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La poetessa dei “liberi ribelli” – Intervista a Dalila Hiaoui
Le risposte di Dalila Hiaoui alla mie domande sono piene di frasi che si aprono su altre frasi, altri tempi e modi, spiragli ampi e generosi, parentesi che chiudono epoche e aprono mondi nuovi, possibili. Sono dense di punti esclamativi simili a sorrisi, sguardi, gesti che richiamano l’attenzione oltre il limite della parola scritta, verso quella zona compresa tra realtà e immaginazione, fantasia e gesto concreto.
L’intervista è piena di fascinosa, coinvolgente poesia. Alla fine risulta quasi percepibile, mangiabile, condivisibile con gli occhi e con le mani, da un unico piatto con bordi colorati posto al centro di una tenda grande quanto il mondo. IM
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Rubrica A TU PER TU
La poetessa dei “liberi ribelli” – Intervista a Dalila Hiaoui
1 – Buongiorno Dalila e benvenuta.
Sei nata in Marocco e sei di origine berbera.
Quali influenze hanno avuto e hanno le tue radici sul tuo modo di essere e di esprimerti, nella vita e nell’arte? Qual è il rapporto dei berberi con la poesia, con il racconto, con quella che potremmo definire “l’affabulazione”? Quali legami ci sono tra la cultura scritta e la tradizione orale, tra la modernità e il passato?
Salve Ivano, sono molto lieta e anche grata di essere la tua ospite. Sono marocchina berbera, o, se vuoi, Amazigh, che vuol dire: i liberi ribelli. Sono nata a Marrakech che nella lingua amazigh antica vuol dire la sede, o anche la casa, di Dio. Ho vissuto nel nord del Marocco, esattamente nella città di Tetouan dove è diffusa la cultura andalusa, e nel profondo deserto del Marocco, a Dakhla, verso i confini con la Mauritania, un’area in cui è predominante la cultura Hassania. Queste sono le mie radici, ciò da cui ho avuto origine e che porto con me, anche oggi, anche nel cuore dell’Europa.
Roma è stata ed è un elemento determinante per costruire me stessa, ciò che sono, il mio modo di imparare, di pensare, di valutare, di comportarmi, essendo, allo stesso tempo, passato, presente e futuro.
Per quello che riguarda l’ultima parte della tua domanda sui legami che ci sono tra la cultura scritta e la tradizione orale, posso dire che l’arte con tutte le sue sfumature è la vera memoria dei popoli che non verrà mai cancellata: la cultura orale è la matrice di quella scritta, sia nei racconti sia nel canto. Nell’eterna Roma sto seguendo i passi del mio nonno amazigh Afulay che da voi è conosciuto con il nome Lucius Apuleius (127-170). Apuleio è considerato il primo romanziere dell’umanità e io sono felice e onorata di avere un simile precursore. Nei nostri percorsi di viaggiatori del mondo e della parola c’è una piccola differenza, tuttavia: Afulay detto Apuleius ha scritto il suo romanzoL’asino d’oro dopo il suo arrivo a Roma, mentre io sono arrivata avendo già nel bagaglio un romanzo di un certo successo nel mondo arabo e francofono e qualche poesia sulla tema della pace tra i popoli e le religioni. Nonostante i vari articoli che avevo già scritto e tutto quello che già avevo fatto nell’ambito della scrittura, anche narrativa, nel mio passaporto marocchino dell’epoca, era scritto poetessa sotto il mio nome. Quindi il mio paese di origine mi definiva già “poetessa”, una definizione impegnativa che però mi identifica, quasi un secondo nome, una strada, una meta, un modo di essere.
2 – Risiedi da tempo in Italia, a Roma. Al di là degli stereotipi e con serena e informale schiettezza, quali sono stati gli ostacoli che hai incontrato al tuo arrivo in Italia e quali sono gli aspetti che, ancora oggi, trovi difficilmente comprensibili, o almeno auspicabilmente modificabili dell’Italia?
Sul fronte opposto, cosa ti ha fatto amare l’Italia e di cosa sei grata al nostro paese?
Giornata della Memoria 2013
In occasione del Giorno della Memoria 2013 segnaliamo una serie di risorse per la didattica (scuola di base e scuole superiori) disponibili in rete.
Sul sito della Fondazione CDEC – Centro di documentazione ebraica contemporanea vengono proposti suggerimenti di lettura, documenti, testimonianze che contengono indicazioni e suggerimenti per una conoscenza di base sulla persecuzione e la deportazione degli ebrei.
“Memoria”: un film della Fondazione CDEC (presentazione qui)
Le leggi antiebraiche nel racconto di chi le ha vissute
La Shoah in Italia. Le pubblicazioni della Fondazione CDEC
20 titoli su Shoah e didattica
Mostra: “La persecuzione degli ebrei in Italia 1938-1945″
Shoah: testimonianze per meditare
Film e libri sulla Shoah: percorsi didattici
Video intervista a Liliana Segre (Corriere della Sera, 26 gennaio 2011)
Sul sito di Rai Scuola c’è una sezione speciale dedicata al Giorno della memoria: lo speciale è realizzato attraverso i filmati presi dalle Teche Rai e con un video-reportage girato direttamente nei campi di sterminio da una delegazione di Rai Educational e del MIUR.
Segnaliamo infine la bella intervista a Vittorio Foa sul tema della memoria messa in rete dalla Biblioteca Gino Bianco di Forlì.