Risponde oggi alla domande di A TU PER TU Alessandra Corbetta, autrice giovane ma già in possesso di una personalità ben definita, capace di abbinare la passione e la creatività poetica ad un’accurata osservazione, quasi di impronta scientifica, della realtà, dei tempi, della società e degli individui che la compongono, la determinano e ne sono condizionati.
Anche in questo caso queste mie note fanno solo da “teaser” (giuro che non è una parolaccia), da stimolo ad una lettura accurata.
Sono molto interessanti gli spunti e i modi con cui Alessandra tratta argomenti complessi e di estrema attualità: la sexual objectification e le pratiche di body modification, l’esperienza del singolo, il frame sociologico e diversi altri temi.
Con grande sincerità e schiettezza ci parla anche del Covid, dei suoi effetti sul modo di vivere, di pensare e di scrivere.
Il consiglio è quello di sempre:
chi vuole e può, legga l’intervista nella sua interezza.
Io nell’ambito di questa rubrica sono solo un dispensatore di Spritz, di aperitivi.
IM
A TU PER TU
UNA RETE DI VOCI
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Saranno volta per volta le stesse domande.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.
IM
5 domande
a
Alessandra Corbetta
1) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Ho sempre detestato il momento delle presentazioni, anche quando ero bambina; con la crescita, ancora di più. Per i boriosi diventano un’occasione per lo sfoggio, spesso iperbolico, di sedicenti qualità e mansioni, per i timidi attimi di imbarazzo, per quelli, come me, che mal sopportano le etichette, qualcosa di inutile.
Allora dico solo che sono Alessandra Corbetta e riporto due versi di Umberto Fiori che sento molto vicini: «Potessi io / essere il prato, / non il tremore / di questo filo d’erba.»
2) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?
Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.
Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).
Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.
La mia ultima pubblicazione in versi si intitola Corpo della Gioventù, ed è uscita il giugno dello scorso anno per Puntoacapo Editrice.
La raccolta parte da una riflessione di stampo sociologico, il mio ambito di afferenza accademica, sul corpo che, soprattutto negli ultimi anni, è diventato lo strumento attraverso il quale indagare e rappresentare molte questioni sociali. I discorsi sulla sexual objectification e le pratiche di body modification non sono che due delle dimostrazioni più evidenti di come la corporalità funga da capro espiatorio per dire di altro. Ad esempio, ed è quello su cui Corpo della gioventù prova a interrogarsi, la difficoltà, nella nostra società occidentale, di uscire dalla giovinezza per entrare nell’adultità; il corpo, nelle modificazioni che subisce e nella sua facile esposizione, diventa il paradigma della paura nell’affrontare questa transizione e suggella la tendenza del nostro tempo a procastinare oltre misura l’inizio dell’età adulta. L’opera, nelle sue cinque sezioni Fessure, Attraverso, Rintocchi, Battenti, Esplosione, interseca a questa cornice macro l’esperienza del singolo, e quindi la dimensione micro, nella quale l’elemento autobiografico compare solo in qualità di mezzo di congiunzione al frame sociologico. Il libro è introdotto da due note, una a cura di Tomaso Kemeny, l’altra di Lamberto Garzia che evidenziano il moto di resistenza posto in essere dall’io per non adattarsi a un diktat sociale che vorrebbe imporre una cronologia unificata al tempo personale del soggetto; la postfazione, invece, realizzata da Ivan Fedeli, si concentra sulla dimensione esistenziale del corpo; scrive, infatti, Fedeli: «Il corpo assume allora dimensione esistenziale: avvolta nei corpi di tutti / nessuno è barbaro / qualcunoresiste: avvolgente in sé, si copre di carne per nascondere, come una matrioska, le fratture interne, le smagliature di un essere che è solo in funzione di ciò che percepisce, abita. Pensare alla ricerca poetica della Corbetta è, quindi, condividere l’idea di una continua evoluzione, magmatica, dell’Io in funzione di una realtà sfuggente, che si dimostra talvolta insidiosa nella metafora di una casa vuota, di uno specchio che non riconosce, di posti che non attraversano, talvolta più rassicurante, nell’idea di un porto che accoglie in silenzio proprio mentre tutto tace e diventa possibile la quiete. In questa cornice accade la poesia: essa si addensa in una forza immaginativa mai scontata, in cui l’identità personale si consuma lasciando spazio alla matrice di un’esperienza comune di spaesamento, incredulità.»
L’invito, ai dedalonauti interessati è quello di sempre: incuriosirsi, leggere, cercare il libro e altre belle cose. Le stesse che auspico per tutti voi. IM
Andare per salti presuppone la volontà e la necessità di staccarsi dal suolo, seppure per un breve tratto. Implica un volo, uno spazio ed un tempo in cui si perde il contatto con il terreno. Annamaria Ferramosca ha percepito nei versi di questo volume un moto interno, una dinamica del sentire, ma, coerentemente con quanto ha scritto nei suoi libri precedenti e soprattutto in piena concordanza con il suo modo di percepire e di vedere, ha corretto il tiro, lo ha ampliato e modulato. Andare per salti è composto da tre sezioni: la prima, eponima, ricalca il titolo del libro, la seconda prosegue con “Per tumulti” e l’ultima va ”Per spazi inaccessibili”. Si ha l’impressione di una progressiva volontà di recuperare il legame con la superficie terrestre, imperfetta, pietrosa ma imprescindibile. Il tumulto richiama l’effetto di un sommovimento tellurico. Un terremoto, sia del suolo che del cuore. Gli spazi inaccessibili sono quelli intricati di una giungla, una boscaglia, non certo quelli sgombri ed eterei del cielo. La Ferramosca, anche in questo libro, percorre con coerenza i cerchi e le curve del percorso letterario ed esistenziale che le è proprio. Cammina in punta di piedi ma con forza e tenacia sul filo esile e vitale sospeso tra il corporeo e l’incorporeo, il carnale e l’etereo, tra la paura e la necessità di sporcarsi le mani con la sabbia e con il fango, con il sudore e con il sangue, con la feroce attrazione dell’imperfezione. In quest’ottica, partendo da questa prospettiva, anche il linguaggio va adattato, ristrutturato e rimodellato, reso strumento duttile e duplice, atto a tracciare sottili linee azzurre nell’etere ma anche all’occorrenza lettere rosse, dense di sangue, piene della goffa e umanissima sostanza del dolore. “Questa sera ruota la vena/ dell’universo e io esco, come vedi,/ dalla mia pietra per parlarti ancora/ della vita, di me e di te, della tua vita/ che osservo dai grandi notturni”. Sono questi i versi, tratti da Incontri e agguati di Milo De Angelis, scelti dall’autrice, con una cura e un’attenzione che non è difficile immaginare, come epigrafe, come stanza d’ingresso per questo suo libro. Esco dalla mia pietra, recita uno dei versi. Da una pietra si esce come, in quale modo, con quale forza e quale strumento? Annamaria Ferramosca in questo libro sembra dirci che dalla pietra si può uscire vivi, senza essere diventati pietra noi stessi, almeno non del tutto. Si esce, forse, se si è capaci di comprendere che non c’è una sola vita da raccontare. C’è anche la vita altrui da dire, da rendere verso, parola. Dalla pietra di una tomba che è già realtà all’atto del nascere ci si salva parlando agli altri della propria vita e della loro, simultaneamente, cercando di andare oltre il confine, superandolo con il tumulto di un cuore che si spezza e rischia di spegnersi da un attimo all’altro ma che, nonostante questo, non smette di camminare e sorridere, a dispetto di tutto, esplorando e rendendo propri gli spazi inaccessibili del significato, di un significato possibile, giusto o sbagliato ma umano, il luogo dove il senso diventa sentimento. “Schizzo via dalla giunglamercato/ obliquando rallento prendo fiato/ rispondo alla domanda muta/ del venditore ambulante/ – è da un po’ che mi fissa perplesso -/ sai la fine mi tiene d’occhio e voglio/ andare senza direzione/ come un bambino fare splash nelle pozzanghere/ se vuoi se hai tempo appena/ il tiglio smette di gocciolare/ ti racconto una stupida vita/ come stupisce come istupidisce”. In questi versi della lirica d’esordio del libro l’autrice, con i mezzi, gli utensili a lei più cari, tesse un filo che unisce passato e presente, la sua produzione precedente e questo suo libro attuale, lo specchio del momento. Un collage tra parole che vengono agglutinate, come in “giunglamercato”, conservando ciascuna un proprio senso che tuttavia diventa nuovo nell’attimo dell’accostarsi, nel gusto mai spento della voluttà del dire. Stesso discorso per i vocaboli creati ex novo, come con i pezzi di un Lego colorato e dalle infinite possibilità, come nel caso di “obliquando”. Ma il gioco della Ferramosca è sempre serissimo, nella forma e nella sostanza. Viene fatto di immaginare un taglio dolce ma severo perfino nel sorriso che le si apre sulla bocca quando fa “splash nelle pozzanghere”. È una delle caratteristiche che rendono riconoscibile la poetica dell’autrice: la serietà nel gioco e la giocosità nella serietà. La commedia della vita che racconta con i suoi versi alterna, potremmo dire “obliqua”, attimi di levità in cui tuttavia non smette di percepire che il mondo è storto, sbilenco, fuori asse, e istanti di ragionamento che non vuole mai rendere del tutto agri. L’ironia, in questo libro, ha sempre un fondo di amarezza per la deriva umana, osservata, percepita, descritta. Questo libro è, in parte, una sorta di canto notturno della Ferramosca, scritto con la percezione di una ferita, con la minaccia di un buio incombente. Ma l’autrice anche qui, perfino nella penombra del corpo e dei pensieri, riesce a non dimenticare le voci altrui, e la sua “bambina delle meraviglie” che dorme, serena. Comprende, e ci fa comprendere, che la bambina è altra da sé, vive una vita propria, indipendente da lei. Ha il suo luminoso tempo dell’infanzia, Nicole, e avrà un futuro anche quando non potrà e non potremo più guardarla, proteggerla con lo sguardo e con i pensieri. La bambina è altra da sé ma è anche lei, Annamaria Ferramosca, in grado di conservare uno spiraglio di stupore, e la forza di un salto, illogico e salvifico, perfino al di sopra del “terribile che infuria”, del “solito sgomento” che rende illusoria la speranza. Il trucco è semplice, tutto sommato: dimenticare, volutamente, ricordarsi di scordare lo “zaino zavorra”. Sapendo che dentro quello zaino c’è tutto ciò che conta e che in realtà quello che c’è conta poco o niente. Non contano le “de-finizioni”, ciò che pone termine alle potenzialità infinite dell’essere e dell’esprimere. Non conta ciò che minaccia e chiama a sé, nel mistero dell’oltre. Non contano perché la bambina è ancora splendidamente “irrubata” dal mondo, è un luogo del tempo in cui il tempo stesso non può arrivare, non può irrompere e non può infrangere. Questo è il fuoco del libro, l’essenza, il succo spremuto da giorni di ascolto e visione, di paura e di attesa. Ed ha un sapore lieve al palato, nonostante la speranza che si fa sempre più esile, che parla come una Sibilla chiusa in un’ampolla. “Nessuno è reale piove sempre/ nella pioggia sbavano i segni/ ma le pagine accidenti quelle sono/ insperate di bellezza/ disperante bellezza irraggiungibile”, scrive. In questo gioco oscillante di ossimori, quasi danza su un filo sospeso, c’è il richiamo mai spento, determinante, imprescindibile: quello di Nicole, la bambina, alunna e maestra, la sua luminosa infanzia, intatta e intangibile, e ci siamo che, pensandola, amandola, salviamo lei in noi e noi in lei. Da qui, da questa fragile solidità acquisita con un moto d’affetto assoluto, può finire il salto e iniziare il tumulto. La seconda sezione del libro si apre con una danza, un movimento del corpo che si disegna nell’aria con il suo legame attraverso i passi, con la terra: “Tu non lo sai ma questa tua danzaturbine/ ha parole paradossali d’invito ‘nturcinate”. Il turbine sconvolge, scompagina, descrive e genera forme nuove: il coraggio di affidare al corpo la libertà di creare ancora, nonostante tutto, ancora una volta. Il paradosso è sempre fertile, per sua natura, per la capacità di mettere a contatto materie diverse, entità e respiri. Ne deriva un amplesso, corporeo e astratto, etereo e sanguigno, in grado di rendere le parole ‘nturcinate’, intrecciate, avviluppate fino a smarrire il discrimine, l’io e il tu, il presente e un tempo indefinito, la coscienza e il sogno. Da qui, la scena d’amore, nasce, erompe, come “le onde-salento che lampeggiano” e “il soffio greco del timo sullo scoglio”, con la consapevolezza di avere già i piedi nella corrente. La solidità si è fatta fluida, scorre, e ad ogni istante muta. Non è tuttavia morte per acqua alla Eliot. Semmai qui, nell’ebbrezza del tumulto, è vita per acqua, eros esistenziale, dialogo intimo di braccia, occhi, dita, parole. Fortificati, consci e smarriti quanto basta, possiamo intraprendere l’esplorazione dei luoghi inaccessibili, ultima tappa del viaggio. Ma il tragitto è sempre circolare, ci si muove sempre in circoli, cerchi, Circles, circonferenze e sfere: la tappa finale è anche la prima. Ci si rivolge ad un destinatario ben identificato e al contempo indefinito. Si parla, in questa sezione, ma in fondo in ciascuna pagina di questo libro, della fine personificata che incombe: “Procedi per allusioni/ per sotterfugi sottili ti sottrai/ e intanto lievita/ questa bella estate di frutti e led/ ora so di aver vissuto solo per stanarti/ un’intera vita a decrittare invano/ i cartelli che pianti sulle svolte/ le scritte pallide le frasi/ lasciate qua e là smozzicate/ (per discrezione o forse/ per una più veloce eutanasia) ma/ sai bene quanto intollerabile sia/ conoscere i dettagli del viaggio”. Un consuntivo, una sorta di giornale di viaggio, un diario di bordo scritto per se stessa e per chi lo leggerà, dopo, in un tempo ancora da venire e definire. Lo è nello specifico la sezione conclusiva del libro ma anche l’intero libro, nella sua sfaccettata unitarietà. Annamaria Ferramosca in questo suo Andare per salti ha scritto un sobrio, addolorato e gioioso inno alla vita, insieme ad un ascolto dell’effimero che siamo. La forza di questo libro è nella capacità di scrivere di sé senza egotismo, senza pretendere di essere il Nord magnetico e la stella polare. L’autrice parla di sé rispondendo al silenzio di un venditore ambulante con il racconto della sua vita. Parla di sé smarrendosi in una danza o nell’ebbrezza di frasi fulminee scambiate sullo schermo di un computer. Parla di sé osservando la bellezza di una fanciulla che prosegue da sola il suo cammino portando però con sé frasi, discorsi, pensieri e sogni che ha raccolto da lei in modo spontaneo, immediato, naturale come il ciclo delle stagioni. Al lettore, alla fine, viene spontaneo dire che l’attività del decrittare cartelli sulle svolte e frasi smozzicate non è stata inutile. Non è stato invano, il salto, il tumulto, la ricerca costante, ininterrotta. Il fascino, del libro, e della poesia in termini più ampi, è quello di sapere cantare il viaggio, le luci e le ombre, le danze e gli inciampi, senza conoscerne i dettagli. Dando voce e canto al mistero che ci finisce e ci dà vita. Se troviamo, chissà dove, chissà come, la forza di non smettere di saltare con la forza visionaria e danzare con la forza umana, vitale. Anche nel buio.
Ivano Mugnaini
Andare per salti Annamaria Ferramosca, Andare per Salti – Casa Editrice Arcipelago Itaca di Osimo (An), 2017 Introduzione di Caterina Davinio. 2a edizione Premio “Arcipelago itaca” per una Raccolta inedita di versi. Pagg. 80, € 13,00 – ISBN 978-88-99429-16-4
Andare per Salti di Annamaria Ferramosca
dalla sezione PER SALTI
esterno con pioggia interno con acquario
è l’ora delle prove distratte di attraversamento
senza attenzione a strisce pedonali
zigzag sul bagnato senza ombrello
senza documenti né borsa né portafoglio
schizzo via dalla giunglamercato
obliquando rallento prendo fiato
rispondo alla domanda muta
del venditore ambulante
– è da un po’ che mi fissa perplesso –
sai la fine mi tiene d’occhio e voglio
andare senza direzione
come un bambino fare splash nelle pozzanghere
se vuoi se hai tempo appena
il tiglio smette di gocciolare
ti racconto una stupida vita
come stupisce come istupidisce
sai non si vede non si vede nessuno
nessuno è reale piove sempre
nella pioggia sbavano i segni
ma le pagine accidenti quelle sono
insperate di bellezza
disperante bellezza irraggiungibile
poi i lampi i lampi
dall’oltre indecifrabili martellano le tempie
e l’umano l’umano nausea fa barcollare
ma non mi arrendo
calpesto limiti recinti codici
e non mi perdono ché anch’io sono umana
così mi lascio vivere
un vivere piccolo semplice che almeno
un po’faccia coesione
un rimpicciolirmi come
di seme tra i semi
***
ora che mostro viso e braccia aperte
s’accendono i corpi le voci
più libero il pianto più intense le carezze
apro armadi nel petto e
vado per salti
dimentico zaino zavorra
virgole punti de-finizioni
tanto so che l’altrove
mi tiene d’occhio e
dorme la mia bambina delle meraviglie
ancora irrubata dal mondo
intatta nel suo pianeta
cosa devo farci io con questo spudorato pianeta
cosa devo farci con il terribile che infuria
con le solite frasi il solito sgomento
con quella spes ultima illusione
cosa devo farci pure con la poesia
tanto so che la nave
sta trascinando al largo
nel muto acquario dove ci ritroviamo
come all’origine nudi
finalmente originali miseramente
splendidi nel nulla
***
raccontarti
della distesa muta che circonda
nessuna vibrazione
trascorsi millenni dal diluvio
solo rovine
no messaggi no mails
a chiedermi perché sola e risparmiata
conservata per quale nuovo mondo
quale senso
poi dirti della vestizione
per il viaggio che smuove le pianure
oltre ogni confine
e il fiume largo il fiume
e del risveglio e del segno ancora
che mi scrive m’inarca
ancora linfa a corrermi nei fianchi
richiami che tornano a squillare
quaderno a registrare
***
a Nicole del mattino
bello vederti bere l’aria
mentre salti sul mondo
s’accendono le arance
ti svegliano ti svelano
una terra d’incanti di festa
senza ombre né memoria
ammutolisco sulle frasi che lanci
verso la mia disfatta geometria
mi indichi il segno del silenzio
io tua piccola alunna tu maestra
mi metti seduta spossessata di storia
sotto l’arco del tuo tempo abbagliante
vedo con le pupille lunari dei gatti
torcersi i meridiani unirsi i continenti
sotto i tuoi passi di conchiglia
brillano nel tuo mare
isole che non raggiungo
***
dalla sezione PER TUMULTI
dal monte al mare concordi le soluzioni della natura sull’amore
lungo i fianchi del monte il silenzio
scuote appena la notte
in alto prendono consistenza
i fili invisibili che tengono fisse le stelle
questa concavità di valico ristora
il mio respiro in corsa
l’erba mi attraversa smagliante
mi fa scivolare a valle con l’entusiasmo
potente di valanga
ti raggiungo
il tetto della tua casa ha canali d’aria
vi passano suoni del tempo trascorso nelle stanze
ma appena entro il rimpianto ammutolisce
sa che posso scaldarti già guardandoti
ti performo la scena d’amore
le onde-salento che lampeggiano
il soffio greco del timo sullo scoglio
la carezza del tufo ecco
abbiamo già i piedi nella corrente
***
bla bla bla è urgente
capovolgere i suoni
alba alba alba capite?
se si sovvertono se le stanze
si mettono in subbuglio
dietro la porta può affacciarsi
la sempre sfuggente poesia
può rinascere
incurante del rumore intorno del brusio
crescere con la sua fame adolescenziale
di cose vere sia pure materia rarefatta
di parole vive dai corpi
lungo tutti i meridiani pure
da territori dubbi come atlantide
o aldebaran o l’isola di ogigia
insomma – accidenti – da spazi
inaccessibili
provare solo deliri di sfioramento
farsene una ragione
***
dalla sezione PER SPAZI INACCESSIBILI
posto di pietra
cerca – ad esempio – il profilo di un vecchio
seduto sulla pietra al sole siediti accanto
inizia con un’inezia parlagli di vigne o di mare
accogli la sua lingua spezzata che trasforma
la piazza in fantastico teatro
di strampalati racconti
fanne ricordi fermi per l’inverno
vento caldo di favole ai tuoi figli
ritorna a fargli visita
ogni volta prima di partire
il suo posto di pietra così simile
al tuo vecchio banco a scuola
erano voli di parole-rondini
a lasciarti sigilli sulla fronte
nel becco rami che rifondano paesi
dove i profili tutti si somigliano
a mezzogiorno passarvi il pane
e insieme tornare a casa
come stringendo al petto il mondo
prima della prossima tempesta
***
elogio del futuro senza tabù
dove cade l’ultima luce
là sulla terra della riservatezza
dove non oso accostarmi
avanza il suo profilo drammatico
ha occhi penetranti matematici
mentre continua la sua caccia
lucida già decisa
senza ombra di premeditazione
mi lancia nel tempo
i suoi eureka ritmati
come note di fisarmonica
quando improvvise scoppiano
durante i matrimoni
donna che hai accolto nutrito conservato
il seme la bella carne e ti sei liberata
ecco sei stata
ora ti sospingo stralunata
in questa tua chiara stanza del sonno
uomo da sempre dominus fiero
in perentorio avido pensiero
pugnale innestato a ordinare
vincere eliminare
ecco a te il buio che illumina
ogni vittoria presunzione errore
ai vivi resta in mano
incorrotto un ramo
aspirazioni e sogni da sfogliare
restano tracce di linguaggi
di manufatti di macchinari
con la loro usurata grammatica
a dire la speranza e pure l’irreparabile
(a volte il destino già occhieggia nei nomi)
***
Annamaria Ferramosca
nata a Tricase (Lecce), vive a Roma. Fa parte della redazione del poesia2punto0 portale, Dove e ideatrice e curatrice della rubrica Poesia Condivisa. Ha all’attivo collaborazioni E Contributi creativi e Critici con varie riviste e siti di Settore. Vincitrice del Premio Guido Gozzano e del Premio Astrolabio e recentemente del Premio Arcipelago Itaca, e finalista ai Premi Camaiore, LericiPea, Pascoli, Lorenzo Montano. Ha Pubblicato in poesia: Andare per salti, Arcipelago Itaca 2017, trittici – Poesie Il segno e la Parola, DotcomPress 2016, Ciclica, La Vita Felice 2014, Altri Segni, Altri Circles– Selected 1990-200 8, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti , Chelsea Editions, NY 2009, Curve di Livello a le, Marsilio 2006, Pasodoble, Empiria 2006, la Poesia Anima Mundi, Puntoacapo 2011, Porte / Doors, Edizioni del Leone 2002 Il Versante Vero, Fermenti 1999. Ha curato la versione italiana del poetica libro del poeta rumeno Gheorghe Vidican 3D-Poesie 2003-2013, Edizioni CFR 2015 e’ voce ampiamente antologizzata e inclusa nell’Archivio della voce dei Poeti, Multimedia, Firenze. Testi Suoi sono stati Tradotti, Oltre Che in inglese, in francese, Tedesco, Greco, albanese, russo, rumeno. Suo sito Personale: http://www.annamariaferramosca.it
In ottima compagnia, un mio testo di cronaca “sportivo-esistenziale” sul numero 50 di Gradiva.
È un numero speciale dedicato a: CINQUANTA POETI ITALIANI PER GRADIVA. Nel fascicolo, oltre ai testi dei vari autori, un editoriale del direttore Luigi Fontanella che percorre la storia della rivista.
* * * * *
Riporto qui sotto, per chi fosse interessato, alcune informazioni sulla rivista
GRADIVA
International Journal of Italian Poetry
Editor-in-Chief: Luigi Fontanella ~ Associate Editor: Michael Palma
«Gradiva» è una delle più longeve riviste di poesia italiana, dedicata in particolare allo studio e alla diffusione della poesia contemporanea. Rivolta a un pubblico internazionale, pubblica testi sia di poeti italiani (con o senza traduzione in inglese) che di poeti stranieri di origine italiana, saggi, note, traduzioni, recensioni e interviste. Oltre a sezioni dedicate a testi inediti e interventi critici, comprende rubriche specifiche curate da singoli studiosi e poeti. Arricchisce la rivista una «Fototeca», archivio fotografico che documenta i principali eventi della poesia italiana, passata e presente.
«Gradiva» is one of the oldest journals of Italian poetry, and is particularly devoted to the study and promotion of contemporary literature. Addressed to an international audience, it publishes texts by Italian poets (with or without accompanying English translations), or of Italian descent, as well as essays, notes, translations, reviews, and interviews. Beyond its regular sections, with original poems and critical contributions, it includes special sections developed by scholars and poets. Among the latest features of the journal is a «Fototeca», a photographic archive documenting the most important events of the Italian poetical scene.
Il 5 agosto 2016 la Giuria del Premio Internazionale di Poesia GRADIVA-NEW YORK 2016, composta da Alessandro Carrera, Luigi Fontanella (Presidente), Irene Marchegiani, Elio Pecora, Mario Santagostini, Pasquale Verdicchio, ha decretato il libro vincitore di quest’anno. In seguito alla votazione finale sulla cinquina dei libri finalisti:
GIUSEPPE CARRACCHIA, Prova del nove, Ladolfi, 2015
BACHI DARDANI, Un segreto ancora, Melangolo, 2015
MILO DE ANGELIS, Incontri e agguati, Mondadori, 2015
MONICA MARTINELLI, L’abitudine degli occhi, Passigli, 2015
MATTEO MUNARETTO, Il cielo è dei leggeri, Interlinea, 2016
risulta vincitore del Premio Gradiva 2016 Milo De Angelis, con Incontri e agguati.
Al secondo posto: Monica Martinelli con L’abitudine degli occhi;
al terzo posto ex-aequo: Giuseppe Carracchia e Matteo Munaretto.
La cerimonia di premiazione è fissata per il 20 ottobre c.a., h. 17,30, presso il Center for Italian Studies, Melville Library, della State University of New York a Stony Brook.
STATE UNIVERSITY OF NEW YORK – terza edizione del Premio Gradiva (2015)
La rivista GRADIVA bandisce la terza edizione del Premio Internazionale Gradiva. Al Premio si concorre con un libro di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2014 e marzo 2015. I libri partecipanti al Premio non saranno restituiti. Non è prevista alcuna quota di partecipazione, ma i partecipanti sono gentilmente tenuti a iscriversi, in forma di donazione, all’Associazione Gradiva International Poetry Society, Inc., i cui intenti sono quelli di promuovere e diffondere la poesia italiana nei Paesi anglofoni. *
Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari), il rimborso delle spese di viaggio aereo (economy class) e il pernottamento per due notti presso il prestigioso Danford Marina Hotel. Una selezione del libro sarà tradotta in inglese e pubblicata in “Gradiva”.
Case editrici o singoli autori devono spedire una copia del loro libro ENTRO IL 20 APRILE 2015 ai membri della Giuria sotto indicati, con l’indicazione, su ogni copia, dell’indirizzo completo dell’Autore, telefono e email. Una copia in PDF va spedita all’indirizzo elettronico della Segreteria del Premio, sotto indicato.
ALESSANDRO CARRERA, Modern & Classical Languages, University of Houston, Texas 77204, USA.
MILO DE ANGELIS, Via Imbriani 31, sc. F., 20158 Milano, Italia.
LUIGI FONTANELLA (Presidente), Dept. of European Languages and Literatures, Humanties Building, SUNY, 100 Nicolls Rd., Stony Brook, New York 11790, USA.
IRENE MARCHEGIANI, 303 Mountain Ridge Dr., Mt. Sinai, New York 11766, USA
ELIO PECORA, Via Paolo Barison 14, 00142 Roma, Italia.
Segreteria del Premio: Sylvia Morandina (con diritto di voto): PO Box 1058, Southold, N.Y. 11971, email: gradivasunysb@gmail.com
Presidente Onorario: Alfredo de Palchi (senza diritto di voto): 33 Union Square W., apt. 6-R, New York, N.Y. 10003, e mail: katpoet13@aol.com
La Giuria selezionerà gradualmente i libri in concorso. Una successiva consultazione determinerà la cinquina finalista, della quale, un’ultima votazione, determinerà il libro vincitore del Premio. La cerimonia di premiazione avrà luogo nell’autunno del 2015, presso il Center for Italian Studies della State University of New York, con sede a Stony Brook, Long Island, e sarà preventivamente comunicata al vincitore, che è tenuto a presenziare alla cerimonia. Non si ammettono deleghe. Per ulteriori informazioni: tel. 001-631-6327448 (martedì e giovedì), oppure inviare email a: gradivasunsyb@gmail.com
* Per l’associazione alla non-profit Gradiva International Poetry Society, che dà diritto a partecipare al Premio, effettuare donazione, con spese bancarie a carico dell’ordinante, tramite bonifico internazionale (bank transfer) di $60 sul conto di GRADIVA, Routing Number 226070584, account 444-3030970, Swift: CHAS US 33; oppure tramite bonifico italiano, in forma di donazione, di euro 50, con spese bancarie a carico dell’ordinante, presso Banca Popolare di Milano, Ag. 240, conto corrente intestato a Luigi Fontanella, IBAN: IT50 I 05584 02800 000000010982, BIC: BPM iit MM240. Spedire la ricevuta all’indirizzo del Premio: PO Box 831, Stony Brook, New York 11790.
STATE UNIVERSITY OF NEW YORK
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GRADIVA-NEW YORK – III edizione
La rivista GRADIVA bandisce la terza edizione del Premio Gradiva – New York. Al Premio si concorre con un libro di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2013 e dicembre 2014. I libri partecipanti al concorso non saranno restituiti. Non è prevista alcuna quota di partecipazione, ma i partecipanti sono gentilmente invitati a iscriversi, in forma di donazione, all’Associazione Gradiva International Poetry Society, Inc. i cui intenti sono quelli di promuovere e diffondere la poesia italiana nei Paesi anglofoni. *
Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari), il rimborso delle spese di viaggio aereo (economy class) e il pernottamento per due notti presso il prestigioso Danford Marina Hotel. Una selezione del libro sarà tradotta in inglese e pubblicata nella rivista “Gradiva”. Case Editrici e/o singoli autori devono spedire una copia del loro libro, in cartaceo, ENTRO IL 30 MARZO 2015, ai seguenti componenti della Giuria, con l’indicazione, su ogni copia, dell’indirizzo completo dell’Autore, telefono ed e-mail. Una copia va spedita in PDF all’indirizzo elettronico della Segreteria del Premio sotto indicato.
Nicola Crocetti, c/o “Poesia”, Via E. Falck 53, 20151 Milano, Italia.
Milo De Angelis, Via degli Imbriani 31, sc. F., 20158 Milano, Italia.
Alessandro Carrera, Modern & Classical Languages, Univ. of Houston, Texas 77204, USA.
Luigi Fontanella (Presidente), Dept. of European Languages and Literatures, Humanities Bldg, State University of New York, 100 Nicolls Rd., Stony Brook, New York 11790, USA.
Irene Marchegiani, 303 Mountain Ridge Drive, Mt. Sinai, New York 11766, USA.
Elio Pecora, Via Paolo Barison 14, 00142 Roma, Italia.
Segreteria del Premio, Sylvia Morandina (con diritto di voto): gradivasunysb@gmail.com Presidente onorario (senza diritto di voto): Alfredo de Palchi: 33 Union Square W., 6-R, New York, N.Y. 10003, USA.
La Giuria selezionerà gradualmente i libri finalisti. Una successiva consultazione determinerà la cinquina finalista, della quale un’ultima votazione determinerà il vincitore del Premio. La cerimonia di premiazione avrà luogo nell’autunno 2015 presso il Center for Italian Studies della State University of New York, con sede a Stony Brook, e sarà preventivamente comunicata al vincitore, che è tenuto a presenziare alla cerimonia. Non si ammettono deleghe. Per ulteriori informazioni: Tel. 001-631-6327448 (martedì e giovedì) o inviare email.
* Per l’associazione alla non-profit Gradiva International Poetry Society, Inc., che dà diritto a partecipare al Premio, effettuare donazione, con spese bancarie a carico dell’ordinante, tramite bonifico internazionale (bank transfer) di $65 sul conto di GRADIVA, Apple Bank di Setauket (N.Y.), gestito dalla Morgan Chase Bank, Routing n. 226070584, account 444-3030970, Swift: CHAS US 33; oppure tramite bonifico italiano di € 50, specificando che si tratta di donazione, con spese bancarie a carico dell’ordinante, presso Banca Popolare di Milano, Ag. 240, sul conto intestato a Luigi Fontanella, IBAN: IT50 I 05584 02800 000000010982, swift: BPM iit MM240. Spedire la ricevuta all’indirizzo della Segreteria del Premio, Sylvia Morandina: PO Box 831, Stony Brook, New York 11790, USA.
Vincitori delle precedenti edizioni:
2013, Sauro Albisani, La valle delle visioni (Passigli)
2014, Maurizio Cucchi, Malaspina (Mondadori)
L’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Centro di Ricerca Letteratura e Cultura dell’Italia Unita, insieme con l’Editrice Gradiva Publications dell’Università Statale di New York, è lieta d’invitarla alla presentazione, con relativa lettura di testi, dell’antologia bilingue CANONE INVERSO, Anthology of Contemporary Italian Poetry, a cura di Pietro Montorfani (Gradiva Publications, State University of New York, 2014).
Presiede e coordina il Prof. Giuseppe Langella
Introducono il Dr. Pietro Montorfani e il Prof. Luigi Fontanella
Leggeranno testi della propria poesia, tratti dall’antologia, alcuni dei poeti antologizzati: Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luigi Fontanella, Alberto Nessi, Giancarlo Pontiggia, Patrizia Valduga, Cesare Viviani.
Data e ora: mercoledì, 5 Novembre, alle ore 10.
Luogo: aula Pio XI, Università Cattolica del Sacro Cuore,
Largo Gemelli 1, Milano.
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STATE UNIVERSITY OF NEW YORK PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GRADIVA-NEW YORK – III edizione ______________ La rivista GRADIVA bandisce la terza edizione del Premio Gradiva – New York. Al Premio si concorre con un libro di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2013 e dicembre 2014. I libri partecipanti al concorso non saranno restituiti. Non è prevista alcuna quota di partecipazione, ma i partecipanti sono gentilmente invitati a iscriversi, in forma di donazione, all’Associazione Gradiva International Poetry Society, Inc. * Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari), il rimborso delle spese di viaggio aereo (economy class) e il pernottamento per due notti presso il prestigioso Danford Marina Hotel. Una selezione del libro sarà tradotta in inglese e pubblicata da “Gradiva”, o in una plaquette per le edizioni Gradiva. In caso di ex-aequo i vincitori condivideranno il premio in danaro. Case Editrici e/o singoli autori devono spedire una copia del loro libro, in cartaceo, ENTRO IL 30 MARZO 2015 ai seguenti componenti della Giuria, con l’indicazione, su ogni copia, dell’indirizzo completo dell’Autore, telefono ed e-mail. Una copia va spedita in PDF all’indirizzo elettronico della Segreteria del Premio sotto indicato. Nicola Crocetti, c/o “Poesia”, Via E. Falck 53, 20151 Milano, Italia. Milo De Angelis, Via degli Imbriani 31, sc. F., 20158 Milano, Italia. Alessandro Carrera, Modern & Classical Languages, Univ. of Houston, Texas 77204, USA. Luigi Fontanella (Presidente), Dept. of European Languages and Literatures, Humanities Bldg, State University of New York, 100 Nicolls Rd., Stony Brook, New York 11790, USA. Irene Marchegiani, 303 Mountain Ridge Drive, Mt. Sinai, New York 11766, USA. Elio Pecora, Via Paolo Barison 14, 00142 Roma, Italia.
Segreteria del Premio, Sylvia Morandina (con diritto di voto): gradivasunysb@gmail.com La Giuria selezionerà gradualmente i libri finalisti. Una successiva consultazione determinerà la cinquina finalista, della quale un’ultima votazione determinerà il vincitore del Premio. La cerimonia di premiazione avrà luogo nell’autunno 2015 presso il Center for Italian Studies della State University of New York, con sede a Stony Brook, e sarà preventivamente comunicata al vincitore, che è tenuto a presenziare alla cerimonia. Non si ammettono deleghe. Per ulteriori informazioni: Tel. 001-631-6327448 (martedì e giovedì) o inviare email. * Per l’associazione alla non-profit Gradiva International Poetry Society, Inc., che dà diritto a partecipare al Premio, effettuare donazione, con spese bancarie a carico dell’ordinante, tramite bonifico internazionale (bank transfer) di $65 sul conto di GRADIVA, Apple Bank di Setauket (N.Y.), gestito dalla Morgan Chase Bank, Routing n. 226070584, account 444-3030970, Swift: CHAS US 33; oppure tramite bonifico italiano di € 50, specificando che si tratta di donazione, con spese bancarie a carico dell’ordinante, presso Banca Popolare di Milano, Ag. 240, sul conto intestato a Luigi Fontanella, IBAN: IT50 I 05584 02800 000000010982, swift: BPM iit MM240. Spedire la ricevuta all’indirizzo della segreteria del Premio: PO Box 831, Stony Brook, New York 11790, USA.
STATE UNIVERSITY OF NEW YORK
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GRADIVA-NEW YORK – III edizione
______________
La rivista GRADIVA bandisce la terza edizione del Premio Gradiva – New York. Al Premio si concorre con un libro di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2013 e dicembre 2014. Non saranno presi in considerazione e-books, né libretti con meno di 50 pagine di testo poetico. I libri partecipanti al concorso non saranno restituiti. Non è prevista alcuna quota di partecipazione, ma i partecipanti sono gentilmente tenuti a iscriversi, in forma di donazione, all’Associazione Gradiva International Poetry Society, Inc. *
Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari), il rimborso al 50 % delle spese di viaggio aereo e il pernottamento per due notti presso il prestigioso Danford Marina Hotel. Una selezione del libro premiato sarà tradotta in inglese e pubblicata dalla rivista “Gradiva” o in una plaquette per le edizioni Gradiva. In caso di ex-aequo i vincitori condivideranno il premio in danaro. Case Editrici e/o singoli autori devono spedire una copia del loro libro ENTRO IL 10 MARZO 2015 ai seguenti componenti della Giuria, con l’indicazione, su ogni copia, dell’indirizzo completo dell’Autore, telefono ed e-mail.
Nicola Crocetti, c/o “Poesia”, Via E. Falck 53, 20151 Milano, Italia.
Milo De Angelis, Via degli Imbriani 31, sc. F., 20158 Milano, Italia.
Alessandro Carrera, Modern Languages, University of Houston, Texas 77204, USA.
Luigi Fontanella (Presidente), Dept. of European Languages and Literatures, Humanities Bldg, State University of New York, 100 Nicolls Rd., Stony Brook, New York 11790, USA.
Irene Marchegiani, 303 Mountain Ridge Drive, Mt. Sinai, New York 11766, USA.
Sylvia Morandina, Segreteria del Premio, Department of European Languages and Literatures, Humanities Bldg., SUNY, 100 Nicolls Rd, Stony Brook, N. Y. 11794-5359, USA.
Elio Pecora, Via Paolo Barison 14, 00142 Roma, Italia.
La Giuria selezionerà gradualmente i libri finalisti. Una successiva consultazione determinerà la cinquina finalista, della quale un’ultima votazione determinerà il vincitore del Premio. La cerimonia di premiazione avrà luogo nell’autunno 2015 presso il Center for Italian Studies della State University of New York, con sede a Stony Brook, e sarà preventivamente comunicata al vincitore, che è tenuto a presenziare alla cerimonia. Non si ammettono deleghe. Per informazioni, Segreteria: PO Box 831, Stony Brook, New York 11790, USA. Tel. 001-631-6327448 (martedì e giovedì). Email: gradivasunysb@gmail.com
* Per l’associazione alla non-profit Gradiva International Poetry Society, Inc., che dà diritto a partecipare al Premio e a ricevere per un anno i libri pubblicati da Gradiva Publications, occorre effettuare donazione (spese bancarie a carico dell’ordinante) tramite bonifico internazionale (bank transfer) di $65 sul conto di GRADIVA, Apple Bank di Setauket (N.Y.), gestito dalla Morgan Chase Bank, Routing n. 226070584, account 444-3030970, Swift: CHAS US 33; oppure effettuare bonifico di € 50, specificando che si tratta di donazione (spese bancarie a carico dell’ordinante), presso Banca Popolare di Milano, Ag. 240, sul conto intestato a Luigi Fontanella, IBAN: IT50 I 05584 02800 000000010982, swift: BPM iit MM240. Spedire la ricevuta all’indirizzo della segreteria del Premio.