essere inseriti, indipendentemente da quella che sarà la classifica finale del Concorso, nella rivista telematica DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario, http://www.ivanomugnainidedalus.wordpress.com. L’inserimento dovrà essere concordato tra la redazione e del sito e l’autrice o l’autore dell’elaborato selezionato. Verrà richiesta agli autori una dichiarazione in cui specificano che i testi sono inediti, di loro proprietà e liberi da vincoli editoriali.
Nel sito DEDALUS sono presenti, preceduti da un commento introduttivo, liriche, prose e interventi critici di alcune delle voci più significative del panorama letterario contemporaneo e di alcuni autori giovani o emergenti dotati di personalità e talento.
Il Concorso si articola in due Sezioni: POESIA e NARRATIVA.
L’invito, ai dedalonauti interessati è quello di sempre: incuriosirsi, leggere, cercare il libro e altre belle cose. Le stesse che auspico per tutti voi. IM
Andare per salti presuppone la volontà e la necessità di staccarsi dal suolo, seppure per un breve tratto. Implica un volo, uno spazio ed un tempo in cui si perde il contatto con il terreno. Annamaria Ferramosca ha percepito nei versi di questo volume un moto interno, una dinamica del sentire, ma, coerentemente con quanto ha scritto nei suoi libri precedenti e soprattutto in piena concordanza con il suo modo di percepire e di vedere, ha corretto il tiro, lo ha ampliato e modulato. Andare per salti è composto da tre sezioni: la prima, eponima, ricalca il titolo del libro, la seconda prosegue con “Per tumulti” e l’ultima va ”Per spazi inaccessibili”. Si ha l’impressione di una progressiva volontà di recuperare il legame con la superficie terrestre, imperfetta, pietrosa ma imprescindibile. Il tumulto richiama l’effetto di un sommovimento tellurico. Un terremoto, sia del suolo che del cuore. Gli spazi inaccessibili sono quelli intricati di una giungla, una boscaglia, non certo quelli sgombri ed eterei del cielo. La Ferramosca, anche in questo libro, percorre con coerenza i cerchi e le curve del percorso letterario ed esistenziale che le è proprio. Cammina in punta di piedi ma con forza e tenacia sul filo esile e vitale sospeso tra il corporeo e l’incorporeo, il carnale e l’etereo, tra la paura e la necessità di sporcarsi le mani con la sabbia e con il fango, con il sudore e con il sangue, con la feroce attrazione dell’imperfezione. In quest’ottica, partendo da questa prospettiva, anche il linguaggio va adattato, ristrutturato e rimodellato, reso strumento duttile e duplice, atto a tracciare sottili linee azzurre nell’etere ma anche all’occorrenza lettere rosse, dense di sangue, piene della goffa e umanissima sostanza del dolore. “Questa sera ruota la vena/ dell’universo e io esco, come vedi,/ dalla mia pietra per parlarti ancora/ della vita, di me e di te, della tua vita/ che osservo dai grandi notturni”. Sono questi i versi, tratti da Incontri e agguati di Milo De Angelis, scelti dall’autrice, con una cura e un’attenzione che non è difficile immaginare, come epigrafe, come stanza d’ingresso per questo suo libro. Esco dalla mia pietra, recita uno dei versi. Da una pietra si esce come, in quale modo, con quale forza e quale strumento? Annamaria Ferramosca in questo libro sembra dirci che dalla pietra si può uscire vivi, senza essere diventati pietra noi stessi, almeno non del tutto. Si esce, forse, se si è capaci di comprendere che non c’è una sola vita da raccontare. C’è anche la vita altrui da dire, da rendere verso, parola. Dalla pietra di una tomba che è già realtà all’atto del nascere ci si salva parlando agli altri della propria vita e della loro, simultaneamente, cercando di andare oltre il confine, superandolo con il tumulto di un cuore che si spezza e rischia di spegnersi da un attimo all’altro ma che, nonostante questo, non smette di camminare e sorridere, a dispetto di tutto, esplorando e rendendo propri gli spazi inaccessibili del significato, di un significato possibile, giusto o sbagliato ma umano, il luogo dove il senso diventa sentimento. “Schizzo via dalla giunglamercato/ obliquando rallento prendo fiato/ rispondo alla domanda muta/ del venditore ambulante/ – è da un po’ che mi fissa perplesso -/ sai la fine mi tiene d’occhio e voglio/ andare senza direzione/ come un bambino fare splash nelle pozzanghere/ se vuoi se hai tempo appena/ il tiglio smette di gocciolare/ ti racconto una stupida vita/ come stupisce come istupidisce”. In questi versi della lirica d’esordio del libro l’autrice, con i mezzi, gli utensili a lei più cari, tesse un filo che unisce passato e presente, la sua produzione precedente e questo suo libro attuale, lo specchio del momento. Un collage tra parole che vengono agglutinate, come in “giunglamercato”, conservando ciascuna un proprio senso che tuttavia diventa nuovo nell’attimo dell’accostarsi, nel gusto mai spento della voluttà del dire. Stesso discorso per i vocaboli creati ex novo, come con i pezzi di un Lego colorato e dalle infinite possibilità, come nel caso di “obliquando”. Ma il gioco della Ferramosca è sempre serissimo, nella forma e nella sostanza. Viene fatto di immaginare un taglio dolce ma severo perfino nel sorriso che le si apre sulla bocca quando fa “splash nelle pozzanghere”. È una delle caratteristiche che rendono riconoscibile la poetica dell’autrice: la serietà nel gioco e la giocosità nella serietà. La commedia della vita che racconta con i suoi versi alterna, potremmo dire “obliqua”, attimi di levità in cui tuttavia non smette di percepire che il mondo è storto, sbilenco, fuori asse, e istanti di ragionamento che non vuole mai rendere del tutto agri. L’ironia, in questo libro, ha sempre un fondo di amarezza per la deriva umana, osservata, percepita, descritta. Questo libro è, in parte, una sorta di canto notturno della Ferramosca, scritto con la percezione di una ferita, con la minaccia di un buio incombente. Ma l’autrice anche qui, perfino nella penombra del corpo e dei pensieri, riesce a non dimenticare le voci altrui, e la sua “bambina delle meraviglie” che dorme, serena. Comprende, e ci fa comprendere, che la bambina è altra da sé, vive una vita propria, indipendente da lei. Ha il suo luminoso tempo dell’infanzia, Nicole, e avrà un futuro anche quando non potrà e non potremo più guardarla, proteggerla con lo sguardo e con i pensieri. La bambina è altra da sé ma è anche lei, Annamaria Ferramosca, in grado di conservare uno spiraglio di stupore, e la forza di un salto, illogico e salvifico, perfino al di sopra del “terribile che infuria”, del “solito sgomento” che rende illusoria la speranza. Il trucco è semplice, tutto sommato: dimenticare, volutamente, ricordarsi di scordare lo “zaino zavorra”. Sapendo che dentro quello zaino c’è tutto ciò che conta e che in realtà quello che c’è conta poco o niente. Non contano le “de-finizioni”, ciò che pone termine alle potenzialità infinite dell’essere e dell’esprimere. Non conta ciò che minaccia e chiama a sé, nel mistero dell’oltre. Non contano perché la bambina è ancora splendidamente “irrubata” dal mondo, è un luogo del tempo in cui il tempo stesso non può arrivare, non può irrompere e non può infrangere. Questo è il fuoco del libro, l’essenza, il succo spremuto da giorni di ascolto e visione, di paura e di attesa. Ed ha un sapore lieve al palato, nonostante la speranza che si fa sempre più esile, che parla come una Sibilla chiusa in un’ampolla. “Nessuno è reale piove sempre/ nella pioggia sbavano i segni/ ma le pagine accidenti quelle sono/ insperate di bellezza/ disperante bellezza irraggiungibile”, scrive. In questo gioco oscillante di ossimori, quasi danza su un filo sospeso, c’è il richiamo mai spento, determinante, imprescindibile: quello di Nicole, la bambina, alunna e maestra, la sua luminosa infanzia, intatta e intangibile, e ci siamo che, pensandola, amandola, salviamo lei in noi e noi in lei. Da qui, da questa fragile solidità acquisita con un moto d’affetto assoluto, può finire il salto e iniziare il tumulto. La seconda sezione del libro si apre con una danza, un movimento del corpo che si disegna nell’aria con il suo legame attraverso i passi, con la terra: “Tu non lo sai ma questa tua danzaturbine/ ha parole paradossali d’invito ‘nturcinate”. Il turbine sconvolge, scompagina, descrive e genera forme nuove: il coraggio di affidare al corpo la libertà di creare ancora, nonostante tutto, ancora una volta. Il paradosso è sempre fertile, per sua natura, per la capacità di mettere a contatto materie diverse, entità e respiri. Ne deriva un amplesso, corporeo e astratto, etereo e sanguigno, in grado di rendere le parole ‘nturcinate’, intrecciate, avviluppate fino a smarrire il discrimine, l’io e il tu, il presente e un tempo indefinito, la coscienza e il sogno. Da qui, la scena d’amore, nasce, erompe, come “le onde-salento che lampeggiano” e “il soffio greco del timo sullo scoglio”, con la consapevolezza di avere già i piedi nella corrente. La solidità si è fatta fluida, scorre, e ad ogni istante muta. Non è tuttavia morte per acqua alla Eliot. Semmai qui, nell’ebbrezza del tumulto, è vita per acqua, eros esistenziale, dialogo intimo di braccia, occhi, dita, parole. Fortificati, consci e smarriti quanto basta, possiamo intraprendere l’esplorazione dei luoghi inaccessibili, ultima tappa del viaggio. Ma il tragitto è sempre circolare, ci si muove sempre in circoli, cerchi, Circles, circonferenze e sfere: la tappa finale è anche la prima. Ci si rivolge ad un destinatario ben identificato e al contempo indefinito. Si parla, in questa sezione, ma in fondo in ciascuna pagina di questo libro, della fine personificata che incombe: “Procedi per allusioni/ per sotterfugi sottili ti sottrai/ e intanto lievita/ questa bella estate di frutti e led/ ora so di aver vissuto solo per stanarti/ un’intera vita a decrittare invano/ i cartelli che pianti sulle svolte/ le scritte pallide le frasi/ lasciate qua e là smozzicate/ (per discrezione o forse/ per una più veloce eutanasia) ma/ sai bene quanto intollerabile sia/ conoscere i dettagli del viaggio”. Un consuntivo, una sorta di giornale di viaggio, un diario di bordo scritto per se stessa e per chi lo leggerà, dopo, in un tempo ancora da venire e definire. Lo è nello specifico la sezione conclusiva del libro ma anche l’intero libro, nella sua sfaccettata unitarietà. Annamaria Ferramosca in questo suo Andare per salti ha scritto un sobrio, addolorato e gioioso inno alla vita, insieme ad un ascolto dell’effimero che siamo. La forza di questo libro è nella capacità di scrivere di sé senza egotismo, senza pretendere di essere il Nord magnetico e la stella polare. L’autrice parla di sé rispondendo al silenzio di un venditore ambulante con il racconto della sua vita. Parla di sé smarrendosi in una danza o nell’ebbrezza di frasi fulminee scambiate sullo schermo di un computer. Parla di sé osservando la bellezza di una fanciulla che prosegue da sola il suo cammino portando però con sé frasi, discorsi, pensieri e sogni che ha raccolto da lei in modo spontaneo, immediato, naturale come il ciclo delle stagioni. Al lettore, alla fine, viene spontaneo dire che l’attività del decrittare cartelli sulle svolte e frasi smozzicate non è stata inutile. Non è stato invano, il salto, il tumulto, la ricerca costante, ininterrotta. Il fascino, del libro, e della poesia in termini più ampi, è quello di sapere cantare il viaggio, le luci e le ombre, le danze e gli inciampi, senza conoscerne i dettagli. Dando voce e canto al mistero che ci finisce e ci dà vita. Se troviamo, chissà dove, chissà come, la forza di non smettere di saltare con la forza visionaria e danzare con la forza umana, vitale. Anche nel buio.
Ivano Mugnaini
Andare per salti Annamaria Ferramosca, Andare per Salti – Casa Editrice Arcipelago Itaca di Osimo (An), 2017 Introduzione di Caterina Davinio. 2a edizione Premio “Arcipelago itaca” per una Raccolta inedita di versi. Pagg. 80, € 13,00 – ISBN 978-88-99429-16-4
Andare per Salti di Annamaria Ferramosca
dalla sezione PER SALTI
esterno con pioggia interno con acquario
è l’ora delle prove distratte di attraversamento
senza attenzione a strisce pedonali
zigzag sul bagnato senza ombrello
senza documenti né borsa né portafoglio
schizzo via dalla giunglamercato
obliquando rallento prendo fiato
rispondo alla domanda muta
del venditore ambulante
– è da un po’ che mi fissa perplesso –
sai la fine mi tiene d’occhio e voglio
andare senza direzione
come un bambino fare splash nelle pozzanghere
se vuoi se hai tempo appena
il tiglio smette di gocciolare
ti racconto una stupida vita
come stupisce come istupidisce
sai non si vede non si vede nessuno
nessuno è reale piove sempre
nella pioggia sbavano i segni
ma le pagine accidenti quelle sono
insperate di bellezza
disperante bellezza irraggiungibile
poi i lampi i lampi
dall’oltre indecifrabili martellano le tempie
e l’umano l’umano nausea fa barcollare
ma non mi arrendo
calpesto limiti recinti codici
e non mi perdono ché anch’io sono umana
così mi lascio vivere
un vivere piccolo semplice che almeno
un po’faccia coesione
un rimpicciolirmi come
di seme tra i semi
***
ora che mostro viso e braccia aperte
s’accendono i corpi le voci
più libero il pianto più intense le carezze
apro armadi nel petto e
vado per salti
dimentico zaino zavorra
virgole punti de-finizioni
tanto so che l’altrove
mi tiene d’occhio e
dorme la mia bambina delle meraviglie
ancora irrubata dal mondo
intatta nel suo pianeta
cosa devo farci io con questo spudorato pianeta
cosa devo farci con il terribile che infuria
con le solite frasi il solito sgomento
con quella spes ultima illusione
cosa devo farci pure con la poesia
tanto so che la nave
sta trascinando al largo
nel muto acquario dove ci ritroviamo
come all’origine nudi
finalmente originali miseramente
splendidi nel nulla
***
raccontarti
della distesa muta che circonda
nessuna vibrazione
trascorsi millenni dal diluvio
solo rovine
no messaggi no mails
a chiedermi perché sola e risparmiata
conservata per quale nuovo mondo
quale senso
poi dirti della vestizione
per il viaggio che smuove le pianure
oltre ogni confine
e il fiume largo il fiume
e del risveglio e del segno ancora
che mi scrive m’inarca
ancora linfa a corrermi nei fianchi
richiami che tornano a squillare
quaderno a registrare
***
a Nicole del mattino
bello vederti bere l’aria
mentre salti sul mondo
s’accendono le arance
ti svegliano ti svelano
una terra d’incanti di festa
senza ombre né memoria
ammutolisco sulle frasi che lanci
verso la mia disfatta geometria
mi indichi il segno del silenzio
io tua piccola alunna tu maestra
mi metti seduta spossessata di storia
sotto l’arco del tuo tempo abbagliante
vedo con le pupille lunari dei gatti
torcersi i meridiani unirsi i continenti
sotto i tuoi passi di conchiglia
brillano nel tuo mare
isole che non raggiungo
***
dalla sezione PER TUMULTI
dal monte al mare concordi le soluzioni della natura sull’amore
lungo i fianchi del monte il silenzio
scuote appena la notte
in alto prendono consistenza
i fili invisibili che tengono fisse le stelle
questa concavità di valico ristora
il mio respiro in corsa
l’erba mi attraversa smagliante
mi fa scivolare a valle con l’entusiasmo
potente di valanga
ti raggiungo
il tetto della tua casa ha canali d’aria
vi passano suoni del tempo trascorso nelle stanze
ma appena entro il rimpianto ammutolisce
sa che posso scaldarti già guardandoti
ti performo la scena d’amore
le onde-salento che lampeggiano
il soffio greco del timo sullo scoglio
la carezza del tufo ecco
abbiamo già i piedi nella corrente
***
bla bla bla è urgente
capovolgere i suoni
alba alba alba capite?
se si sovvertono se le stanze
si mettono in subbuglio
dietro la porta può affacciarsi
la sempre sfuggente poesia
può rinascere
incurante del rumore intorno del brusio
crescere con la sua fame adolescenziale
di cose vere sia pure materia rarefatta
di parole vive dai corpi
lungo tutti i meridiani pure
da territori dubbi come atlantide
o aldebaran o l’isola di ogigia
insomma – accidenti – da spazi
inaccessibili
provare solo deliri di sfioramento
farsene una ragione
***
dalla sezione PER SPAZI INACCESSIBILI
posto di pietra
cerca – ad esempio – il profilo di un vecchio
seduto sulla pietra al sole siediti accanto
inizia con un’inezia parlagli di vigne o di mare
accogli la sua lingua spezzata che trasforma
la piazza in fantastico teatro
di strampalati racconti
fanne ricordi fermi per l’inverno
vento caldo di favole ai tuoi figli
ritorna a fargli visita
ogni volta prima di partire
il suo posto di pietra così simile
al tuo vecchio banco a scuola
erano voli di parole-rondini
a lasciarti sigilli sulla fronte
nel becco rami che rifondano paesi
dove i profili tutti si somigliano
a mezzogiorno passarvi il pane
e insieme tornare a casa
come stringendo al petto il mondo
prima della prossima tempesta
***
elogio del futuro senza tabù
dove cade l’ultima luce
là sulla terra della riservatezza
dove non oso accostarmi
avanza il suo profilo drammatico
ha occhi penetranti matematici
mentre continua la sua caccia
lucida già decisa
senza ombra di premeditazione
mi lancia nel tempo
i suoi eureka ritmati
come note di fisarmonica
quando improvvise scoppiano
durante i matrimoni
donna che hai accolto nutrito conservato
il seme la bella carne e ti sei liberata
ecco sei stata
ora ti sospingo stralunata
in questa tua chiara stanza del sonno
uomo da sempre dominus fiero
in perentorio avido pensiero
pugnale innestato a ordinare
vincere eliminare
ecco a te il buio che illumina
ogni vittoria presunzione errore
ai vivi resta in mano
incorrotto un ramo
aspirazioni e sogni da sfogliare
restano tracce di linguaggi
di manufatti di macchinari
con la loro usurata grammatica
a dire la speranza e pure l’irreparabile
(a volte il destino già occhieggia nei nomi)
***
Annamaria Ferramosca
nata a Tricase (Lecce), vive a Roma. Fa parte della redazione del poesia2punto0 portale, Dove e ideatrice e curatrice della rubrica Poesia Condivisa. Ha all’attivo collaborazioni E Contributi creativi e Critici con varie riviste e siti di Settore. Vincitrice del Premio Guido Gozzano e del Premio Astrolabio e recentemente del Premio Arcipelago Itaca, e finalista ai Premi Camaiore, LericiPea, Pascoli, Lorenzo Montano. Ha Pubblicato in poesia: Andare per salti, Arcipelago Itaca 2017, trittici – Poesie Il segno e la Parola, DotcomPress 2016, Ciclica, La Vita Felice 2014, Altri Segni, Altri Circles– Selected 1990-200 8, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti , Chelsea Editions, NY 2009, Curve di Livello a le, Marsilio 2006, Pasodoble, Empiria 2006, la Poesia Anima Mundi, Puntoacapo 2011, Porte / Doors, Edizioni del Leone 2002 Il Versante Vero, Fermenti 1999. Ha curato la versione italiana del poetica libro del poeta rumeno Gheorghe Vidican 3D-Poesie 2003-2013, Edizioni CFR 2015 e’ voce ampiamente antologizzata e inclusa nell’Archivio della voce dei Poeti, Multimedia, Firenze. Testi Suoi sono stati Tradotti, Oltre Che in inglese, in francese, Tedesco, Greco, albanese, russo, rumeno. Suo sito Personale: http://www.annamariaferramosca.it
Si terrà presso il Borgo di Castellania, paese natale di Fausto Coppi, la quinta edizione del puntoacapo Day. Molto più che un incontro riservato agli autori della Casa editrice novese, questo evento si configura ormai come uno dei grandi appuntamenti annuali di cultura e letteratura, in collaborazione con la Biennale di Poesia di Alessandria(http://biennaledipoesia.wix.com/biennale)
Ore 16,40 – L’Amore dalla A alla Z, a cura di Vincenzo Guarracino. Intervento di Carlo Alberto Sitta
Ore 17,00 – Il Presente dei Poeti: Riflessioni sull’Almanacco Punto della poesia italiana. A cura di Salvatore Ritrovato, Gabriela Fantato, Giancarlo Pontiggia
Ore 17,40 – Voci: Francesco Dalessandro, Alberto Toni, Lucianna Argentino, Luigi Cannillo, Dario Pasero, Elena Corsino
Cena e a seguire Spettacolo:
Incontriamoci all’Inferno: spettacolo con Cinzia Demi e Riccardo Farolfi alle chitarre
DOMENICA 7 SETTEMBRE
Ore 9,30 – Saluto dell’Editore Cristina Daglio.
Ore 10,00 – Le Antologie: In classe, a cura di Maurizio Casagrande (ne parla Carlo Alberto Sitta); Poesia in Piemonte e Valle d’Aosta; Poesia in provincia di Alessandria). Intervengono Curatori e Autori.
Ore 10,45 – Voci: Riccardo Olivieri, Cinzia Demi, Caterina Davinio, Amedeo Ansaldi, Angela Donna, Loris M. Marchetti, Alberto Rizzi
Ore 11,30 – Anticipazioni: la nuova Collana di narrativa; Fausta Squatriti e Marina Wiesendanger
Ore 11,45 – Le Collane di teatro e aforistica Il Porcospino e L’Istrice, a cura di Roberto Morpurgo
puntoacapo prosegue con la pubblicazione di una serie di Quaderni di Narrativa, che hanno cadenza indicativa di 18 mesi e presentano un’attenta scelta di voci nuove accanto ad altre già affermate, invitate o selezionate dal Comitato Scientifico di cui fanno parte Mauro Ferrari, Ivano Mugnaini e Luca Ragagnin. Il primo volume è stato pubblicato nel 2012, con ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica, ed è prevista a breve l’uscita del secondo volume.
Il progetto editoriale mira a fornire un quadro ampio e fedele dei fermenti e delle tendenze più rilevanti della narrativa attuale, senza proporre sterili e ingessate catalogazioni, ma fornendo ai lettori spunti per ulteriori ricerche di testi e libri degli Autori volta per volta proposti, e, soprattutto, offrendo racconti che rinsaldano e alimentano il piacere della lettura.
Autori nel n. 2
Tiziana Boccaccio, Antonella Brighi, Caterina Davinio, Laura Ficco, Bianca Garavelli, Roberto Morpurgo, Maria Pia Quintavalla, Andrea Salvini, Valeria Serofilli.
Anche questa selezione di racconti, come già è accaduto con il primo volume, è ricca di spunti e suggestioni. Le storie sono state scritte da Autrici e Autori che in alcuni casi sono anche poeti, in altri narratori puri. Varia la lunghezza dei brani, il taglio, l’approccio, il tono e i meccanismi con cui viene messa in atto l’affabulazione, il richiamo atavico di una vicenda da condividere, a metà tra realtà e immaginazione, verità e creazione di intricati e fascinosi mondi possibili. Il background dai cui provengono gli autori dona ad ogni storia una coloritura differente, un sapore diverso, un canto composto su corde specifiche, individuali, riconoscibili. Ma ogni Autrice e ogni Autore ha voluto esprimere in questo volume il meglio della sua produzione, un sunto significativo e rappresentativo di un modo di vedere, di percepire e di narrare ciò che occupa mente e cuore, pensiero e immaginazione.
puntoacapo prosegue con la pubblicazione di una serie di Quaderni di Narrativa, che hanno cadenza indicativa di 18 mesi e presentano un’attenta scelta di voci nuove accanto ad altre già affermate, invitate o selezionate dal Comitato Scientifico di cui fanno parte Mauro Ferrari, Ivano Mugnaini e Luca Ragagnin. Il primo volume è stato pubblicato nel 2012, con ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica, ed è prevista a breve l’uscita del secondo volume.
Il progetto editoriale mira a fornire un quadro ampio e fedele dei fermenti e delle tendenze più rilevanti della narrativa attuale, senza proporre sterili e ingessate catalogazioni, ma fornendo ai lettori spunti per ulteriori ricerche di testi e libri degli Autori volta per volta proposti, e, soprattutto, offrendo racconti che rinsaldano e alimentano il piacere della lettura.
Autori nel n. 2
TIZIANA BOCCACCIO, ANTONELLA BRIGHI, CATERINA DAVINIO, LAURA FICCO, BIANCA GARAVELLI, ROBERTO MORPURGO, ANDREA SALVINI, VALERIA SEROFILLI.
Anche questa selezione di racconti, come già è accaduto con il primo volume, è ricca di spunti e suggestioni. Le storie sono state scritte da Autrici e Autori che in alcuni casi sono anche poeti, in altri narratori puri. Varia la lunghezza dei brani, il taglio, l’approccio, il tono e i meccanismi con cui viene messa in atto l’affabulazione, il richiamo atavico di una vicenda da condividere, a metà tra realtà e immaginazione, verità e creazione di intricati e fascinosi mondi possibili. Il background dai cui provengono gli autori dona ad ogni storia una coloritura differente, un sapore diverso, un canto composto su corde specifiche, individuali, riconoscibili. Ma ogni Autrice e ogni Autore ha voluto esprimere in questo volume il meglio della sua produzione, un sunto significativo e rappresentativo di un modo di vedere, di percepire e di narrare ciò che occupa mente e cuore, pensiero e immaginazione.
Venerdì 17 Maggio 2013 – ore 18:00
Caffè dell’Ussero di Pisa
Palazzo Agostini – Lung.no Pacinotti 27 – 56126 Pisa
Valeria Serofilli presenta il volume
Il sofà sui binari,
(Puntoacapo Editore 2013)
di CATERINA DAVINIO
con intervento critico di
Ivano Mugnaini, curatore della prefazione al volume
Letture di Rodolfo Baglioni
Musiche con chitarra di
Sergio Berti e Damiano Bertuccelli
La S.V. è gentilmente invitata
Caterina Davinio (Foggia, 1957) è cresciuta a Roma, dove si è laureata in Lettere all’Università Sapienza, occupandosi successivamente di arte dei nuovi media come autrice, curatrice e teorica. Tra i pionieri della poesia digitale nel 1990, ha svolto attività espositiva, convegnistica e curatoriale in molti paesi del mondo con oltre trecento presenze in mostre internazionali, tra le quali sette edizioni della Biennale di Venezia ed eventi collaterali, il festival E-Poetry all’università SUNY Buffalo (New York) e all’università di Barcellona, i festival di poesia multimediale Polyphonix (Barcellona e Parigi), VeneziaPoesia (a cura di Nanni Balestrini), il festival di poesia internazionale di Medellín, le biennali d’arte di Sydney, Atene, Merida, Liverpool, Lione, e la Artists’ Biennial di Hong Kong.
Ha pubblicato i romanzi: Il sofà sui binari (Puntoacapo, 2013), con prefazione di Ivano Mugnaini; Còlor còlor (Campanotto, 1998), finalista nel Premio Feronia; il saggio Tecno-Poesia e realtà virtuali (Sometti, 2002), con prefazione di Eugenio Miccini; la raccolta di scritti sulla net-poetry Virtual Mercury House (libro con dvd, Polìmata, 2012); i libri di poesia: Il libro dell’oppio (Puntoacapo, 2012), con postfazione di Mauro Ferrari; Aspettando la fine del mondo (Fermenti, 2012), con postfazione di Erminia Passannanti e traduzione inglese a fronte, finalista nel premio Franco Fortini; Fenomenologie seriali (Campanotto, 2010), con postfazione di Francesco Muzzioli, segnalato nel premio Lorenzo Montano, menzione speciale nel Premio Nabokov e terzo classificato nel Premio Carver.
Presente in numerose antologie poetiche, in pubblicazioni italiane e straniere d’arte, letteratura e avanguardie, e in migliaia di siti web, ha ottenuto riconoscimenti per opere edite e inedite di poesia e per l’opera artistica, in Italia e all’estero.
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Prossimi incontri
Ø Domenica 26 Maggio 2013 ore 16:30 – Giardino Pensile dell’Ussero di Palazzo Agostini di Pisa – Ambito Manifestazione Toscana Esclusiva dell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Sezione Toscana), Valeria Serofilli presenta I Quaderni dell’Ussero con Reading dei poeti inseriti.
Ø Venerdì 7 Giugno 2013 ore 18:00 – Caffè dell’Ussero – Presentazione del volume Non ci sono foto ma qualcosa è rimasto (Puntoacapo Editrice, 2013) di Matilde Vittoria Laricchia. Intervengono Mauro Ferrari e Emanuele Spano.
Ø Venerdì 11 Ottobre 2013 ore 18:00 – Caffè dell’Ussero – Ivano Mugnaini e Valeria Serofilli presentano il volume di Lucianna Argentino L’ospite indocile, Passigli Editore 2012;
Ø Venerdì 18 Ottobre 2013 ore 18:00 – Caffè dell’Ussero – Incontro con l’Autore Nicola Maggiarra, con riferimento alle sue più recenti pubblicazioni Il sogno di Bruno (liriche, Helicon 2012) e Le avventure di Giovannone (fiabe, Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura, Napoli 2012).
GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2013
L’ARCHIVIO DELLA VOCE DEI POETI presenta
Poesia contro la violenza sulle donne
a cura di Alessandra Borsetti Venier
giovedì 21 marzo 2013 Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour 1, Firenze
Ore 11 – 19,30
– Installazione d’arte pubblica “Scarpe Rosse” ispirata all’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet. Il progetto prevede la raccolta di scarpe femminili (rosse o tinte di rosso) che verranno raccolte con l’aiuto di Associazioni, scuole, biblioteche, eccetera, che sono state invitate a prendere parte attiva all’installazione. Durante il giorno dell’esposizione, ogni visitatore è invitato a portare un paio di scarpe da donna rosse o di altri colori che verranno tinte sul posto.
L’installazione resterà esposta dal 21 al 31 marzo nel Cortile di Michelozzo di Palazzo Medici Riccardi.
Ore 16 – 19,30
– Trentuno poeti daranno voce a una staffetta di letture relative al tema della giornata nelle Sale Fabiani.
Sauro Albisani, Paola Ballerini, Ahmed Ben Dhiab, Mariella Bettarini, Elisa Biagini, Michele Brancale, Martha Canfield, Rino Cavasino, Simona Cerri Spinelli, Caterina Davinio, Annamaria Ferramosca, Kiki Franceschi, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Vincenzo Lauria, Giorgio Linguaglossa, Dante Maffia, Hilde March, Massimo Mori, Maria Pia Moschini, Roberto Mosi, Marco Onofrio, Massimo Pacetti, Marco Palladini, Eleonora Pinzuti, Brenda Porster, Giada Primavera, Luisa Puttini Hall, Francesco Tarantino, Ana Paula Tavares, Liliana Ugolini, Annarita Zacchi
– “DARCI UN TAGLIO” parole e gesti di Simonetta Filippi e Clara Rota
– “AlullebiL” performance di Alessandra Borsetti Venier con musiche live di Davide Valecchi
– Interverranno: Vittoria Franco senatrice, Andrea Barducci presidente Provincia Firenze, Sonia Spacchini assessore P.O. Provincia, Ernestina Pellegrini docente Letterature comparate Università di Firenze, Luca Toschi direttore del Communication Strategies Lab dell’Università di Firenze, Mara Baronti presidente Giardino dei Ciliegi
Con il patrocinio di: UNESCO – REGIONE TOSCANA – PROVINCIA DI FIRENZE – COMUNE DI FIRENZE
Associazione culturale MULTIMEDIA91 in collaborazione con Area N.O. (FI), Laboratorio Nuova Buonarroti (FI), Associazione Nazionale Scrittori (Roma), Centro Ejelson (FI), Società delle Belle Arti Circolo degli artisti “Casa di Dante” (FI), Associazione Salone delle Arti Castano Primo (MI), Associazione “… chiamiamola Annina” (LI), Giardino dei Ciliegi (Fi) Premio Ceppo (PT), Communication Strategies Lab (FI), La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea (FI).