paolo ruffilli
A TU PER TU – Brina Maurer
A TU PER TU
UNA RETE DI VOCI
A TU PER TU ospita oggi Claudia Manuela Turco alias Brina Maurer, poeta, romanziere e diarista, biografa e critico letterario.
Al di là delle qualifiche, sarà interessante, anche in questo caso, cogliere le peculiarità, le specifiche caratteristiche, le passioni, le lotte, le battaglie, le prese di posizioni, coraggiose, sincere, non solo in ambito letterario.
Quindi anche stavolta invito volentieri i “dedalonauti” alla lettura integrale dell’intervista da cui, in modo esplicito e tra le righe, emergono alcuni tratti intensamente rivelatori degli autori e delle loro opere, che poi sono un tutt’uno.
Buona lettura, IM
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio. Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine. Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira. Saranno volta per volta le stesse domande. Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.
5 domande
a
Brina Maurer
1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
- Ti ringrazio per l’invito e per l’ospitalità.
Mi chiamo Claudia Manuela Turco, ma da diversi anni ormai mi sono impossessata del nome di un personaggio da me inventato per un romanzo – Brina Maurer -, dopo aver riflettuto a lungo su nomi di poeti, scrittori, attori, artisti e protagonisti di libri o film che mi piacevano. Adottando un nome d’arte, volevo prendere distacco dalla mia vita reale, o meglio, crearmi una seconda vita. C’erano pure problemi di omonimia, tra l’altro.
Il nome “Manuela” (senza la E iniziale) mi piaceva, ma non ero certa che fosse davvero mio. Infatti, da un certo momento in avanti sembrò che mio padre se ne fosse scordato al momento dell’iscrizione all’anagrafe. Il mio secondo nome ricomparve soltanto quando mi trasferii nel 2000 a Torino. “Claudia”, invece, non mi piaceva. Forse perché era stato scelto il nome “Claudio” nel caso fossi stata un maschio, e “Manuela”, se femmina. Alla fine, però, fu deciso che fossi “Manuela” ma soprattutto “Claudia”: nomen omen. Un nome importante nella nostra tradizione, penso alla gens Claudia, ma soprattutto alla parola “claudicante”. Scherzando, amo dire di essere “un autore Rizzoli”… essendo ortopedia una delle mie “passioni”!
La scelta del nome “Brina” è stata del tutto istintiva, soprattutto mi pareva sposarsi bene con
“Maurer”, un cognome abbastanza famigliare nella mia terra, il Friuli, e avendo sempre gradito come suona il cognome “Marler”, a un certo punto per me fu naturale ideare questo personaggio e, in un secondo momento, adottare questo pseudonimo. Inoltre, adoro la lettera erre (morde, mi ricorda il vetro che si infrange e taglia, è una lettera particolare, penso al rotacismo, alla sua importanza, per esempio, nella lingua latina… e un altro cerchio si chiude con Appio Claudio Cieco…) e “Brina Maurer” ne contiene ben tre.
Solo di recente ho scoperto che “Maurer” significa “muratore” in tedesco (proprio grazie a un tuo articolo, pubblicato sulla rivista “Il sarto di Ulm”). L’avevo sostituito al cognome “Turco” anche a causa del rapporto piuttosto conflittuale con mio padre. Ma alla fine mi sono ritrovata con un “cognome d’arte” che significa proprio quello che mio padre faceva per vivere!
Ho cercato a lungo di tenere separata la sfera creativa da quella privata e dal mio essere donna. Volevo scrivere opere che potessero far pensare a una voce maschile, come nel caso di Architetture Poesie Tridimensionali. E volevo una parola pura, pulita, che mi proteggesse dalla realtà. Per un certo periodo provai a destinare la poesia alla “bella parola” e la prosa allo squallore del mondo. Ma non funzionò a lungo.
Tra me e gli altri ho sempre avvertito la presenza di uno iato, come di una invisibile e sottile lastra di vetro. Per descrivermi brevemente, potrei usare parole di Luce d’Eramo: Io sono un’aliena.
Il lume della follia
Prisco De Vivo, Il lume della follia, Oèdipus Edizioni, 2019
nota di lettura di Ivano Mugnaini
È quasi ossimorico il titolo della raccolta di Prisco de Vivo. La follia è pervicacemente associata, da secoli, al buio, all’oscurità. Si tende a dire “una mente offuscata dalla follia”. Ebbene, tramite i versi e le immagini, tramite l’interazione tra la parola e la dimensione visiva (intensa in senso ampio, anche come sguardo ulteriore, al di là delle barriere preconcette), De Vivo ci propone, anzi, ci conduce a vedere il lato luminoso della follia.
Nella sua visione di credente, inoltre, la luce non può non abbinarsi in modo immediato al concetto, anzi all’atto della fede. Fede intesa, appunto, come volontà di scardinare le barriere che impediscono l’autentica comprensione tra gli esseri umani.
«Quando citi le cose del mondo che ti limitavi a tenere nascoste, mi sono sentito ancora più trascinato dentro questa tua illuminante raccolta», ha scritto Paolo Ruffilli in una nota di lettura il cui testo riporto integralmente in calce a questo mio spazio introduttivo.
Le cose, quindi, la materialità da un lato e, sul fronte opposto, la luce, qualcosa di impalpabile che tuttavia si relaziona con l’oggettualità dando vita a quella dimensione complessa e fertile che rappresenta il terreno di espressione (e di lotta) per l’estrinsecazione del sé autentico, la libertà di essere noi stessi.
Per Prisco l’opzione è insita nel coraggio di guardare con la stessa intensità la bellezza e l’orrido, il bene e il male, intersecati, tra sublime e orrifico. L’arte è conciliazione tra ricerca di perfezione e consapevolezza dell’imperfezione. Il viaggio si compie nell’atto di rendere la perfezione più umana e l’imperfezione più percepibile, più osservabile, vicina a farsi specchio in cui ognuno può cogliere, andando oltre la superficie, i propri sogni più puri e i propri demoni, le ali e le rughe che stravolgono i volti.
Il libro si basa sull’alternanza o meglio sulla coesistenza tra le idee annotate sulla pagina e la materia viva, i grumi di colore. Al punto che anche le parole assumono consistenza quasi tattile, il rilievo nodoso della sofferenza ma anche dell’energia che mira a liberarsi, liberando se stessa e chi la genera, chi la possiede chi e ne è posseduto: «scordati di me / di te / delle tue ruvide mani / che in un lampo di radice / divennero / LUCE DI SANGUE».
Per rendere più autentica e intensa l’osservazione, l’occhio deve trovare la volontà e la forza di infrangere i vetri dei preconcetti per arrivare al nucleo essenziale: «Guardo in bocca ai malati che / rompevano con i denti / i vetri delle strade / dalle loro fauci / sbucano fiori di colore vermiglio».
Incontri con la letteratura – Firenze – Paolo Ruffilli
Con il patrocinio di Regione Toscana – Provincia di Firenze – Comune di Firenze
L’Associazione MULTIMEDIA91 diretta da Alessandra Borsetti Venier
presenta la Rassegna annuale 2012-2013
5 GRANDI INCONTRI CON LA LETTERATURA
Quarto incontro
Presentazione del libro di PAOLO RUFFILLI Affari di cuore, Einaudi Editore 2011
Interventi di GIUSEPPE PANELLA docente di Filosofia (Scuola Normale Superiore di Pisa)
MARIA GRAZIA MARAMOTTI poetessa e scrittrice
Sala Pistelli, Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour 1, Firenze
Giovedì 18 aprile 2013 dalle 17 alle 19
L’Associazione culturale MultiMedia91 presenta il quarto appuntamento della Rassegna annuale 2012-2013 “5 Grandi Incontri con la Letteratura”, a cura della poetessa e scrittrice fiorentina Maria Grazia Maramotti, giovedì 18 aprile dalle 17.00 alle 19.00 nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, via Cavour 1 Firenze.
L’incontro è dedicato al poeta e scrittore Paolo Ruffilli e alla presentazione del suo libro Affari di cuore, Einaudi Editore 2011. Dopo l’intervista all’autore da parte della curatrice Maria Grazia Maramotti seguirà l’intervento critico di Giuseppe Panella, docente di Filosofia presso la Scuola Superiore Normale di Pisa.
In Affari di cuore, silloge pubblicata con Einaudi nel 2011, Paolo Ruffilli fa una perlustrazione del labirinto-corpo nelle sue reattive manifestazioni d’amore come fosse l’esperire di un mondo dibattuto tra luce e ombra, punto di partenza e di arrivo, cardine di licenza delle pulsioni e purezza del sentire, cono metamorfico che prelude al dischiudersi di qualcosa di nuovo. Il tutto in gallerie memoriali stilate con voracità adolescenziale seppure condotte con eleganza di stile”.
Prossimo incontro:
23 maggio Giulio Ferroni, ordinario di Letteratura italiana all’Università di Roma “La Sapienza”, con il libro dal titolo provvisorio, Ultimi poeti Giudici e Zanzotto, Il Saggiatore, con intervento di Simona Costa, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre.
Note biografiche dell’autore
Paolo Ruffilli (Rieti, 1949) è poeta e scrittore. Ha pubblicato numerosi volumi di poesia La Quercia delle gazze (Forum 1972), Quattro quarti di luna (Forum 1974), Piccola colazione (Garzanti 1987, vincitore dell’American Poetry Prize), Diario di Normandia (Amadeus 1990, Premio Montale), Camera oscura (Garzanti 1992), Nuvole (1995), La gioia e il lutto (Marsilio 2001, Prix Européen), Le stanze del cielo (Gli specchi Marsilio 2008, Premio Nazionale Letterario Pisa)
È il curatore di edizioni delle Operette morali di Giacomo Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e di una antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto testi di Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao. È collaboratore per le pagine della cultura del giornale “il Resto del Carlino”, ed è direttore della collana poetica delle edizioni Del Leone.
La rassegna è aperta a tutti e l’ingresso è libero
Info: Associazione culturale MULTIMEDIA91, Firenze, 335 6676218 Ufficio stampa: Katia Moretti, 338 3860047 katia.moretti@tiscali.it – http://www.multimedia91.it