cultura
La barriera
Una mia recensione al romanzo “La barriera”, uno scenario prossimo venturo che ci parla anche del nostro presente e delle gabbie da evitare.
Scritta per il sito di Anita Likmeta e pubblicata in versione integrale a questo link: https://anita.tv/2017/07/31/la-barriera-il-romanzo-sull-inconsistenza-della-nostra-mente/
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“La barriera” il romanzo sull’inconsistenza della nostra mente.
Il primo e decisivo passo compiuto da Vins Gallico e Fabio Lucaferri è l’umanizzazione: far capire che in questo libro non si parla di numeri, di statistiche, di esempi astratti e proiezioni su grafici teorici. Non si parla neppure di personaggi letterari. Si parla di uomini, esseri umani. In quest’ottica i dettagli, le minuzie, le caratteristiche in apparenza inconsistenti, le fragilità, i vizi, le manie, gli oroscopi, gli ascendenti, il gioco del calcio, i luoghi e le cose, contribuiscono a definire una persona, a fare da specchio, facendoci identificare per analogia o per contrasto, dando forma a un riflesso in cui possiamo e dobbiamo guardarci. Da queste infinite tessere differenti si delineano i contorni di un mosaico: il mondo così com’è. Sarebbe bello poter dire che è così solamente nella finzione, ma è proprio questo il nodo, la sfida e il senso di questa narrazione.
C’è una data precisa, il 2029. Indicata con chiarezza, su un’agenda ipotetica ma ineludibile. Una data che appare lontana, eppure conosciamo i ritmi e le cadenze del tempo: quel traguardo è a un passo. C’è la descrizione di un pianeta che è una polveriera, e un solo luogo ancora conserva una parvenza di ordine e vivibilità: il più ricco e potente d’Europa, la Germania. Si salva dal caos imperante, ma a quale prezzo? Cosa si è costretti a pagare in termini di libertà e dignità umana per avere protezione? Lo sfondo del romanzo è quello descritto in questo breve sunto, arricchito da intrecci ulteriori di vite e destini e dal vibrare di trame sotterranee, intrighi, astuzie e controastuzie, corruzione, scontri, fughe, ostacoli e macchinazioni di ogni genere. Mentre ci si muove rapidissimamente da un episodio all’altro, si assimila gradualmente, potremmo dire nel sudore della tensione e della rincorsa, il messaggio sottotraccia, la verità nascosta ad di là della barriera, anche narrativa: il futuro apocalittico descritto nel romanzo in gran parte lo stiamo già vivendo. Lo intravediamo, ci viene tatuato addosso una goccia alla volta, ogni volta che in televisione all’ora di cena assistiamo a quelle trasmissioni inesorabilmente mandate in onda ogni singolo giorno Ferragosto compreso. Quelle in cui ci dicono, scrivendolo a caratteri cubitali sullo schermo del piccolo-grande-fratello, che siamo minacciati, che verremo schiacciati e che ci ammazzeranno tutti se le porte, tutte quante, non le chiudiamo. Se non ci chiudiamo.
Vins Gallico – Fabio Lucaferri, La barriera, Fandango, Roma, 2017.
Per rendere questo senso di oppressione il romanzo adotta un ritmo che non lascia respiro: è la versione narrativa di un film d’avventura, con attraversamenti di terre desolate, città e confini, nuotate da campione olimpionico, corse di velocità e di resistenza, centometristi e mezzofondisti. Ma il vero protagonista, muto ed eloquentissimo, è lo sfondo: il mondo, il solo luogo che abbiamo, il giardino recintato a mo’ di gabbia.Il linguaggio è rapido, frenetico ma preciso. Nessuna frase è buttata là solo per fare conversazione, nessun dettaglio è meramente descrittivo. Tutto è finalizzato a fornirci i dati essenziali di un manuale di sopravvivenza, un docufilm girato a ritmi serrati in cui si mostrano mosse e contromosse, lo scontro tra le regole annichilenti del potere e la volontà di restare vivi. I diritti naturali nello scenario descritto non sono più garantiti, devono essere riconquistati in una corsa da maratoneta e il premio finale, i diamanti da salvare, sono la dignità e la libertà. Gli aguzzini qui sono molto meno appariscenti di quelli descritti nel film di John Schlesinger con Dustin Hoffmann eLaurence Olivier. Sono burocrati in apparenza scialbi, e questo li rende perfino più temibili. In questo romanzo si arriva a far sì che siano le vittime a dover anelare di essere marchiati. Il tatuaggio, l’identity matrix, è la meta per cui si è disposti a fare di tutto. Ci si getta da soli nella gabbia camuffata da luogo stabile e sicuro.
Si procede nel libro, guardandosi anche alle spalle: la Germania, il Muro, Schindler’s List, Le Vite degli Altri e mille istantanee immagazzinate nella memoria riprendono vita e si intrecciano ad un futuro che è ipotesi più che plausibile e a un presente che è già dato di fatto vissuto. In un circolo che avvolge e soffoca: con la burocrazia che uccide la dignità senza neppure sporcarsi le mani. I capitoli del libro sono nomi di persona, luoghi e date. Quasi a confermare che ciò che ancora conta è l’equazione spazio-tempo, la possibilità di continuare a conservare la nostra identità a dispetto del mutare delle epoche e dei luoghi. O, meglio, saperla conservare lottando giorno dopo giorno per l’evoluzione, la sopravvivenza della specie autentica, quella specie umana che è costretta a difendere il proprio diritto alla diversità, al pensiero autonomo, alle scelte fondamentali, non ultime la sete di giustizia e di amore.
Moltissimi sono i riferimenti a situazioni che conosciamo bene e con cui interagiamo quotidianamente. Nel 2029 ci sarà ancora Facebook e ci saranno i tatuaggi, ma diventeranno macabre immagini di una gigantesca schedatura collettiva. Ci sarà ancora il sesso. Ma quello descritto nel libro è rapido e quasi incolore. La passione e la gioia sono al di là della barriera. Una delle sensazioni che le pagine trasmettono è che si potrà tornare ad assaporare tutto davvero fino in fondo solo quando la corsa per la sopravvivenza potrà essere interrotta. Coerentemente, nel libro c’è poco spazio per le divagazioni “liriche” e perfino per le pause descrittive. La solo poesia possibile nel contesto raffigurato è quella dei gesti, degli sguardi rapidi d’intesa, come quelli dei naufraghi, dei fuggiaschi. Come quelli delle spie, gli infiltrati in un mondo nemico. Le occhiate rapide di chi si riconosce affine ma non può fermarsi, per non destare attenzione.
La Germania del 2029 ha lineamenti in comune con quella nazista, ma anche con parenti insospettabili, la Calabria del secolo scorso e con lei il Meridione attuale e tutte le mafie di ogni genere e tipo, ad ogni latitudine.
Berlino è la scenografia ideale, per questa narrazione di impronta cinematografica, rapida, intensa. La Berlino di questo romanzo è una città senza cielo, riflessa nei colori scuri di un passato di ferro e di sangue, ma anche nei vetri lucidati a specchio dei palazzi altissimi e dell’arte solenne e geometrica che atterrisce e attrae, inglobando corpi e menti nelle sue strade e nelle immense periferie livide. La bellezza è cupa. Non è morta ma deve essere risvegliata. Nel momento in cui torneremo ad essere armonici, aperti e davvero liberi, ritroveremo anche le luci, i riflessi fascinosi del sole del nord.
Con abilità e in modo quasi subliminale vengono messi in atto parallelismi fondamentali. L’anno descritto si colloca a distanza di un secolo esatto da quello della grande crisi finanziaria, dal crollo di Wall Street e dell’economia globale. Il futuro è adesso e il passato è uno spettro che ancora si aggira nelle case, negli uffici, nelle officine. La Germania del 2029 ha lineamenti in comune con quella nazista, ma anche con parenti insospettabili, la Calabria del secolo scorso e con lei il Meridione attuale e tutte le mafie di ogni genere e tipo, ad ogni latitudine.
Leggendo questo libro si respira a fondo, si è coinvolti anche noi in una corsa vitale, nel senso letterale del termine. La posta in palio è la più preziosa, il nostro diritto a restare umani, con tutto il bene e il male che ciò comporta, con il libero arbitrio, la capacità di riconoscerci affini a chi è diverso da noi. La sfida è ardua, lo scopriamo pagina dopo pagina. L’unico spiraglio è quello offerto dal riferimento all’ideogramma orientale che esprime il concetto di “crisi” facendo riferimento simultaneamente all’idea di pericolo e a quella di opportunità. Ciò che viene descritto e collocato in un futuro prossimo è profezia che già sconfina nella realtà. La vicenda narrata ci prepara, ci invita a mantenere tonici i muscoli delle gambe e del cuore fin d’ora, anzi, proprio ora, nel presente su cui possiamo agire, mutando noi stessi, per poter guardare negli occhi il nostro volto in un volto altro, arrivato da qualche luogo del pianeta di fronte a una Barriera che esiste, ed esisterà, solo se avrà consistenza nella nostra mente.
Licenze poetiche
LICENZE POETICHE
XI FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA AGGIORNATA
13-19 Maggio, MACERATA
Se la pelle non tocca, non sa.
Se l’uomo non immagina, si spegne
(D. Dolci)
GIOVEDI 17 MAGGIO
ore 21 – Teatro Lauro Rossi, P.zza della Libertà
IO NON SO COMINCIARE
dedicato a Danilo Dolci
Teatro Rebis, regia di Andrea Fazzini
VENERDI 18 MAGGIO
ore 18 – Biblioteca Comunale, P.zza Vittorio Veneto, Sala della Specola
ALESSANDRA CARNAROLI
presenta Femminimondo
> poesie contro il femminicidio
ore 21 – Libreria Scaramouche, P.zza Mazzini
FABIO FRANZIN
presenta Canti dell’offesa
> poesie sulla crisi, “questa bestia che ci imprigiona”
SABATO 19 MAGGIO
ore 18 – Bottega del Libro, Corso della Repubblica
NATALIA PACI
presenta Pronta in bilico
> rime terapeutiche di una militante sui pattini a rotelle
ore 19 – Bottega del Libro, Corso della Repubblica
MANUEL COHEN
presenta Winterreise. La traversata occidentale
> Premio Fortini 2011
Info: Servizio Cultura, viale Trieste 23 – tel. 0733-256383 – cultura@comune.macerata.it
FB Licenze Poetiche http://www.facebook.com/licenze.poetiche
Antonia Pozzi – settimana di studio
LA CASA DELLA POESIA
Milano
Perché la poesia ha questo compito sublime.
Ad Antonia Pozzi nel centenario della nascita
Settimana di studio
Milano, 3 – 8 maggio 2012
A cura di Matteo M. Vecchio
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PROGRAMMA
Giovedì 3 maggio
Casa della Poesia, Palazzina Liberty (parco Vittorio Formentano, largo Marinai d’Italia)
ore 17
Tavola rotonda. Antonia Pozzi e/a Milano
Marisa Bulgheroni, Marco Dotti, Tomaso Kemeny, Giancarlo Majorino, Alessandro Quasimodo,
Mariapia Quintavalla, Antonio Riccardi, Tiziano Rossi, Matteo M. Vecchio
ore 21
Processo ad Antonia Pozzi
A cura di Alessandro Quasimodo e Paola Ciccioli
Con la partecipazione di Giuseppe Amatulli, primo corno dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
(musiche di Benjamin Britten)
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Sabato 5 maggio
a partire dal Liceo Ginnasio Manzoni (via Orazio, 3)
ore 10
Passeggiata d’Autore. Itinerari urbani letterari.
I luoghi e gli itinerari di Antonia Pozzi, Vittorio Sereni, Gian Antonio Manzi, Eugenio Colorni,
Antonio Banfi
a cura di Matteo M. Vecchio
– Liceo Manzoni, Aula Magna;
– via Carducci;
– corso Magenta, 50 → residenza di Antonio Banfi
– via Ruffini, 4/6 → Scuola Elementare Ruffini
– via Mascheroni, 23 → residenza di Antonia Pozzi
– via Pagano, 42 → residenza di Vittorio Sereni
– via Pagano, 65 → residenza di Gian Antonio Manzi
– via Guido d’Arezzo, 8 → residenza di Eugenio Colorni
Letture di Mariella Parravicini
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Martedì 8 maggio
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (via Riccione 8)
«Cenni per un nostro clima». Antonia Pozzi, Milano, la «singolare generazione»
Convegno di studi
ore 9,45
Presiede Matteo M. Vecchio
Fabio Guidali
(Università degli Studi, Milano; Freie Universität, Berlin)
Antifascismo cum figuris. Arte e politica nella Milano di Antonia Pozzi
Marcello Gisondi
(Università degli Studi Federico II, Napoli; Ludwig-Maximilians-Universität, München)
Un giovane maestro: Antonio Banfi teoretico
Georgia Fioroni
(Université de Genève)
«E a noi | forse sovviene di un istante, quando | qualchecosa si perse»: Antonia Pozzi 1937
Leda Bellanova
(Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
Identità e relazione nella poesia di Antonia Pozzi: per una riflessione sul tema dell’«incontro» tra l’Io,
l’Altro, il Mondo
Ore 14
Presiede Georgia Fioroni
Matteo De Simone
(Associazione Italiana di Psicoanalisi, A.I.Psi; Coordinatore della Commissione Cultura dell’Associazione
Italiana di Psicoanalisi, Presidente della sezione romana dell’International Association for Art
and Psychology)
Sostare in riva alla vita. Note sulla poesia di Antonia Pozzi
Chiara Pasetti
(Université de Rouen; Università degli Studi Roma Tre, Roma)
Antonia Pozzi e le opere giovanili di Gustave Flaubert
Matteo M. Vecchio
(Università degli Studi, Firenze; Université Paris-Sorbonne, Paris IV)
Antonia Pozzi e l’officina ideologica di Flaubert negli anni della sua formazione letteraria
Ornella Spano
(Università degli Studi, Cagliari)
Per una lettura ecocritica di Antonia Pozzi traduttrice di Manfred Hausmann
Serena Cacchioli
(Scuola per Interpreti e Traduttori SSLMIT, Trieste; Università degli Studi di Pisa)
Antonia Pozzi e le voci femminili della poesia lusitana
Con il patrocinio scientifico di
Enciclopedia delle Donne
Milano
Fondazione Carlo e Marise Bo
per la Letteratura Europea Moderna e Contemporanea
Urbino
Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
Firenze
Fondazione
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Milano
Giuliano Ladolfi Editore
Borgomanero
Istituto Comprensivo Statale Giovanni Pascoli
Milano
Istituto di Studi Filosofici Antonio Banfi
Il Mauriziano – Reggio Emilia
«Italian Poetry Review»
Columbia University – Department of Italian
The Italian Academy for Advanced Studies in America
Fordham University – Department of Modern Languages and Literatures
University of Washington – Division of French and Italian Studies
New York
la Feltrinelli
Milano
Liceo Ginnasio Statale Alessandro Manzoni
Milano
Provincia di Milano
Assessorato alla Cultura
Milano
Satisfiction
Milano
Alfabeta e Alfabeta 2
Alfabeta e Alfabeta 2
Dialoghi contemporanei
l’associazione culturale Terre Vivaci presenta
Dialoghi contemporanei
(con autori SIAE)
rassegna di poesia a cura di
Marzia Spinelli e Roberto Raieli
con la collaborazione della Unione Nazionale Scrittori e Artisti (UNSA)
con il patrocinio della Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS)
con il patrocinio della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE)
12 aprile-31 maggio 2012, ore 18.00-20.00
sede della FUIS, piazza Augusto Imperatore 4, Roma
12 aprile Alberto Toni e Riccardo Bertolotti
19 aprile Elio Pecora e Francesco Lioce
10 maggio Arnaldo Colasanti e Serena Maffia
17 maggio Davide Rondoni e Monica Martinelli
31 maggio Plinio Perilli e Cinzia Marulli
In allegato il comunicato stampa completo
PASSATE PAROLA… LA CULTURA COSTRUISCE PACE!
grazie per il supporto che ci darete volontariamente nella promozione
Terre Vivaci