Alice Oswald – Nessuno – traduzione di Rossella Pretto

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cop Nessuno, Alice Oswald

As the mind flutters in a man who has travelled widely
and his quick-winged eyes land everywhere
I wish I was there or there he thinks and his mind

immediately

as if passing its beam through cables
flashes through all that water and lands
less than a second later on the horizon
and someone with a telescope can see his tiny thought-form
floating on the sea-surface wondering what next

       

.

 

Come sfarfalla la mente di un uomo che ha molto viaggiato
e le rapide ali dei suoi occhi atterrano ovunque
vorrei essere lì o là egli pensa e la sua mente

all’istante

come passando tra cavi il suo raggio
lampeggia tra tutta quell’acqua e atterra
in meno di un secondo sull’orizzonte
e al telescopio se ne vede l’impalpabile forma-pensiero
fluttuare a pelo d’acqua domandandosi cosa accadrà poi

 

.

 

Il verbo “flutter” avrebbe potuto essere tradotto in modo letterale, prudente, oppure anodino, neutro, di modo che nessuno potesse notarlo e quindi sentirlo, percepirlo o criticarlo. Avrebbe potuto passare inosservato e ciò poteva essere fatto senza sforzo. Ma era un verbo chiave, un segnale, una boa nell’oceano immenso dei significati e dei significanti.

Rossella Pretto lo ha tradotto ricreando poesia. Mettendo nell’impresa tutto lo sforzo e la passione necessari per restituire al lettore anche nella lingua di destinazione il sapore di un gesto allo stesso tempo concreto e metaforico, denso della precisione, dello smarrimento e della ricerca millimetrica che sono propri della poesia.

È difficile riassumere nel breve spazio di un post un lavoro lungo, accurato e complesso e tutti i nodi sciolti con la cura con cui si pettinano i capelli di una persona amata, tutti gli ostacoli e tutti i voli che la Pretto ha incontrato seguendo le tracce del viaggio della Oswald e del suo personaggio dal nome emblematico, simbolo di un mondo parallelo al mito, alla narrazione delle narrazioni, isolato in ogni senso possibile, eppure centrale al punto di far rivivere nella sua area isolata il senso della centralità di ogni storia, collettiva e individuale, di ogni desiderio e ogni necessità di creare un mondo.

Un universo che possa dare un senso al mondo vero e proprio, forse nell’attimo esatto della conferma che nessun mondo è vero e proprio di per sé, e acquista consistenza, forse, solo nell’atto di acquisire la consapevolezza amara e salvifica della sua fluidità, del suo “sfarfallare”, oscillazione tra vero e falso, vita e morte, desiderio di vita e cupio dissolvi.

È veramente complesso riassumere un lavoro in cui ogni pagina contiene dozzine di rimandi e richiami intertestuali a più livelli, e dove tutto, la copertina, le premessa di Marco Sonzogni e la nota introduttiva della stessa Pretto, interagiscono con le due versioni del testo che a loro volta si parlano, conversano tra loro in un dialogo interrotto in cui ogni termine rispecchia e riecheggia l’altro confermandone il senso e mutandolo, facendolo virare di qualche grado per offrire la visione di un braccio di mare più esteso.

Il consiglio, semplice e sentito, è quello di prendere il libro, acquistarlo, osservarlo da vicino per cogliere in modo individuale tutto quanto qui può essere solo accennato.

Qui ed ora, dopo il consiglio, sincero, posso solo aggiungere alcuni preziosi frammenti ulteriori.

Comincio da una citazione tratta dalla premessa di Sonzogni, che merita anch’essa di essere letta integralmente, non solo per l’acume e il gusto di scoprire aneddoti e citazioni, ma anche in virtù della collaborazione che Sonzogni ha fornito contribuendo a sciogliere alcuni dei “nodi” (intesi sia come grovigli che come unità di misura della velocità di chi percorre specchi d’acqua, onde e frangenti):

“Leggendo Nobody, e traducendone in apnea cinque testi – in treno e con l’acqua del mare da un parte e dall’altra del binario nell’ultimo tratto prima d’invenarsi in Venezia – mi è venuto in mente un passo da Alice in Wonderland di Lewis Carroll. Nel settimo capitolo di Through Looking-glass, Alice dice al Re di non vedere nessuno lungo la strada («‘I see nobody on the road,’ said Alice»). E il Re, ansioso, ribatte dicendo di volere occhi come quelli di Alice, capaci di vedere Nessuno anche a distanza («‘I only wish I had such eyes,’ the King remarked in a fretful tone. ‘To be able to see Nobody! And at that distance too!»).

Ecco: servono occhi così per provare a guadare le acque vertiginosamente vitree dell’inglese di Alice Oswald senza essere tirati sotto la corrente dell’interpretazione dai vortici della sua imprevedibile e inesauribile genialità – un looking-glass particolarmente invitante ma anche particolarmente insidioso per chi voglia provare a dire quasi la stessa cosa, come Umberto Eco ha definito la traduzione.”

 

Aggiungo un brano della nota introduttiva, dal titolo IL VIAGGIO (PER ACQUA, NEL TEMPO) di Rossella Pretto:

“In questo viaggio (in tutti), ci sono un punto di partenza e un punto di arrivo che possono essere declinati secondo una linea temporale (passato e presente), oppure intendendoli come stati (fedeltà e tradimento), o ancora in senso spaziale (terra di origine e terra straniera), o semplicemente in termini di andata e ritorno. Tra questi due punti, comunque siano intesi, vi è qualcosa che sfugge alla forma, alla definizione, e inquieta; qualcosa che impressiona anche nel senso che lascia il segno del suo passaggio,

indecifrabile ma presente. E quante presenze ci sono, qui! Che cosa siano non si sa né come meglio definirle. E allora tocca sperimentarle, facendo esperienza dell’acqua.

Mircea Eliade ha insegnato che ogni forma, non appena si stacca dalle acque, cade sotto l’imperio del tempo e della vita: lo ricorda anche Marina Cvetaeva in quello splendido componimento che è ‘Alla sibilla – il bambino’, affermando che nascere è cadere nel tempo, da quel golfo amniotico al giorno; e il movimento contrario, quello del morire, è ancora una caduta:

 

Ma ti alzerai! Ciò che chiamiamo morte

è cadere – nell’alto.

 

Ma tu – vedrai! Le palpebre chiuse

sono: venire alla luce.

 

Dall’oggi –

nel sempre.

 

La morte, bambino, è ritorno.

La morte è andare a ritroso!

 

Per – l’aria! a – nuoto! a –

scesa: indietro: in dentro – in e-

                                            terno.

 

Gli spunti, in  questo libro, sono innumerevoli, tutti degni di essere percorsi, attraversati, percepiti con tutti i sensi a disposizione.

Rendo ancora più complessa (e quindi affascinante) l’impresa, aggiungendo un’altra lirica con la traduzione:

 

Terrified of insects of noon of sunlight
when the sea dilates to let more green in
and the damaged undermost in all its clefts can be seen
when swallows free themselves of their sorrows
and seagulls hang themselves on invisible armatures
and only a few tiny almost magical flashes of light
fall in the form of rain and

 

Stop

those lovers lurk in their indoors wondering
can he hear us now that poet has he finished
his poem about us what kind of a sting in the ending
will he sing of the husband if he is in fact
on his way here knowing by now the craggy out-jut
of that shallow place where the seals bob about like footballs
and did you hear along the shore that chorus of trees
with seaweed hung from their twigs like wept-in tissue
being moved by what a heartfelt sigh the wind is
and have you noticed the way the radius of water
maintains itself in proportion to its circles
as if each raindrip made a momentary calculation
and when it stops there are ruled flat lines
running from one island metrically to another

 

      .

 

Terrorizzati dagli insetti dal mezzodì dalla luce solare
quando il mare si dilata per far entrare più verde
e i corrosi recessi si vedono in tutte le loro crepe
quando le rondini si liberano dei loro dispiaceri
e i gabbiani si appendono su invisibili armature
e solo alcuni piccoli quasi magici lampi di luce
cadono sotto forma di pioggia e

si fermano

 

quegli amanti si acquattano nelle loro dimore chiedendosi
può sentirci ora quel poeta ha finito
il suo poema su di noi che tipo di stoccata infine canterà
del marito se in effetti sta
tornando conoscendo ormai la scoscesa sporgenza
del bassofondo dove le foche beccheggiano come palloni
e hai sentito quel coro di alberi lungo la riva
con alghe appese ai rami come fazzoletti intrisi di pianto
commossi dall’accorato sospiro del vento
e hai notato il modo in cui il raggio dell’acqua
si mantiene proporzionato ai suoi cerchi
come se ogni goccia di pioggia facesse un veloce calcolo
e quando si ferma vi sono tracciate righe piatte
che metricamente scorrono da un’isola all’altra”.

 

Questo libro è utile per comprendere come un lavoro attento, fatto con mente e cuori accesi e vivi, possa generare nella lingua di destinazione nuova poesia senza smarrire il senso e il sapore delle acque e delle terre e del vento salmastro della lingua originale.

Questo libro ci fa capire il senso di essere isole, inesorabilmente.

Ma anche la consapevolezza dell’esistenza, tenace, forse salvifica, forse beffarda, di “righe piatte / che metricamente scorrono da un’isola all’altra”.

Ivano Mugnaini

 

Alice Oswald

Nessuno
traduzione di
Rossella Pretto

Edizioni ETS

Il mito

Voci dal presente

cop Nessuno, Alice Oswald

Alice Oswald è Professor of Poetry all’Università di Oxford, prima donna eletta a questa prestigiosa cattedra. Per la sua produzione poetica – che include The Thing in the Gap-Stone Stile (1996), Dart (2002), Woods etc. (2005), A Sleepwalk on the Severn (2009), Weeds and Wildflowers (2009), Memorial (2001), Falling Awake (2016) e Nobody (2019) – ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il T.S. Eliot Prize (2002) e il Griffin Poetry Prize (2017). È considerata una delle voci più importanti della letteratura mondiale.

Rossella Pretto è poetessa, traduttrice e scrittrice. Ha pubblicato il poemetto Nerotonia (Samuele Editore 2020) e il romanzo La vita incauta (Editoriale Scientifica 2023). Con Marco Sonzogni ha curato e tradotto Memorial di Alice Oswald (Archinto 2020) e l’edizione delle traduzioni sofoclee di Seamus Heaney, Speranza e Storia (Il Convivio Editore 2022). Ha poi curato La Terra desolata di T.S. Eliot nella traduzione di Elio Chinol (Interno Poesia 2022).

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