La creta Indocile
“La creta indocile” e “Limbo minore” – letture e commenti
Ringrazio Giulia Sonnante, scrittrice e traduttrice, per la lettura attenta e per il commento, anche in questo caso assolutamente empatico e originale, sia di alcune poesie tratte da “La creta indocile” sia del romanzo “Limbo minore”.
Riporto qui di seguito le note critiche e le “variazioni sul tema” di Giulia, con un nuovo grazie. IM
L’Aria del Lungarno e Altre Liriche: tra vita e poesia
Non è una madeleine, inzuppata nel tè, a riportare alla memoria un ricordo e non siamo a Combray ma, a Pisa. Al centro della lirica: “L’aria del Lungarno”, di Ivano Mugnaini, in “La creta indocile” (Oèdipus, Salerno, 2018) è l’Arno, placido, forse ignaro di quella vitalità un po’ insensata che si respira tutt’intorno. Anzi, è, esso stesso, parte integrante della Poesia, la determina, e ad essa dà nome.
Uno sciame di ragazzi sgorga dalle stanze di studio come un ampio delta: è il tramonto che strizza l’occhio all’ora violetta di eliotiana memoria: “At the violet hour, when the eyes and back Turn upward from the desk, when the human engine waits Like a taxi throbbing waiting”. (Eliot, The Waste Land, 1922) Gli occhi e le schiene si levano dagli scrittoi e, come taxi, frementi, aspettano. Ed è proprio il palpitare, il pulsare della vita che “L’Aria di Lungarno” riesce efficacemente a cogliere. Così, l’autore, studente d’un tempo, s’incammina lungo la strada che costeggia il fiume; il passo, svelto, da principio, rallenta per divenire nostalgico man mano che il ricordo prende la mano. Non si lascia soffocare, l’aria del Lungarno, il traffico non la sfiora, da essa è fagocitato: “L’aria del Lungarno scorre tra tempo e memoria. / Il traffico non la soffoca, è un cappio di lamiere / che scorre e non la sfiora.”
Scorre, sornione, l’Arno, e quasi percepiamo le urla allegre dei ragazzi che finiscono in piccoli mulinelli d’acqua. Scorre l’Arno, quasi superando gli argini, i limiti stessi del verso. Sì, perché l’Aria del Lungarno è lirica che si fa racconto. L’urgenza dell’autore è quella di cogliere la realtà e poco importa se la poesia, poi, s’incarni in un verso o in una frase.
Libri, statistiche, lettori e visitatori
Libri, statistiche, lettori e visitatori
Le statistiche di questo sito mi dicono che molti dei lettori-visitatori vengono da vari paesi esteri.
È per me un motivo di soddisfazione ma anche di curiosità.
Vorrei conoscere di più di voi, i vostri gusti letterari, le vostre idee, le proposte, i suggerimenti, le opinioni.
Ho pensato quindi di proporre volta per volta alcuni miei libri, con qualche assaggio in italiano affiancato dalla traduzione.
Per il momento ho a disposizione alcuni brani tradotti in inglese, francese, spagnolo e romeno.
Se qualcuno volesse tradurre in qualche altra lingua ne sarei molto lieto.
Il libro La creta indocile al momento è disponibile solo in lingua italiana.
Se qualcuno fosse interessato a riceverne una copia, mi scriva a questo indirizzo di posta elettronica:
ivanomugnaini@gmail.com .
Io sono te / Ipotesi
Ringrazio l’amica Anna Moro per aver selezionato e tradotto in francese questi due scritti.
È sempre interessante osservare su quali testi si sofferma l’attenzione dei lettori sensibili e affini.
IM
Argila rebelă – La creta indocile
La poesia tradotta si riplasma, assume nuove forme. Trattandosi di creta (indocile) tutto ciò è molto adeguato.
Ringrazio Mihaela Colin per l’attenta ed empatica lettura e per la selezione e traduzione di alcune mie poesie.
Non conosco la lingua rumena, ma è bello seguire passo passo il trasformarsi dei suoni e la crescita parallela dei versi in due lingue con radici condivise.
Grazie a Mihaela.
Una danza di cose . Una lettura de “La creta indocile”
Postato il
Pubblico volentieri il commento di Giulia Sonnante, autrice e traduttrice, al mio libro La creta indocile, perché si tratta di una lettura che abbina immediatezza e indagine attenta, acuta, appassionata. Pone fianco a fianco l’empatia e la capacità di cogliere il dettaglio che racchiude il tutto, l’impalpabile e la concretezza, la danza e le cose.
Grazie a Giulia, e, per chi vorrà, buona lettura, IM
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La creta indocile, Oèdipus, Salerno, 2018
È già nel titolo il primo contrasto, il sussulto, la prima sorpresa, e gli occhi s’allargano per un istante.
È perché la creta di Ivano Mugnaini è molto poco cedevole, poco arrendevole, come la vita!
Sono versi che vivono, respirano e spingono verso l’esistere nella sua essenza più pura e autentica. Allora indica la direzione, l’autore, la via da percorrere, dal buio verso la luce, e nell’oscurità delle nostre stanze lascia filtrare sempre un barbaglio, un chiarore.
Scopre le nostre fragilità e le accarezza, le abbraccia strettamente. Per questo, il più colpevole dei nostri sensi è l’udito, fisso sul legno della porta “inchiodato, crocifisso, appeso / ad un battito, un tocco ansioso / incerto furtivo: forse il tonfo, / l’incedere cieco del destino / forse il calore, sincero, di una mano” (Il grado zero). Sono queste, davvero, le nostre braccia protese in avanti a sfiorare, quasi disperatamente, altre braccia, altre mani, altri cuori.
Non ci troviamo di fronte soltanto figure umane nelle loro struggenti fragilità ma anche il mondo animale è qui efficacemente rappresentato perché amato.
Gli animali appaiono più saggi e allo stesso tempo più furbi degli esseri umani, Così, sotto lo sguardo ironico e divertito dell’autore, i gatti saltano di verso in verso perché: “Meglio allora il passo lento / regolare, l’appoggio astuto del gatto / che sfiora il ferro e il legno con moto / solo in apparenza uguale” (Come un qualsiasi animale). Ed ancora: “l’urlo mai spento del lupo. / Riconoscerlo affine, vicino / sarà sentire i suoi stessi occhi, /nelle ossa appuntite, tornando magri, leggeri, / nei fianchi e nei passi voraci / ancora affamati di tenerezze / feroci” (Quando verrà l’inverno). E così, i castori diventano metafora di amanti senza tempo: “Solo un rapace ci vedrebbe, /e capirebbe il senso, o forse / ci scambierebbe per folli e strani castori, / prima di virare, indifferente, verso / il suo tratto libero di cielo” (Folli e strani castori).
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