narrativa
A TU PER TU – Milica Lilic
La quarta intervista di A TU PER TU mette in pratica l’intento di estendere anche oltreconfine la rete delle voci e dei dialoghi.
La destinataria delle domande è Milica Lilic, poetessa e scrittrice serba che nel corso della sua vita e della sua carriera letteraria ha intessuto rapporti di collaborazione e amicizia con persone e con artisti di diverse nazioni e latitudini. Un dialogo privilegiato è quello con l’Italia. Ne forniscono la prova sia le testimonianze di stima che anche da noi ha ricevuto da parte di critici, letterati e lettori, e lo confermano anche le interessanti risposte a questa intervista che Milica ha fornito direttamente in italiano.
Come ho già detto in altre occasioni (sta diventando un “mantra”, mi rendo conto, ma è ciò che penso), molto meglio di queste mie note introduttive potrà essere utile a chi vuole approfondire la conoscenza con Milica Lilic la lettura delle sue risposte e dei suoi scritti, sia lirici che narrativi.
Buona lettura, IM
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Saranno volta per volta le stesse domande.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

5 domande
a
Milica Lilic
1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Grazie per l’invito a presentarmi ai tuoi lettori. Il mio nome è Milica Jeftimijevic Lilic. Sono una scrittrice serba. Sono madre di due figlie e una persona che ama tutte le persone del mondo. Credo che la vita possa essere bella e significativa se facciamo il lavoro che amiamo. La letteratura è stata il mio amore fin dall’infanzia.
Ho letto molto e ho assorbito contenuti artistici prima ancora di rendermi conto di avere un dono per la creazione artistica. La mia vita è stata completamente orientata e ispirata da quell’inclinazione. Ho studiato letteratura e per un po’ ho lavorato come professore all’Università di Pristina, poi sono passata alla Televisione di Pristina con il ruolo di editore e critico televisivo. Ho un master in filologia. Tuttavia, al di là di questi impegni lavorativi, la scrittura, soprattutto di poesie, era, come lo è tuttora, il mio richiamo più forte, il bisogno dominante. Da questa possente attrazione sono nati i miei libri. Mi sono dedicata anche alla critica letteraria e alla narrazione. Ho trascorso tanto tempo in campagna e all’estero quando il mio lavoro me lo consentiva. Dopo aver terminato il mio tirocinio ho avuto più tempo a disposizione e ho potuto viaggiare più spesso. I frutti migliori di questa possibilità di viaggiare sono stati i numerosi contatti con persone di tutto il mondo e lo sviluppo della mia carriera internazionale con premi e riconoscimenti, nonché traduzioni delle mie poesie. Ho pubblicato 26 libri di poesia, prosa e critica.
Leggi il seguito di questo post »A TU PER TU – Sebastiano Aglieco
A TU PER TU
UNA RETE DI VOCI
Pubblico oggi la seconda intervista della rubrica A TU PER TU – Una rete di voci.
L’obiettivo della rubrica è espresso qui sotto.
Vi propongo oggi le risposte di Sebastiano Aglieco, di cui riporto in calce all’intervista anche cinque poesie.
Sebastiano Aglieco è nato a Sortino, in provincia di Siracusa, ma vive e lavora in Lombardia. Si esprime sia in lingua che in dialetto siciliano ed è autore di interessanti raccolte poetiche e testi narrativi. Si occupa anche di poesia e letteratura online, tramite il blog COMPITU RE VIVI e un blog di riserva, DA UNO SPAZIO BIANCO, che nel tempo sostituirà il precedente. In riferimento al nome che ha scelto per il suo nuovo blog, lo stesso Aglieco osserva che “Il nome dice tutto”.
Buona lettura, IM
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Saranno volta per volta le stesse domande.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.
5 domande
a
Sebastiano Aglieco
1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Grazie a te per l’attenzione. Ecco un mio breve profilo: sono nato a Sortino, in Sicilia, il paese dei muli della Cavalleria Rusticana. Scrivo da sempre. Ho pubblicato libri di poesia, saggistica, narrativa. Sono un maestro di scuola elementare impegnato nella formazione delle persone attraverso gli strumenti della scrittura e del laboratorio teatrale.
2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?
Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.
Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).
Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.
Il mio ultimo libro di poesia si chiama INFANZIA RESA, uscito due anni fa per IL LEGGIO, nella collana Sguardi diretta da Gabriela Fantato.
E’ un libro diario, resoconto conclusivo, riflessione filosofica, testimonianza umana, sul difficile e delicato mestiere del maestro di scuola primaria. Il libro è stato scritto nella mia attuale scuola, L’Istituto Casa del Sole, ubicato dentro i confini del parco Trotter di Milano; è una scuola storica, con una sua storia bellissima.
Il libro contiene un’introduzione di Massimiliano Magnano, poeta e insegnante della mia isola, e quattro domande di Vincenzo Di Maro, poeta e insegnante anche lui. Ho scelto di accompagnare il libro con le parole di queste persone che, oltre ad essere amici e poeti valenti, in quanto insegnanti sono in grado di cogliere il messaggio contenuto nel mio lavoro.
INFANZIA RESA è forse il mio lavoro più “pericoloso”, basato su una lingua che riflette e si riflette con estrema generosità e innocenza, mai discostandosi dal tema dell’insegnamento e dell’abitare la scuola a contatto stretto con i bambini.
E’ anche un resoconto sulla didattica costruita in questi anni, sul desiderio di accompagnare ed essere accompagnato – una scelta è stata quella di pubblicare insieme ai miei testi quelli dei miei alunni/poeti.
Riporto qui alcuni stralci critici degli amici che ne hanno voluto parlare:
*
Poesia intenzionalmente (e dolorosamente) etica, quella di Aglieco, in cui l’incontro con l’autentica realtà – la realtà dell’essere, non dell’avere; la realtà del donare e dell’abbandonarsi, non del possedere – è possibile soltanto nei disarmati e limpidi confini dell’auto-cancellazione e, dunque, nel recupero dell’infanzia, del suo stupore sorgivo.
(Mario Fresa su POESIA)
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Che significa essere un “poeta civile”?
Significa, essenzialmente, sentire la propria parola come uno strumento educativo al “servizio” degli altri (“educare” va qui inteso esattamente nel suo etimo), al servizio, cioè, di quanti ci ascoltano. La sua area di azione oscilla fra la dimensione personale di chi esercita la propria funzione di poeta, e quella pedagogica a cui essa viene indirizzata. Da qui la tensione etica e sociale sottesa alla poesia civile.
(Luigi Fontanella su GRADIVA)
*
Insomma un progetto di civiltà si nasconde dietro questa entusiasmante raccolta, l’idea di aiutare le future generazioni a dare vita ad un percorso evolutivo che abbia come punto di partenza l’affrancamento del singolo bambino.
(Marco Tabellione su IL SEGNALE)
LA LINEA DEI PASSI
Enzo Rega, LA LINEA DEI PASSI, Prose sulle città e il viaggio,
Edizioni Helicon, Arezzo, 2020, pp. 180, € 14,00
Tra il frammento e l’insieme; l’impressione è che Rega prediliga questa seconda componente, l’unitarietà, la sincronicità. Non è casuale la scelta del bel titolo del suo libro, La linea dei passi, pubblicato da Edizioni Helicon.
Il passo è l’espressione di un singolo percorso, spesso “sincopato”, dettato da elementi esterni, le caratteristiche del tempo, del terreno, del clima. Ma la linea riassume in sé i singoli passi e dona loro un orientamento e allo stesso tempo una ricerca di parallelismi e convergenze, sia con il tempo individuale che con quello collettivo. Lo sguardo di Rega è spesso, e con sincera autenticità, rivolto al sociale, a ciò che va oltre estemporanei egoismi. Perfino in questo libro la cui tematica, il resoconto dei suoi viaggi, avrebbe potuto condurlo ad una visione autoreferenziale, ha preferito, per istinto e per scelta, tracciare una retta, un insieme di punti che hanno reso unitaria e coesa la sua visione del mondo. Una Weltanschauung basata su dati esteriori e concreti, visti, percepiti e mandati a memoria, ma in uguale misura mentale ed estetica, fatta anche di parole, di arte, di filosofia, di tutto ciò che contribuisce ad estendere e a rendere più compiuta la visione e la percezione.
Tra le numerose epigrafi poste in apertura dei vari capitoli, quella tratta da Lento ritorno a casa di Peter Handke è utile e in qualche modo emblematica a tale riguardo: “Quel che ho sempre pensato tra me è niente; io sono soltanto quel che m’è riuscito di dirvi”. Lo sguardo è parola. Ossia, la pienezza della percezione è un atto che si compie appieno nell’istante in cui trova forma e misura. Il vero viaggio, sembra dirci Rega, avviene quando l’emozione trova una dimensione estrinsecabile, manifestabile. Ciò mette in connessione anche il luogo fisico esterno e l’interiorità, l’io e l’altro. Il viaggio è un atto di condivisione e di generosità, nei modi e negli intenti di Rega: un modo per avvicinare nel senso più ampio del termine, alla ricerca di radici comuni, all’insegna di ciò che lega gli esseri umani a qualunque latitudine.
La parola, è giusto ribadirlo, è la chiave e il passaporto, il biglietto d’andata e quello del lento, ma più denso, ritorno. Molti dei riferimenti agli autori di riferimento di Rega si trovano nella ricca e partecipata nota critica di Luigi Fontanella pubblicata lo scorso febbraio nel magazine America Oggi. La riporto qui in calce, come preziosa fonte di informazioni sul libro. Riporto anche una breve ma significativa nota dell’autore, in cui ci vengono forniti alcune notizie e dati che ci aiutano a collocare, dal punto di vista cronologico e non solo, il libro.
Arte e Scienza – Antologia de “La Recherche”
Una bella copertina e una bella iniziativa de LaRecherche a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani.
Un modo per ritrovarsi in un volume assieme a cari amici e per riproporre un mio racconto (che trascrivo qui in calce), un po’ scientifico e molto folle.
Per fortuna, per ora, di pura fantasia.IM
ARTE E SCIENZA: QUALE RAPPORTO?
[ L’arte della scienza, la scienza dell’arte ]
(disegno di copertina realizzato da Alessandra Magoga)
Al suo interno troverete l’arte e la scienza in 72 autori, a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani.
Concorso di poesia e narrativa
Per chi volesse cimentarsi, pubblico il comunicato (con indicato il link del regolamento) del Concorso Letterario di Poesia e Narrativa Maria Dicorato indetto da Pro(getto) Scena Edition, Associazione di cui fa parte tra gli altri la scrittrice e drammaturga (e cara amica) Chiara Rossi che mi ha segnalato e consigliato l’iniziativa.
In bocca al lupo (vivo e vegeto) a chi vorrà cimentarsi, un caro saluto e buone ispirazioni a tutti i “dedalonauti”. IM
Comunicato
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA MARIA DICORATO
I° edizione – scadenza 30 aprile
Premiazione presso Palazzo Cusani – via Brera 13/15 – Milano
Regolamento: http://www.progettoscena.it/progettoscenaedition_regolamento_dicorato/
Ha avuto avvio la I edizione del “Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Maria Dicorato”. Il Premio è indetto da Pro(getto)scena Edition in ricordo di una personalità che ha operato nell’ambito della cultura e del sociale, ottenendo importanti riconoscimenti ed attestati, tra i quali l’”Ambrogino d’oro”: massima onorificenza concessa dal Comune di Milano. Leggi il seguito di questo post »
Profumo di elicriso
Edizioni Divina Follia
Bergamo 2017
pp. 150
prezzo: € 15,00
Se è vero, come è vero, che un autore affida al titolo le chiavi d’ingresso della sua opera e del suo mondo, o almeno gli indizi per quella caccia al tesoro ininterrotta tra il significato e il significante, tra la metafora e l’interpretazione, non si può ignorare la scelta di Anna Moro di dare al proprio libro il nome di un fiore, aggiungendo inoltre un sottotitolo, “Come il colore del sole”, che non solo spiega il nome stesso, ma estende il discorso, aggiungendo una sfumatura, rendendo la prosa spontaneamente lirica.
Non ci sarebbe niente di strano in tutto questo se il suddetto libro contenesse la descrizione di sereni idilli campestri o le vicende di arcadiche e gioviali comunità rurali. In realtà nel paesino della Barbagia che fa da sfondo ai fatti narrati ha avuto luogo “una faida durata dieci anni. La vita di quella comunità è sconvolta, i morti sono tredici, l’ultimo dei quali è stato ucciso per essere stato testimone involontario di un omicidio e aver denunciato il bandito ai carabinieri”. Dal punto di vista cronologico, il romanzo si colloca in “una società di fine Ottocento caratterizzata da odio, vendette e omicidi”. Fin qui i dati di fatto, succintamente riassunti dagli stralci della quarta di copertina qui sopra riportati. Sarebbe stato più facile per l’autrice basarsi sul nocciolo duro, e aspro, della storia e chiamare il libro “La tredicesima vittima”, oppure “Una lunga scia di sangue”, un titolo del genere, insomma, di quelli che attraggono i cultori del poliziesco, del noir, del thriller e via dicendo. La scelta invece ha preso una direzione diversa, dettata al tempo stesso dalla memoria e dal cuore. Anna Moro ha voluto porre l’accento su quel colore giallo acceso che, ad un certo momento, vedi apparire in una landa brulla in apparenza ostile alla vita. Ha voluto dirsi, e dirci, che si sono fiori che, come la ginestra leopardiana, crescono alle pendici dei vulcani, sfidando il fuoco e l’aridità del terreno.
L’autrice ha scritto questo libro per rendere omaggio al ricordo di un suo parente, ultima vittima della sequenza di omicidi a cui si è fatto cenno. Ha voluto testimoniare il senso della sua vicenda esistenziale, il suo essere un momento di svolta tra il buio della violenza e quell’oro del sole che ancora splende, su tutto, nonostante tutto.
Il tono che l’autrice ha adottato, per scelta o per istinto, grazie alla sua indole naturale incline all’armonia, è determinante, conferisce alle pagine del racconto un sapore e una consistenza del tutto specifici e riconoscibili, come il profumo di un fiore appunto, che, in modo immediato, proustianamente, richiama alla mente memorie, sensazioni e il sapore di un’epoca e di una terra speciale, diversa dalle altre ma accomunata dalla ricerca di bellezza e di verità.
ESITI DEL CONCORSO “ELOGIO ALLA FOLLIA” edizione 2018
ESITI DEL CONCORSO “ELOGIO ALLA FOLLIA” 2018
Il Concorso ELOGIO ALLA FOLLIA, organizzato da Divinafollia Edizioni, ha visto la partecipazione di 447 autori, per un totale di 1117 lavori inviati, tra poesie e racconti.
La sezione Poesia ha visto la partecipazione di 250 concorrenti. Alla Sezione Narrativa hanno partecipato 197 autori.
Le partecipazioni sono pervenute da tutte le regioni italiane e da alcuni paesi europei.
La prima edizione del Concorso ha avuto un riscontro soddisfacente anche per la qualità degli elaborati presentati dai concorrenti.
Pur non trattandosi di un concorso “a tema” le autrici e gli autori hanno inviato, come suggerito dal bando di concorso, “testi liberi per spunto, tema e forma espressiva. Ispirati da una sana, umanissima follia creativa”.
Entrambe le Giurie del Concorso hanno rilevato un’ampia gamma di stili, generi e temi, a testimonianza di percorsi personali interessanti.
* * * * *
La Giuria della Sezione Poesia
composta da
Maria Attanasio, Flaminia Cruciani, Silvia Denti, Annamaria Ferramosca, Luigi Fontanella, Ivano Mugnaini, Carlo Pasi, Valeria Serofilli e Antonio Spagnuolo
ha effettuato una prima selezione dei lavori pervenuti, in seguito a cui sono emersi i lavori delle autrici e degli autori qui di seguito indicati.
Autori Selezionati Sezione Poesia:
Chiara Albanese, Antonio Alleva, Antonella Amato, Giancarlo Baroni, Joseph Barnato, Monica Borettini, Alessandra Carnovale, Daniela Casarini, Alessandra Corbetta, Enrico Danna, Erminia De Paola, Lisa Di Giovanni, Maria D’Ippolito, Sheila Di Odoardo, Claudia Di Palma, Miguel Angel Escobar Alas, Monica Ferri, Grazia Fiore, Francesca Clara Fiorentin, Antonietta Fragnito, Alba Gnazi, Gianfranco Isetta, Floriana Lega, Elio Lunghi, Fausto Marseglia, Monica Martinelli, Sabrina Mazzuoli, Serenella Menichetti, Melania Milione, Maurizio Alberto Molinari, Alberto Mori, Clelia Moscariello, Carla Mussi, Silvia Novi, Alessandra Palombo, Paola Paradisi, Marisa Papa Ruggiero, Dario Pasero, Lidia Popolano, Flora Restivo, Alfredo Rienzi, Elisa Russo, Antonella Santoro, Alessandra Scarano, Giuseppe Schembari, Fulvio Segato, Alessandra Solina, Antonella Sozio, Serena Squatrito, Agostina Spagnuolo, Rossella Tempesta, Vivetta Valacca, Rodolfo Vettorello, Salvatore Violante, Paola Zugna.
Un’ulteriore cernita ha evidenziato i testi di ventiquattro autori, a cui è stata attribuita la qualifica di Segnalati:
Antonio Alleva, “Gate b19 – Preludio”
Giancarlo Baroni, “Un’arida estate”
Monica Borettini, “A Romana che si credeva vento”
Daniela Casarini, “Più convesso di un participio presente”
Alessandra Corbetta, “Parola sdrucciola”
Antonietta Fragnito, “Oggi poesia terapeutica”
Alba Gnazi, “Zeitgeber”
Gianfranco Isetta, “Esco dalla caverna”
Monica Martinelli, “Concentro i ricordi”
Sabrina Mazzuoli, “La resa”
Serenella Menichetti “Virginia a pezzi”
Melania Milione, “Dimmi dove senti dio”
Carla Mussi, “Prima del tatto”
Alessandra Palombo, “Ambulanti”
Marisa Papa Ruggiero, “Sulla tomba dei Giganti”
Flora Restivo, “A punto catenella”
Alfredo Rienzi, “L’architomia delle attinie”
Elisa Russo, “Nonostante il sole”
Alessandra Scarano, “Tivoli”
Fulvio Segato, “Avete preso tutto?”
Alessandra Solina, “Connessione fluida”
Antonella Sozio, “Per sentirmi”
Rossella Tempesta, “Coltiva una solitudine limpida”
Salvatore Violante, “Una lanterna”
Da una lettura ulteriore sono emersi i quindici Finalisti:
Antonio Alleva, “Gate b19 – Preludio”
Monica Borettini, “A Romana che si credeva vento”
Alessandra Corbetta, “Parola sdrucciola”
Antonietta Fragnito, “Oggi poesia terapeutica”
Monica Martinelli, “Concentro i ricordi”
Serenella Menichetti “Virginia a pezzi”
Melania Milione, “Dimmi dove senti dio”
Carla Mussi, “Prima del tatto”
Flora Restivo, “A punto catenella”
Marisa Papa Ruggiero, “Sulla tomba dei Giganti”
Elisa Russo, “Nonostante il sole”
Alessandra Scarano, “Tivoli”
Alessandra Solina, “Connessione fluida”
Antonella Sozio, “Per sentirmi”
Rossella Tempesta, “Coltiva una solitudine limpida”
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Da una nuova valutazione dei lavori finalisti, è emersa la seguente classifica:
AUTORI VINCITORI :
Primo classificato: Monica Martinelli, “Concentro i ricordi”
Secondo classificato: Antonio Alleva, “Gate b19 – Preludio”
Terzo Classificato: Alessandra Corbetta, “Parola sdrucciola”
AUTORI FINALISTI a pari merito:
Monica Borettini, “A Romana che si credeva vento”
Antonietta Fragnito, “Oggi poesia terapeutica”
Serenella Menichetti “Virginia a pezzi”
Melania Milione, “Dimmi dove senti dio”
Carla Mussi, “Prima del tatto”
Flora Restivo, “A punto catenella”
Marisa Papa Ruggiero, “Sulla tomba dei Giganti”
Elisa Russo, “Nonostante il sole”
Alessandra Scarano, “Tivoli”
Alessandra Solina, “Connessione fluida”
Antonella Sozio, “Per sentirmi”
Rossella Tempesta, “Coltiva una solitudine limpida”
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La Giura della Sezione Narrativa,
composta da
Daniela Carmosino, Marco Ciaurro, Caterina Davinio, Silvia Denti, Gianluca Garrapa, Francesca Mazzucato, Ivano Mugnaini e Caterina Verbaro
ha selezionato la rosa di autori qui di seguito riportata.
Autori Selezionati Sezione Narrativa:
Alberto Alassio, Anna Consilia Alemanno, Maria Letizia Avato, Susanna Barsotti, Marianna Bartolone, Antonella Bernava, Anna Bertini, Antonella Brighi, Antonella Buono, Piero Buscemi, Fausto Campana, Giovanna Caporali, Anna Elivia Cardella, Alfonsina Caterino, Giulia Sara Corsino, Laila Cresta, Sara Patrizia Daina, Michela De Mattio, Bernardo De Muro, Giuseppina De Vizia, Grazia Di Martino, Federico Fabbri, Lidia Falzone, Grazia Fiore, Luca Frediani, Alessandro Garella, Laura Gatto, Claudia Guaglio, Allegra Iafrate, Bruno Laganà, Alessandro Lanucara, Denise Lombardo, Giovanni Macrì, Marco Maione, Eva Luna Mascolino, Anna Moro, Silvia Nicita, Marco Patruno, Jean Luc Pinna, Donatella Pompilio, Maria Pia Quintavalla, Sarah Rezakhan, Marco Righetti, Laura Rochelli, Maria Pia Rosati, Teodora Stanciu, Alfredo Tamisari, Vincenzo Trapella, Auro Trivellato, Giuseppe Verrienti, Giuseppe Vetromile.
Un’ulteriore cernita ha evidenziato i racconti di diciotto autori, a cui è stata attribuita la qualifica di Segnalati:
Maria Letizia Avato, “L’eclissi”
Susanna Barsotti, “La scuola dentro”
Anna Bertini, “31 dicembre 2049 folle centro di un’epoca”
Antonella Brighi, “All’infinito”
Bernardo De Muro, “Il custode della follia”
Giulia Sara Corsino, “Duellum”
Michela De Mattio, “Aculei”
Giovanna Caporali, “Pozzi aperti nella campagna”
Eva Luna Mascolino, “John Barleycorn must die”
Anna Moro, “Oltre… lo sguardo”
Marco Righetti, “Il viaggio”
Maria Pia Quintavalla, “Augusta, Il naufragio”
Sarah Rezakhan, “L’angolo buio”
Teodora Stanciu, “Frammenti di vita”
Alfredo Tamisari, “Bambanamenti dell’insonnia”
Vincenzo Trapella, “Un patto spudorato”
Chiara Taormina, “Ofelia e Morfeo”
Giuseppe Vetromile, “Non di questa terra”
Altre letture e confronti hanno evidenziato i racconti dei seguenti autori Finalisti:
Maria Letizia Avato, “L’eclissi”
Susanna Barsotti, “La scuola dentro”
Antonella Brighi, “All’infinito”
Giulia Sara Corsino, “Duellum”
Michela De Mattio, “Aculei”
Giovanna Caporali, “Pozzi aperti nella campagna”
Eva Luna Mascolino, “John Barleycorn must die”
Marco Righetti, “Il viaggio”
Maria Pia Quintavalla, “Augusta, Il naufragio”
Chiara Taormina, “Ofelia e Morfeo”
Dal ulteriori letture dei lavori finalisti, è emersa la seguente classifica:
AUTORI VINCITORI :
Primo classificato: Maria Pia Quintavalla, “Augusta, Il naufragio”
Secondo classificato: Michela De Mattio, “Aculei”
Terzo Classificato: Maria Letizia Avato, “L’eclissi”
AUTORI FINALISTI a pari merito:
Susanna Barsotti, “La scuola dentro”
Antonella Brighi, “All’infinito”
Giulia Sara Corsino, “Duellum”
Giovanna Caporali, “Pozzi aperti nella campagna”
Eva Luna Mascolino, “John Barleycorn must die”
Marco Righetti, “Il viaggio”
Chiara Taormina, “Ofelia e Morfeo”
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I racconti degli autori finalisti, sia della Sezione Poesia che della Sezione Narrativa, verranno pubblicati in un volume edito da Divinafollia.
I vincitori delle due sezioni avranno inoltre la possibilità di pubblicare nel volume una selezione della loro liriche e dei loro racconti.
Divinafollia Edizioni si riserva inoltre di contattare altri autori, anche tra i segnalati, per proporre loro di inviare in lettura loro testi per un eventuale accordo editoriale.
Il presente comunicato sarà pubblicato anche sul sito Dedalus, sul sito di Edizioni Divinafollia e su altri altri siti, blog e portali letterari.
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Il Concorso, come specificato a suo tempo nel bando, non prevede una cerimonia di premiazione tradizionale.
Avrà luogo però, in autunno, nella data e nella sede che saranno comunicati via mail a tutti i partecipanti (presumibilmente a Pisa), un incontro informale tra alcuni componenti delle due Giurie e i concorrenti premiati, i finalisti e i segnalati per l’originalità delle loro opere.
Sono invitati fin d’ora a partecipare all’incontro i concorrenti al Concorso, anche non premiati, che volessero e potessero essere presenti.
In quell’occasione le autrici e gli autori potranno consegnare in lettura alle Giurie altri loro testi, manoscritti o editi.
Ad alcuni autori inoltre potrà essere proposta la presentazione dei loro lavori, editi o inediti, in Caffè letterari (tra cui il Caffè dell’Ussero di Pisa) o in biblioteche.
Pisa, 9 luglio 2018 Ivano Mugnaini (curatore del Concorso)
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Profumo di elicriso – stralci della prefazione
Pubblico qui alcuni stralci della mia nota ad un libro di recente uscita di Anna Moro edito da Edizioni Divinafollia. Una lettura adatta a chiunque voglia riscoprire il gusto di una narrazione di stampo “classico” ma non priva di richiami alla modernità e a sentimenti che restano attuali, vividi e necessari.
Il romanzo contiene una passione forte ma lucida, adeguata alla descrizione dei tempi e della società descritti, la Sardegna di alcuni decenni fa. Come l’autrice stessa ha dichiarato, Profumo di elicriso è stato scritto per conservare la memoria di un episodio realmente accaduto a un suo bisnonno, ultima vittima di una lunga faida, ucciso per la sua sete di giustizia e di legalità quasi mai presenti in quello scorcio di secolo in Sardegna.
La narrazione nasce dunque da una motivazione personale fortissima. Ma riesce ad andare oltre, assumendo, senza forzature, senza vane pretese didattiche e senza tirate morali, un valore più ampio, universale, evidenziando tramite gesti e sentimenti autentici, l’eterno contrasto tra la bassezza e la volontà di elevarsi, tra la violenza e l’aspirazione ad un’esistenza più umana e armonica.
Profumo di elicriso regala, anzi restituisce il gusto di una scrittura sobria ma non sterile e vuota, priva di acrobazie sintattiche e lessicali, numeri da circo ed effetti sbalorditivi, ma mai aliena all’emozione del racconto, la volontà e la necessità dell’affabulazione, qui ulteriormente accentuata dalla profonda motivazione personale, il desiderio di tener vivo il ricordo di un parente che è diventato simbolo della sete di pace e di giustizia di una famiglia.
Il tono è sobrio, controllato, come se un narratore onnisciente osservasse con disincanto i propri simili, in una sorta di coro, una coscienza collettiva tipica dei piccoli centri a qualunque latitudine. Ma a tratti lo sguardo si apre in un guizzo o in un sorriso, breve, fulmineo, ma in grado di illustrare con efficacia la crudeltà e la solidarietà, la disperazione e la tenacia, la miseria contrapposta alla grandezza dell’animo.
Alla pubblicazione del libro ho contributo in parte anch’io tramite la lettura, l’editing e la prefazione.
Chi volesse inviarmi in lettura manoscritti inediti di narrativa e poesia, o libri già editi, mi scriva a ivanomugnaini@gmail.com
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